di Daniele Iacopini
Concludiamo la nostra carrellata sulla politica fermana in ottica 2026 con un veloce punto della situazione in seno alla maggioranza. Dopo aver parlato del futuro del civismo e delle possibili intenzioni del sindaco Calcinaro, e dopo aver analizzato la situazione del centrosinistra anche in relazione alla posizione della lista “La città che vogliamo”, è il momento di capire cosa si muove all’interno della lista del sindaco, Piazza Pulita, e nelle liste collegate. Nonché individuare i possibili successori del primo cittadino (qualora, ovviamente, non ci sia la possibilità di un terzo mandato e, a seguire, Calcinaro decida di non ricandidarsi).
Con una premessa d’obbligo, viste le ultime prese di posizione: è sicuramente vero che si tratta di “precoci analisi politiche” e che alle elezioni mancano ancora 3 anni. Ma le precoci analisi tali sono perché, evidentemente, seguono…precoci passi politici. Chi osserva e scrive prende atto della realtà e non può che essere l’effetto di un qualcosa che accade e che, d’altra parte, non è stato smentito.
Ma veniamo alla maggioranza. Da mesi ormai (appunto…) circolano nomi sui possibili successori del sindaco Calcinaro. Era ancora il 2022 quando fece capolino il nome di Alberto Scarfini, assessore al Bilancio e allo Sport e da sempre vicino al primo cittadino. Scarfini, avvocato, il più votato alle ultime elezioni assieme all’altro assessore Mirco Giampieri, sta “studiando” da sindaco e avrebbe avuto il via libera da parte di Calcinaro. Certo, deve acquisire forse una maggiore malizia politica e capacità interpretativa, ma non c’è dubbio che il suo sia un nome spendibile in chiave futura.
Sempre tra gli assessori e sempre in quota Piazza Pulita, ad emergere è anche il nome di Alessandro Ciarrocchi, anche lui avvocato, attuale assessore all’ambiente, che già nel 2020 la Lega aveva individuato come possibile candidato alla carica di primo cittadino. Tuttavia, avendo Ciarrocchi assicurato fedeltà al progetto civico per la città, non se ne fece nulla. Ora anche il suo nome torna a circolare.
Il terzo nome è quello del vicesindaco Mauro Torresi, già candidato sindaco nel 2015 e da sempre riferimento civico per quegli elettori di destra orfani di partiti ormai assenti con il loro simbolo dalla competizione elettorale. Torresi, che ha la delega al commercio e alla viabilità, non è “organico” alle storiche liste di Calcinaro ma è certo uno dei più attivi. Deve decidere cosa fare: aspettare un cenno dalla maggioranza o, possibile, decidere di riproporre lo schema del 2015 e andare da solo alle elezioni, ovviamente supportato dalla sua lista e forte di una vicinanza proprio con i vertici di Fratelli d’Italia.
Con una sinistra che probabilmente proverà a ricompattarsi, proprio il ruolo dei partiti di centrodestra sarà decisivo alle prossime elezioni. E non c’è dubbio che chi uscirà con l’investitura dalla maggioranza non potrà non provare a sondare il terreno per una possibile alleanza. Nel segno del civismo. Sì, perché le diverse anime presenti al governo della città vorrebbero mantenere questo profilo di trasversalità e in questo senso si stanno comunque muovendo.
Se questo è lo scenario possibile, tempi di duro lavoro spettano al segretario della lista Piazza Pulita, Stefano Faggio, e alla capogruppo Sara Pistolesi. La lista deve prepararsi per tempo, trovare adesioni attorno al nome del futuro candidato e, soprattutto, evitare una competizione interna dagli effetti divisivi.
Ma, come detto, tre anni mancano all’appuntamento elettorale e non è detto che in questo lungo lasso di tempo non escano fuori altri protagonisti. Qualche ritorno, per esempio. Oppure la consacrazione politica di qualche esponente da tempo in politica, che potrebbe anche profittare dell’epocale maturazione del sistema in tema di genere. Insomma, per farla breve: le donne hanno preso la scena politica e da qualche parte è iniziato a circolare anche il nome dell’assessora all’Urbanistica Mariantonietta Di Felice. Chi vivrà, vedrà.
Di Alessandro Bargoni e Giovanni Lanciotti si parla spesso. Il primo, confluito in Azione, è stato il primo che all’interno della maggioranza ha rotto gli argini del civismo, inserendo elementi politici che hanno avviato di fatto la possibile transizione. Facendo anche storcere il naso a qualcuno. Le sorti del terzo polo raffredderanno le strategie e i progetti per il futuro? Chissà. Quanto a Lanciotti, il suo è un nome ciclicamente spendibile. Nulla di nuovo sotto il sole.
Nomi, nomi ed ancora nomi. Il “gioco” per ora finisce qui. L’amministrazione della città no. In questo senso, il primo cittadino non appare preoccupato dalla corsa interna alla sua successione. Per due motivi: perché vede l’attività amministrativa procedere regolarmente e con impegno da parte dei suoi assessori e perché…come sempre toccherà a lui dire l’ultima parola. In una sorta di “ius vitae necisque” che già dal diritto romano veniva riconosciuto al “pater familias”. Un po’ dura, messa così. Ma parliamo di politica, ovviamente…
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