di redazione CF (foto Simone Corazza)
Oggi era la data della fatidica Conferenza dei Sindaci sulla sanità del Fermano. Una Conferenza, però, è stata rinviata al 12 aprile. Ma la Rsu ha comunque incontrato, in una riunione diciamo così, informale, i primi cittadini per illustrare le problematiche del mondo sanitario della nostra provincia. Presenti i sindaci di circa la metà dei Comuni del Fermano, una ventina insomma, e la presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri del Fermano, Anna Maria Calcagni.
A relazionare sull’esito dell’incontro è Giuseppe Donati, in qualità di vicecoordinatore Rsu nonché segretario Cisl Fp: «Ho illustrato nel concreto, le enormi difficoltà che i professionisti, operatori e dipendenti tutti del sistema sanitario pubblico all’interno della Ast Fermo vivono da tempo e che hanno stressato fino all’inverosimile l’organizzazione».
«Sono troppe le figure professionali mancanti e – va subito al dunque, Donati – non velocemente reperibili, all’interno del sistema. I ritardi e le lentezze causati da passaggi autorizzativi e burocratici, che dovevano essere risolti dal ripristino dell’autonomia delle aziende, permangono tutti a partire dall’incertezza sui budget che sono ad oggi provvisori, il ruolo di direttore ancora non assegnato, la certificazione dei fondi contrattuali definitivi 2022 e 2023. Questi fattori causano la sostanziale paralisi del confronto ma anche di decisioni, che sono ormai improcrastinabili. Ad esempio, la Ast di Fermo ha urgenza di prorogare tutti i contratti a tempo determinato in scadenza il 30 aprile per non disperdere professionisti ed operatori che altrimenti accetteranno altre proposte di lavoro nelle zone o regioni limitrofe».
«Sembra una banalità ma sostituirli, soprattutto a ridosso del periodo feriale, sarebbe impossibile. Sono sempre meno infatti – aggiunge il vicecoordinatore Rsu – i lavoratori che rispondono alle chiamate a tempo determinato. È una vera emergenza occupazionale quella che la sanità fermana dovrà affrontare, che non riguarda solo i medici ma anche gli infermieri. Basti pensare che su 80 posti disponibili nel corso di laurea in scienze infermieristiche a Fermo, ne sono stati coperti solo 50. Oltre ai rinnovi dei tempi determinati e della sollecita stabilizzazione dei precari, vi è urgenza di avere un pacchetto straordinario ed aggiuntivi di personale soprattutto infermieri, Oss, tecnici sanitari, personale della prevenzione. Addirittura nella Ast Fermo mancano anche molti amministrativi che non si riescono ad assumere per mancanza di graduatorie. In ultimo ho spiegato che le nuove tecnologie diagnostiche ed i posti letto aggiuntivi inaugurati recentemente, sono praticamente inutilizzati o sotto utilizzati sempre per carenza di professionisti».
All’incontro, si diceva, è intervenuta anche la presidente dell’ordine dei Medici di Fermo, Annamaria Calcagni «che ha denunciato – aggiunge sempre Donati – la grave carenza di medici sia ospedalieri che territoriali. Grave anche la carenza dei convenzionati tanto che molti territori sono sguarniti. C’è poi il fenomeno dei gettonisti che stanno dopando il mercato di reclutamento dei medici. Il sindaco Calcinaro, ascoltati gli interventi della Rsu e dell’ordine dei Medici, ha proposto ai colleghi sindaci di redigere un documento forte da inviare alla Regione prima del 12 aprile. Infatti senza nuove risorse, il piano sociosanitario rischia di rimanere una scatola vuota. I primi cittadini hanno convenuto di ripartire dal documento redatto dai sindaci nel 2022 ed inviato alla Regione ma rimasto disatteso. E sempre i sindaci si sono detti convinti nel riaffermare all’assessore la richiesta forte di perequazione delle risorse destinate a Fermo rispetto agli altri territori delle Marche».
Sul tema interviene anche la Cgil Fp, con il segretario generale di Fermo, Michael Egidi: «Nonostante la richiesta di rinvio dell’assessore regionale Saltamartini, si è ugualmente tenuta ieri pomeriggio, in maniera informale, la Conferenza dei Sindaci del Fermano, che ringraziamo per aver voluto mantenere fede all’impegno preso, dimostrando così consapevolezza e comprensione rispetto alla drammaticità della situazione in cui versa la sanità pubblica del nostro territorio. Tutti i sindaci, dalla montagna alla costa, di qualsiasi colore politico, si sono mostrati preoccupati per i numeri presentati dalla nostra Rsu, che fotografano ancora una volta, semmai ce ne fosse il bisogno, la precarietà con cui quotidianamente ci rapportiamo in ambito sanitario. Non vi è un direttore con cui confrontarsi e a cui presentare istanze, non vi è sicurezza di quali e quante prestazioni potranno continuare ad essere erogate, non sappiamo che fine faranno i tempi determinati in scadenza, quale sarà la forza lavoro che gestirà la stagione estiva che si preannuncia nuovamente densa di difficoltà, per le lavoratrici e i lavoratori che, come accade ormai da anni, dovranno rinunciare alle proprie ferie, fondamentali per assicurare il necessario riposo psico-fisico agli operatori sanitari, e per i cittadini, che vedranno nuovamente la temporanea chiusura delle residenze protette per mancanza di personale. Inoltre, non passa di certo inosservata la disparità di risorse, economiche ed umane, che colpisce la nostra provincia rispetto al resto dei territori marchigiani, e che restituisce, alle nostre operatrici e operatori sanitari, già stremati e sull’orlo della crisi di nervi, un senso di frustrazione e mortificazione per una professionalità. Crescono i malumori dell’utenza, che di fronte alla scelta tra rivolgersi al privato o rinunciare alle cure, ormai troppo spesso riversa la propria rabbia su operatrici e operatori che quotidianamente ci mettono la faccia, a differenza di chi avrebbe il dovere istituzionale di garantire risposte adeguate e immediate alle problematiche avanzate. In ultimo, come ricordato dalla dottoressa Anna Maria Calcagni, emerge con forza anche la problematica dell’endemica carenza di medici di famiglia e di medici di continuità assistenziale (guardie mediche), di cui alcuni comuni sono ormai totalmente sprovvisti. Ribadendo l’apprezzamento per l’apertura all’ascolto e al confronto dimostrata dai sindaci del territorio, come Fp Cgil, ci rendiamo disponibili ad assemblee e percorsi unitari, come stiamo già facendo in tutte le Marche, per condividere tali problematiche con le comunità che essi rappresentano, affinché, di fronte a quella che è a tutti gli effetti la maggiore vertenza dell’intero territorio regionale, si possa trovare la necessaria compattezza per garantire alla provincia di Fermo, ma in generale a tutto il Sistema Sanitario pubblico, la dignità e il rispetto che merita».
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