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I terremotati non sono tutti uguali, neppure ferrovie e autostrade: le Marche una regione del Sud

L’INTERVENTO di Ugo Bellesi – A 7 anni dal sisma ancora ci sono macerie da portar via e la ricostruzione dei centri storici è lontana. Nel nord Italia si costruisce la Milano-Laghi a 5 corsie in tempi record ma da noi per i lavori sulla Superstrada e sulla A14 occorrono mesi se non anni

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Ugo Bellesi

 

di Ugo Bellesi

“Quousque tandem abutere patientia nostra?”. Fino a quando dunque abuserai della nostra pazienza? Questa celebre frase, pronunciata da Cicerone contro Catilina, potrebbe essere presa in prestito da noi marchigiani, e in primis dalla Giunta regionale. Responsabile non è il Governo attuale e neppure quelli precedenti ma vari Enti pubblici che, nel tempo, a vario titolo si sono occupati delle Marche.

Non rivangheremo quanto è successo dopo il terremoto del 2016, con le Sae costruite in ritardo di mesi, con i terremotati trasferiti lungo la costa che più volte hanno dovuto cambiare destinazione perché arrivavano i villeggianti, con le famiglie che hanno avuto le case ricostruire ma debbono attendere mesi prima di potervi rientrare perché non si fanno gli allacci all’energia elettrica, con grossi paesi lasciati senza sportello bancario, con uffici postali e farmacie difficili da raggiungere per chi non ha l’auto, con gli anziani lasciati senza un luogo di ritrovo in cui incontrarsi e farsi vicendevolmente coraggio ma costretti a rimanere rinchiusi entro quattro mura di cartongesso. E si potrebbe continuare ancora a lungo ricordando che l’asportazione delle macerie ad un certo punto si è interrotta per lunghi mesi ed è stata autorizzata la ripresa solo in questi giorni.

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Un’area Sae a Ussita

Né va dimenticato il fatto che le ingiunzioni di pagamento delle bollette non arrivano alle Sae dove vivono i terremotati ma alle loro vecchie case diroccate, dove non c’è nessuno, creando problemi infiniti per intere famiglie. E non parliamo neppure delle previste “demolizioni di vecchi ed isolati edifici dei centri storici per far posto a scatoloni – come si legge in una documentata protesta giornalistica – Le demolizioni di Visso sono il frutto di una ‘ordinanza speciale’ che s’intreccia con il programma straordinario per la ricostruzione”. Infatti ci si dimentica che “la conservazione del patrimonio edilizio storico e dei tessuti edilizi minuti determina il carattere degli insediamenti tradizionali delle terre alte dell’Appennino che rappresentano l’anima vera dei luoghi”. Non per nulla l’avvocato Giuseppe De Rosa di recente aveva intitolato un suo editoriale con il quesito: “E se fosse toccato a Spoleto o a Urbino?”, alludendo al fatto che certamente la ricostruzione post sisma in queste città sarebbe stata molto più celere di quella che toccherà a Camerino.

E veniamo ai fatti di questi giorni. L’Anas è impegnata nei lavori di manutenzione della superstrada che riguarda il Maceratese. Lavori indispensabili ma anche urgenti perché il degrado di alcune strutture era già evidente. Ebbene i lavori sono iniziati nel 2019 con il primo cantiere e poi ne sono stati aperti altri nove che rendono la superstrada non solo poco praticabile (tanto che molti automobilisti preferiscono la vecchia statale) ma addirittura pericolosissima. E gli incidenti infatti sono all’ordine del giorno specialmente dove ci sono i restringimenti di carreggiata. Ci si chiede: ma quando finirà questa manutenzione? Se si trattava di lavori così impegnativi da richiedere anni (ricordiamo che sono iniziati nel 2019) perché non si sono iniziati prima? E perché si sono dovuti aprire dieci cantieri tutti insieme? Tutte le superstrade si trovano in simili condizioni? Certamente no. Infatti se si fosse trattato di altra regione – citiamo a caso Milano – sicuramente la manutenzione sarebbe stata più tempestiva. Non solo ma anche i lavori sarebbero stati “più veloci”. Ma siamo nelle Marche e quindi tutto è lecito e tutto è possibile. Forse per certi Enti al di sotto dell’allineamento Firenze-Bologna è tutto Sud?

autostrada-a14-4-325x301Non parliamo poi dei cantieri che da mesi mettono in crisi gli automobilisti che transitano lungo la A14 dove è impegnata Autostrade per l’Italia con vari cantieri installati soprattutto tra Pedaso e San Benedetto del Tronto. Anche qui, per superare quei cantieri, si preferisce lasciare l’autostrada e servirsi della vecchia statale Adriatica. Infatti è letteralmente “micidiale” servirsi della A 14. Fino ad oggi si sono registrati numerosi incidenti con la conseguenza che nove persone vi hanno perso la vita. Hanno promesso che i lavori delle due gallerie di Pedaso e di Monte Renzo finiranno tra metà aprile e fine maggio. E qui vale la pena fare ancora un confronto con il Nord. Siamo sicuri che se si fosse trattato dell’autostrada per Venezia i lavori sarebbero andati così per le lunghe? E lasciamo perdere molti altri argomenti che pure dimostrano come “là dove si puote” le Marche sono considerate regione del Sud. Ricordiamo ad esempio la lentezza con cui procedono i cantieri per il raddoppio della Fano-Grosseto. Nè dimentichiamo che si era parlato di potenziare la ferrovia adriatica con un nuovo binario per velocizzare il traffico nord-sud. C’era anche una iniziativa che riguardava la Salaria che collega Ascoli con Roma. Non se n’è saputo più nulla. Forse erano soltanto delle promesse e non l’avevamo capito? Ma intanto apprendiamo che è in via di ultimazione la quarta corsia “dinamica” sulla A4 tra Torino e Venezia. Ma è pronto anche il progetto sulla A11 per la terza corsia della Firenze-Pistoia. Ed è stata ultimata con otto mesi di anticipo la terza corsia tra Quarto d’Altino e San Donà di Piave di appena 18 km ma con 9 cavalcavia, 6 sottopassi e 5 ponti. Inoltre è stato finanziato con 147 milioni il progetto sulla A8 Milano-laghi di appena 4/5 km che sarà la prima autostrada d’Italia a 5 corsie. C’è da esserne orgogliosi. Così però è tutto chiaro: vogliamo confrontare Ancona con Quarto d’Altino o la nostra A14 con la Milano-Laghi? Neanche a pensarci…


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