Da sin. alto: Francesco Trasatti, Micol Lanzidei, Nicola Pascucci, Savino Febi, Manolo Bagalini e Gabriele Palmucci
«Siamo stupiti dell’attenzione che è stata rivolta alla nostra lista dalla vostra testata in un semplice lunedì di Pasquetta, nell’ambito di precoci analisi politiche rivolte al 2026 sulla successione all’attuale sindaco Calcinaro e sui movimenti del centrosinistra nei nostri confronti o, viceversa, sui nostri movimenti verso il centrosinistra. D’altra parte sappiamo di essere la seconda lista della città, con quasi tremila preferenze nelle elezioni del 2020 e con 5 consiglieri comunali eletti, non nascondendo in quella campagna elettorale né le nostre idee né la nostra area di riferimento, sempre alla luce del sole e a testa alta sia verso la coalizione di cui facciamo parte che nei confronti dei nostri avversari. Crediamo tuttavia sia necessario fare delle precisazioni al fine di non alimentare un chiacchiericcio che poco può avere a che fare con una giusta e corretta informazione». A parlare, o meglio a scrivere (con una nota stampa indirizzata proprio a Cronache Fermane) sono gli esponenti della lista “La città che vogliamo” con il presidente del Consiglio comunale, Francesco Trasatti, l’assessore Micol Lanzidei, e i consiglieri Nicola Pascucci, Manolo Bagalini, Savino Febi e Gabriele Palmucci.
«Al prossimo appuntamento elettorale mancano tre anni. Ci sembra quantomeno prematuro immaginare ora scenari di fantapolitica. Attualmente siamo impegnati a lavorare con il massimo dell’impegno all’interno dell’attuale maggioranza, con un’assessora di riferimento, che sta tra l’altro ottenendo ottimi risultati, il presidente del Consiglio Comunale e consiglieri con deleghe importanti. Non abbiamo alcuna intenzione di ridurre o abdicare al nostro lavoro che, con correttezza e senso del dovere verso i nostri partner di coalizione, e soprattutto verso gli elettori che ci hanno dato fiducia, stiamo portando avanti già da due anni senza mai ricorrere al bilancino della spartizione del potere politico. Abbiamo idee di pensiero diverse? Certo che le abbiamo, internamente tra noi ed esternamente rispetto ad alcune tematiche di coalizione. Non siamo monoliti e amiamo orgogliosamente confrontarci. Il fatto che siano state evidenziate anche dal vostro articolo significa che sono di dominio pubblico e non dobbiamo nascondere nulla. Ma questo non toglie né la compattezza del nostro gruppo, ribadita, se ce ne fosse il bisogno, anche attraverso questo comunicato, né che qualora ci fosse qualcosa su cui abbiamo opinioni diverse anche rispetto alla maggioranza non se ne parli tra noi e poi, se necessario, pubblicamente. Come peraltro già avvenuto e da voi ricordato. Siamo interessati a ciò che succede nel campo del centrosinistra? Certo che sì, buona parte di noi viene da quel mondo e da lì ce ne siamo andati, disgustati da un certo modo di fare. L’area progressista e riformista è il nostro campo di riferimento e non possiamo che rallegrarci, da osservatori, se si sviluppano nuove dinamiche. Da qui deriva il nostro interessamento e anche la ricerca di un confronto diretto, che non nascondiamo, senza però il venir meno dei rispettivi ruoli di maggioranza e minoranza. Quello che abbiamo fatto, facciamo o faremo, in gruppo o singolarmente ciascuno di noi, lo abbiamo infine sempre deciso insieme, in completa autonomia. Gli unici a cui dobbiamo riferirci sono gli elettori che ci hanno dato fiducia. Ci fa dunque sorridere che qualche esponente della “frangia più scettica della sinistra” ci intimi ciò che dovremmo fare per ottenere una qualsivoglia “considerazione” di fronte al suo cospetto. La “considerazione”, non sua ma della città, ci deriva e deriverà eventualmente dal lavoro fatto, dal modo in cui ci poniamo e amministriamo, soprattutto dalla nostra profonda libertà, che rivendichiamo, di decidere secondo le nostre convinzioni motivando il perché delle nostre scelte. E non perché sollecitati da “chi reputa imprescindibili” taluni comportamenti dall’alto della sua cattedra per elargire la sua attenzione. Che è proprio quel modo di fare che ci aveva e ha allontanato dal centrosinistra e che speriamo di non ritrovare mai più».
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