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Le priorità di Battilà per il quartiere San Filippo

PORTO SANT'ELPIDIO - La lista degli interventi previsti dal candidato sindaco

«Il parco è il fiore all’occhiello di questo insediamento che fa della sua “varietà regionale” un segno distintivo: gli elpidiensi che qui risiedono arrivano da ogni parte d’Italia, attratti dall’offerta di lavoro proposta dalla confinante zona Pip, questo almeno fino a qualche anno fa». Inizia così la disamina del candidato sindaco di Porto Sant’Elpidio, Gian Vittorio Battilà per il quartiere San Filippo.

«Oggi la necessità per la nostra coalizione è convertire quella parte d’industria calzaturiera in crisi in un indotto produttivo, quindi, la direzione naturale per il territorio elpidiense è tutelare le attività artigianali e favorire il turismo: promuovere il cicloturismo, ad esempio, quello che permetterebbe di rendere fruibile il territorio dal mare alla collina, sfruttando le infrastrutture già esistenti, migliorandole laddove necessario, evitando inutili spot privati che bloccano l’intero paese (pensiamo alla Gran Fondo organizzata lo stesso venerdì 14 aprile) e – spiega Battilà – tagliano fuori il lungomare, gettandolo nell’isolamento, esattamente il contrario di ciò che si dovrebbe fare per agevolare le attività commerciali di quella porzione di città; incentivare il turismo tradizionale: essere il comune, tra quelli affacciati sull’adriatico, titolare del più lungo litorale balneabile ci da un vantaggio che in questi anni non è stato sfruttato, considerando il degrado in cui versano la spiaggia e il territorio attiguo. Una delle principali problematiche che insiste anche qui a San Filippo è il raggiungimento proprio del lungomare, soprattutto per chi arriva a Porto Sant’Elpidio dall’autostrada: la soluzione sarebbe sotto gli occhi di qualsiasi amministratore e come Laboratorio Civico l’abbiamo già proposta nel 2018: utilizzare i sotto passi pedonali esistenti sulla massicciata della ferrovia per creare funzionali accessi al mare, soluzione che ricordiamo, da nord (Fonte di mare) a sud (Faleriense), è assolutamente realizzabile con un minimo sforzo economico e darebbe l’idea di una città provvista di una programmazione urbanistica coerente ed omogenea su tutto il suo territorio, ma soprattutto concederebbe un servizio essenziale sia ai cittadini che ai turisti».

 

«L’ostacolo più grosso – aggiunge il candidato – resta il passaggio carrabile che dalla statale da accesso alla costa: l’unica via praticabile oggi è il sottopasso di via Pavia, percorribile da un veicolo alla volta e off limits per un autobus, ad esempio. La soluzione più immediata sarebbe intervenire su questa via d’accesso esistente per renderla fruibile a tutti i mezzi, soprattutto a quelli di trasporto turistico.  Quello che si dovrebbe fare anche dall’altra parte della città, a Fonte di mare, dove nell’ultimo consiglio comunale utile la maggioranza uscente ha previsto un resort con 500 accessi giornalieri senza una via carrabile d’ingresso dalla statale, tanto per parlare di programmazione coerente col territorio. Poi sicurezza e decoro urbano, problematiche ricorrenti nelle stesse modalità su tutto il territorio: come si diceva, San Filippo, sotto il profilo della gestione del verde e in generale della cura del quartiere, sarebbe un modello da esportare in tutta Porto Sant’Elpidio. Qui le amministrazioni passate, come quella uscente, hanno fornito le infrastrutture necessarie ai volontari dell’associazione di quartiere per occuparsi in prima persona, ad esempio, della cura del parco, rendendo un servizio efficiente la manutenzione del verde pubblico, cosa che non accade nel resto della città in cui l’appalto del verde è orfano di una progettazione ordinaria degli interventi che la giunta Franchellucci ha dirottato sul privato, pagandolo più della ditta affidataria. Sensato sarebbe dare accesso alle infrastrutture, necessarie a prendersi cura del proprio territorio, a tutti i quartieri e incentivare l’attività dei cittadini, delle associazioni di volontariato, delle assemblee di quartiere, appunto, a questo scopo. Magari rimettendo mano a ciò che è previsto nell’appalto del verde e integrarlo con una manutenzione ordinaria da affiancare all’operato di cittadini volenterosi e responsabili come quelli di San Filippo, che risulta quindi un modello da esportare, col presupposto, però, di concedere a tutta la città le stesse possibilità offerte negli anni a questo quartiere che nonostante tutto risulta dimenticato da chi si propone di continuare ad amministrarlo. A volo d’uccello, gli interventi più immediati appaiono: aprire un passaggio pedonale tra via della Pace e via Legnano, anche per garantire parcheggi al Teatro delle Api; snellire la viabilità del Polo Urbani aprendo una strada con affaccio su via della Pace; incrementare gli investimenti sul campo da Baseball e, in generale, supportare le associazioni sportive di zona, considerato il ruolo educativo, culturale e formativo che ricoprono per i settori giovanili; predisporre cestini per le deiezioni canine e attrezzare spazi verdi per gli animali domestici; eliminare le barriere architettoniche e sincerarsi che gli attraversamenti pedonali, e le relative strisce, non finiscano a ridosso di muretti od ostacoli di vario genere, ma su scivoli adeguati al passaggio di carrozzine; rifare i marciapiedi di via XX Settembre e mettere mano alle fognature che versano in uno stato pietoso. Interventi specifici per la sicurezza: predisporre un’illuminazione capace di rendere le aree comuni appetibili per le famiglie e, al contempo, dissuadere i delinquenti; aumentare il numero di telecamere Ocr per garantire una copertura adeguata, anche attraverso il baratto amministrativo, favorendo, cioè, aziende e privati che decidessero d’investire nell’acquisto di nuovi presidi;  procedere a nuove assunzioni di personale di polizia locale, con caratteristiche fisiche idonee a creare nuclei operativi cinefili con mansioni antidroga. Una criticità di cui abbiamo fatto esperienza diretta: per raggiungere la sede dell’associazione, sia che si arrivi da via Cinque Giornate, che da via Comunale San Filippo, si è obbligati a percorrere lo sterrato di via Martiri delle Foibe, espressione plastica della mancata pianificazione e lungimiranza dell’amministrazione Franchellucci e del suo essere distante dal cittadino. Abbiamo trovato un parcheggio di ghiaia allagato e nascosto dal buio causato dall’illuminazione non funzionante. Non esattamente un biglietto da visita spendibile per il turismo e, soprattutto, non un deterrente per la criminalità. Il comitato di quartiere ci ha informato che il disguido dell’illuminazione spenta perdura da qualche giorno e che, da quando il Comune ha pensato di cambiare gestore del servizio elettrico, gli stessi volontari si sono trovati nell’impossibilità di risolvere in autonomia questo problema, come da tempo sono abituati a fare. Appare urgente rimettere nelle mani di un’amministrazione responsabile la gestione di una città il cui peso non può gravare sulle spalle di pochi concittadini volenterosi».


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