«La notizia del possibile posticipo della riunione della Conferenza dei Sindaci della provincia di Fermo (fissata per il prossimo 3 aprile) avente come oggetto le problematiche della sanità e la carenza di personale, giunge in modo intempestivo quindi anche irrispettoso nei confronto di chi l’aveva voluta fortemente, cioè la Rsu della Ast Fermo. Quando si parla di Rsu va inteso che essa è la voce del personale dipendente della Sanità in quanto i componenti di questo organismo sindacale sono i rappresentanti eletti democraticamente da tutti i dipendenti. La mancanza di rispetto quindi sarebbe nei confronti dei professionisti ed operatori della Ast Fermo che ogni giorno che passa sono più in difficoltà nel garantite standard assistenziali e d’ufficio, accettabili». E’ la netta presa di posizione della Rappresentanza sindacale unitaria dell’Azienda sanitaria territoriale che, dunque, torna a far sentire la sua voce, questa volta con il suo vicecoordinatore Giuseppe Donati.
Perché il rinvio? Lo spiega lo stesso Donati: «Dicono che l’assessore Saltamartini lo abbia chiesto per poter poi venire a Fermo intorno al 12 aprile ad illustrare la proposta di Piano Socio Sanitario. Certamente importante ma ad oggi, i sindaci devono conoscere e capire le reali problematiche e le falle esistenti nell’organizzazione di un servizio fondamentale come quello sanitario. Chiediamo al presidente Calcinaro di mantenere l’impegno di lunedì 3 aprile. Ad oggi infatti non è giunta alcuna comunicazione ufficiale di rinvio. Addirittura venerdì, quindi ieri, era arrivata una mail per ricordare l’appuntamento del 3 aprile. È una questione di correttezza dei rapporti che anche l’assessore dovrebbe garantire nei confronti delle parti sociali. Non vorremmo, che l’urgenza di affrontare altra questione spinosa venutasi a creare in un’altra Ast limitrofa, abbia indotto l’assessore, ancora una volta, a considerare la sanità fermana di secondo livello quindi sacrificabile sull’altare di interessi complessivi. Non sarebbe accettabile. La Rsu vuole assolutamente confrontarsi con i sindaci del territorio e con la politica prima che vengano prese decisioni che ricadranno sopra i cittadini fermani e gli operatori sanitari. Il tempo è divenuto un fattore determinante. Vanno decisi i budget ed i piani assunzione che condizioneranno l’organizzazione sanitaria dei prossimi anni. Con quali risorse si pensa di aprire Servizi strategici come ad esempio l’Emodinamica e la Radiologia interventistica? Sarebbe un fallimento prima di nascere secondo noi. Ci sono poi due nuovi ospedali da attivare di cui uno quello di Amandola a brevissima scadenza, ma con quali professionisti? Non ci sono neppure le graduatorie valide da cui assumere il personale di figure strategiche. Mancano tantissimi medici sia in ospedale che sul territorio ed anche gli infermieri tra qualche anno saranno merce rara da reperire. Bisogna studiare da subito – conclude Donati – una strategia per poter realizzare gli interventi previsti per l’infermiere di famiglia e di comunità, ad esempio, ma con i numeri attuali è impensabile solo pensarlo. Va rafforzata l’area del sociosanitario con assunzioni di Oss, Educatori professionali come pure l’area amministrativa merita attenzione perché gli adempimenti con la nascita dell’Azienda autonoma, cresceranno sempre più. La prevenzione infine deve tornare ad essere una priorità ed un scommessa anche di risparmio. Per farlo però servono professionisti esperti e formati. Questi sono gli argomenti concreti e reali su cui confrontarsi, con tutto il rispetto dei rituali della politica che poco servono per affrontare la realtà di tutti i giorni che è molto dura e lontana da essi. Ne vale della sussistenza del servizio sanitario pubblico del Fermano».
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