Elezioni comunali 2026 a Fermo, così distanti, così vicine. Nonostante manchino ben tre anni alle elezioni che chiameranno la città capoluogo alle urne, sono in corso le grandi manovre nelle stanze della politica fermana. E già è un via vai di nomi e di strategie. Sinistra, destra, centro e, certamente nel mezzo il civismo che in città fa rima con il nome del sindaco Paolo Calcinaro il cui futuro è ancora incerto, nel senso che è lo stesso primo cittadino che non scopre le carte anche se è lecito pensare che stia già lavorando al nome del suo “erede”. Ma, per tornare nell’alveo del centrosinistra, tra i nomi maggiormente in voga in questo periodo c’è quello del presidente del Consiglio, Francesco Trasatti. Un nome che, se sul fronte amministrativo e curricolare è insindacabile, su quello politico suscita non poche perplessità.
Perché? Semplice. La frangia più scettica vorrebbe infatti che Trasatti, per essere un nome “ammissibile” tra quelli dei papabili candidati, si affrancasse dall’amministrazione Calcinaro. Insomma, per farla breve, che ponesse dei netti distinguo all’operato della giunta, che si distaccasse progressivamente dalle linee guida dell’amministrazione. Questo ne farebbe una “voce contro” di spessore in città, e dunque un plausibile candidato sindaco con una chiara soluzione di continuità con Calcinaro. A quel punto potrebbe, o meglio, dovrebbe essere preso seriamente in considerazione per la corsa alle amministrative 2026 anche dal Pd. Nei giorni scorsi il direttivo dem si è riunito e, infatti, a riprova che senza “lo strappo” Trasatti non è argomento di discussione in casa dei democrat, di lui, del suo nome non si è parlato. In tanti hanno sperato che lo scisma politico si consumasse sul caso della “Traviata transgender” vietata dall’amministrazione alle scuole. E invece, al netto di una pur sempre chiara presa di posizione di Trasatti, il distacco non c’è stato. Un’occasione persa, per qualcuno, un assist involontario non massimizzato dal presidente dell’assise consiliare per altri. Intanto continuano le riunioni, i conciliaboli per elezioni così distanti, calendario alla mano, ma anche così vicine. Ora le attenzioni di partiti e formazioni civiche sono concentrate su Porto Sant’Elpidio, Montegiorgio e Altidona (in cui si voterà fra poco più di un mese). Ma il dinamismo fermano ha iniziato a provocare le prime vibrazioni pre-elettorali.
r.c.
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