Un congresso nazionale a Firenze ha visto riunite tutte le società e le associazioni legate al mondo della sanità, anche delle Marche, per fare il punto sul futuro del sistema di emergenza-urgenza che sta attraversando un momento difficile.
Sono scaturite diverse proposte, tra cui quella di istituire un corso di laurea infermieristica, ad indirizzo clinico in Emergenza Urgenza, al fine di “colmare – si legge nel manifesto sottoscritto da tutte le organizzazioni – l’attuale carenza di personale infermieristico e una valorizzazione delle competenze infermieristiche avanzate”.
La Siiet (Società Italiana degli Infermieri di Emergenza Territoriale)Marche, pure presente a Firenze, rappresentata dal referente regionale Paolo Armillei e dal pesarese Cristiano Calò conigliere nazionale, da tempo porta avanti la figura dell’infermiere per far fronte alle necessità che si sono create.
«Nelle Marche – afferma Armillei – è stato istituito un tavolo tecnico tra Dipartimento salute della Regione e tutte le società scientifiche che operano nel campo dell’emergenza e urgenza. Insieme stiamo stilando un documento (oltre alla Siiet sono coinvolte diverse altre società la Siems e la Coes, degli autisti soccorritori)».
Gli argomenti che sono toccati nel congresso nazionale non hanno sorpreso dunque i rappresentati marchigiani che si sono trovati pienamente d’accordo con quanto contenuto nel “manifesto” che ne è emerso e per il quale tutti i firmatari hanno garantito l’impegno a sostenerne i contenuti.
«A due anni dalla Carta di Riva, documento condiviso ai massimi livelli tra tutti gli attori principali del sistema di emergenza urgenza sanitaria, si intendono riaffermare i principi in essa contenuti e tracciare le condizioni necessarie alla riforma del sistema”, è scritto nel “Manifesto di Firenze».
Fattori necessari all’evoluzione del sistema a Firenze sono stati individuati “nell’implementazione della rete di soccorso gestita per livelli di complessità della risposta sanitaria, creando una reale integrazione tra la rete ospedaliera e la rete territoriale”.
Poi altri punti, tra i quali “un coordinamento di livello regionale, con funzione di governo clinico e gestione organizzativa, delle centrali operative sanitarie (PSAP2), con relativo superamento dell’attuale frammentazione a livello nazionale e regionale. Applicare nelle realtà operative quanto già previsto dalle normative su Triage, Osservazione Breve (OBI) e piani di sovraffollamento.
Organizzare il lavoro di Pronto Soccorso per percorsi, attivando strategie per velocizzare la gestione intra ed extraospedaliera dei codici minori (Fast Track e See and Treat), valorizzando la funzione e le strutture della Medicina del Territorio”.
Ed ancora: “Implementare servizi di psicologia dedicati al personale operante nell’area di emergenza urgenza, al fine di prevenire burn out e disturbi da stress lavoro correlati”.
m.n.g.
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