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Conferenza dei sindaci sul Piano socio sanitario: Cgil: «Luci e ombre. Vogliamo garanzie»

Il segretario generale De Grazia e il segretario Fp Egidi chiedono risposte chiare ai vertici regionali soprattutto sulle gravi carenze di organico nei nosocomi fermani: «Vista la mancanza di soluzioni immediate, ribadiamo l’appello ai sindaci del territorio a realizzare insieme assemblee e percorsi unitari»

Alessandro De Grazia, segretario generale Cgil Fermo

«Una decina di giorni in più sono serviti per assicurare la presenza dell’amministrazione regionale alla conferenza dei sindaci del fermano, ma non sono bastati a garantire le adeguate risposte che noi tutti, organizzazioni sindacali e rappresentanti dei cittadini, uniti nella preoccupazione per le sorti della sanità pubblica del nostro territorio, attendevamo con ansia». Non sono soddisfatti Alessandro De Grazia, segretario generale Cgil Fermo e Michael Egidi, segretario Fp Cgil Fermo, a margine dell’incontro su piano socio sanitario di ieri.

«A parte una fotografia dell’attuale dispersione di risorse dovute alla mobilità passiva e le belle parole spese dal presidente Acquaroli sulla propria visione di una sanità pubblica sistemica ed efficiente, non vi è alcun impegno immediato a riequilibrare una situazione distorta che continua a colpire il nostro territorio, il quale anzi, nelle preoccupazioni della giunta regionale, non sembra avere la stessa importanza rispetto al problema delle fughe dei cittadini pesaresi verso la sanità della vicina Emilia Romagna – dicono i due rappresentanti sindacali -. Nelle prime pagine del piano socio sanitario viene richiamata l’importanza del principio della sostenibilità economica, ovvero, viene chiarito che curarsi è un diritto, ma sempre e solo “nell’ambito delle risorse assegnate al servizio sanitario regionale e nel rispetto dei vincoli definiti dalla finanza pubblica”. Viene dunque da chiedersi come pensi, la giunta Acquaroli, di garantire, oggi, stante la situazione precaria e non più sostenibile, il diritto alla salute nel territorio fermano, senza operare quel riequilibrio di risorse, umane ed economiche, drammaticamente necessario vista una disparità imbarazzante rispetto al resto della regione».

«Secondo l’assessore Saltamartini, ogni provincia dovrà riuscire a garantire l’erogazione delle necessarie prestazioni all’interno dei propri confini territoriali. Vuol dire forse che Fermo disporrà al più presto dell’emodinamica (almeno questa l’assessore l’ha promessa, e ne terremo conto), o dei medici e operatori necessari per garantire le stesse prestazioni assicurate nel resto della regione, oltre che una gestione del servizio in linea con quanto stabilito dalle normative? Vuol dire che disporremo del personale necessario a far funzionare tutte le strutture del territorio (comprese quelle di prossima apertura, come gli ospedali di Fermo ed Amandola) anche nel periodo estivo? O significa piuttosto, come pare, che ciò che non riuscirà a garantire il sistema pubblico, finirà per essere caricato sulle spalle della sanità privata, adeguatamente remunerata per tale servizio? – si chiedono Egidi e De Grazia -. A proposito di sanità sistemica, infine, non possiamo non cogliere quanto i fatti raccontino una realtà diversa, con una riforma del Ssr, approvata in fretta e furia lo scorso agosto, che va nella direzione opposta, e che ancora non ha prodotto neanche la nomina di quei direttori generali con cui poterci confrontare. Come CGIL, vista la mancanza di soluzioni immediate alle gravi carenze di organico, ribadiamo l’appello ai sindaci del territorio a realizzare insieme assemblee e percorsi unitari, per sensibilizzare la popolazione e per ribadire l’importanza di garantire ai cittadini della provincia di Fermo, nel minor tempo possibile, il reale diritto ad una sanità pubblica, universale ed efficiente».


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