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Sanità, l’amarezza di Donati (Cisl): «A Fermo no risorse aggiuntive per il personale. Emodinamica? Due volte a settimana»

L'ANALISI del segretario regionale Cisl fp che ieri ha partecipato alla Conferenza dei Sindaci per l'illustrazione del Piano socio-sanitario: «La speranza era quella di un'apertura verso una riorganizzazione complessiva dell'offerta che appare ridondante in qualche provincia e carente in altre. Non mi è sembrato sarà questo l'intendimento. Così però la sanità del Fermano rimarrà la "Cenerentola" delle Marche»

Al microfono, Giuseppe Donati

«Il sunto delle conclusioni dell’assessore Saltamartini e del presidente Acquaroli a margine della Conferenza dei Sindaci, può essere sintetizzato nei seguenti termini: non ci saranno risorse aggiuntive per il personale». E’ l’impietosa analisi di Giuseppe Donati, segretario regionale Cisl fp che ieri ha preso parte all’incontro con i vertici della Regione per l’illustrazione del Piano socio-sanitario.

«Alla richiesta di perequazione di trattamento con altre province, venuta forte dai sindaci del Fermano, hanno risposto, che già l’aver ridato personalità giuridica ed autonomia alle Aziende con la riforma, è una risposta. Infatti, prima, con l’Asur, non tutte le Aree Vaste avevano lo stesso peso. Oggi tutte valgono allo stesso modo. Sulle risorse per il personale l’assessore ha chiaramente affermato che non è la Regione che non vuole assumere il personale ma che non può. Ci sono infatti limiti invalicabili per gli enti e le Aziende della Pubblica Amministrazione che anche i sindaci dovrebbero conoscere bene, che non permettono di superare la spesa per il personale del 2004 ridotta del 1,4% con correttivi apportati dalla legge Madia. Limiti che derivano addirittura da trattati europei ai quali l’Italia non può sottrarsi. Le Marche sono già vicinissime al tetto massimo. Da ciò quindi, è chiaro che non si possono fare promesse demagogiche su nuove risorse per il personale. Al momento è impensabile rinunciare a coloro che sono stati assunti a tempo determinato nel corso degli anni di pandemia. Saranno quindi rinnovati i contratti in scadenza a fine aprile ma la spesa che comporterà i rinnovi farà arrivare le Marche al tetto di spesa massima nel 2023. Da qui, il fatto che non potranno esserci altre assunzioni almeno in numeri significativi. La lotta più importante, secondo Acquaroli, è contro la mobilità passiva. Le Marche pagano ogni anno circa 160 milioni di euro in mobilità passiva verso altre Regioni. La differenza tra attiva e passiva è di circa 40 milioni. Le uniche risorse per nuovo personale, che potremo recuperare per il Sistema Sanitario verranno dal recupero della mobilità passiva. La zona di Pesaro da sola, produce un terzo dell’intera mobilità passiva. A Fermo verrà finanziata Emodinamica e verranno fornite all’Ast le risorse per farlo. Questo permetterà di recuperare parte della mobilità passiva che produce Fermo verso Cotignola. In conclusione, la sensazione è che purtroppo anche stavolta, la sanità fermana non otterrà nulla di aggiuntivo per recuperare il gap storico esistente. Va detto ai cittadini fermani la verità anche su Emodinamica. Il nuovo servizio che ad inizio maggio partirà, non potrà sopperire interamente alla necessità di fronteggiare una patologia “tempo dipendente” come l’infarto. Infatti, Emodinamica che aprirà a Fermo, funzionerà solo due volte a settimana per pazienti programmati o già ricoverati. Questo perché non saranno i cardiologi di Fermo a gestirla ma l’equipe dell’Inrca di Ancona. Un’amara conferma, quella sul personale, di quanto sospettavamo da tempo visto i limiti normativi esistenti. Però la speranza era quella di un’apertura verso una riorganizzazione complessiva dell’offerta che appare ridondante in qualche provincia e carente in altre. Non mi è sembrato sarà questo l’intendimento. Così però la sanità del Fermano rimarrà la “Cenerentola” delle Marche».

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