di Giorgio Fedeli
«Con noi speculazione edilizia? Allora diciamo come stanno le cose, tutte le cose. L’ex presidente Fabiano Alessandrini ha provato a vendere l’area di monte Cacciù ben due volte. E il debito che abbiamo ereditato è pari a 12,2 milioni di euro». E’ la rivelazione del presidente Steat, Remigio Ceroni. Le sue parole nascono a replica dell‘interrogazione presentata dai consiglieri provinciali dem, Aronne Perugini e Stefano Pompozzi, ma di fatto si trasforma in un’analisi di quanto ereditato dal suo cda, tra debito e azioni intraprese da chi lo ha preceduto.
«Il nuovo cda della Steat lavora con impegno e serietà per portare avanti il compito che il presidente della Provincia di Fermo, il sindaco di Fermo e i sindaci soci ci hanno assegnato. I soci e cittadini sono stati opportunamente informati della condizione in cui abbiamo trovato la società. Siamo convinti che riusciremo a rimettere in carreggiata la situazione mettendo in atto tutte quelle misure, azioni e scelte necessarie per garantire un futuro alla società» esordisce il presidente che, però, poi passa subito all’attacco, carte alla mano.
«Mi meraviglia che esponenti politici blasonati come Perugini e Pompozzi abbiano svolto la loro attività in maniera quantomeno distratta. Evidentemente non sanno che il debito che abbiamo trovato sulle spalle della Steat ammonta a 12.209.678,69 euro. Numeri certificati da contratti di mutuo e leasing stipulati con le banche al 30 giugno 2022. E dobbiamo anche considerare l’aumento con la variazione dei tassi di interesse. Dal 2012 al 2022 gli interessi ammontano a 1.52o.744 di euro. Ci sono quattro mutui a tasso variabile. In totale abbiamo 5 leasing e 15 mutui che vanno rimborsati entro il 2026 (1,3 di milioni all’anno). Quindi il debito aumenterà. Al 31 dicembre 2022 abbiamo rimborsato le rate dei mutui per 655.554,01 euro. Tutto questo mentre il fatturato è inferiore ai 10 milioni di euro» e questa è la fotografia di Ceroni sul fronte finanziario.
Si passa alle proprietà: «Perugini e Pompozzi non sanno che le proprietà immobiliari dell’ente, deposito Santa Lucia, deposito Porto Sant’Elpidio e terreno a monte Cacciù sono tutti ipotecati. Al di là dell’utilizzo discutibile e per certi aspetti inquietante fatto di questo indebitamento, di questi soldi, esiste il parametro della sostenibilità del debito. Quello sulle spalle della Steat è sostenibile? Qualunque azienda che ha un debito superiore al fatturato avrebbe una grande preoccupazione. D’altra parte negli ultimi 10 anni, si diceva, sono stati pagati 1,5 milioni di interesse, certificati dai bilanci. Perugini e Pompozzi dicono “guai a vendere monte Cacciù“. Erano proprio distratti mentre il presidente Alessandrini, segretario del Pd, pubblicava sul sito della Steat un primo avviso di vendita di monte Cacciù datato 24 ottobre 2019, ovviamente andato deserto. Lo stesso presidente ha pubblicato un secondo avviso di vendita il 6 luglio 2020 ma anche questo è andato deserto perché quel valore di stima è insensato. Non alle speculazioni edilizie su monte Cacciù, dicono…peccato che agli atti della Steat risulta una domanda al sindaco di Fermo del presidente Alessandrini per una variante al Prg vigente “trasformazione aree in zona turistico-ricettiva” con tanto di documentazione allegata. Ma Perugini e Pompozzi non lo sanno».
Dal passato al presente: «Adesso abbiamo fatto stimare nuovamente l’area, ovviamente ad un valore più congruo. E vediamo se arriverà qualche proposta di acquisto. Tuttavia d’intesa con il presidente della Provincia, con il Comune di Fermo, luogo dove insiste l’area, e anche i principali azionisti Steat, concorderemo il da fare. Le osservazioni e i suggerimenti che ci arrivano da sindaci e dal territorio dobbiamo tenerli in considerazione. Tuttavia dobbiamo rispettare la mission di questa società, con i compiti previsti dallo statuto che Pompozzi e Perugini probabilmente non hanno mai letto. C’è dell’altro ma al momento penso che queste risposte siano sufficienti a far capire come stanno le cose».
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