di Alessandro Luzi
I Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) spesso sono finiti sotto i riflettori. Burocrazia, costi, rischi e il tragico incidente costato la vita a Giuseppe Lenoci, avevano suscitato enormi perplessità sulla prosecuzione del progetto. Questa mattina, presso l’aula magna dell’Ipsia “O. Ricci”, è stato siglato il “Patto di collaborazione tra Scuole, Associazione di categoria, Ordini Professionali” proprio con l’intento di restituire il giusto valore a tali percorsi e ricercare delle soluzioni condivise per far fronte ad alcune carenze legislative sul tema della sicurezza. Le scuole promotrici, oltre all’Ipsia di Fermo, sono l’Itt “G. e M. Montani”, l’Istituto Carlo Urbani e l’Itet “G.B. Carducci – G. Galilei”. Le associazioni di categoria e gli ordini professionali coinvolti nel progetto sono Confindustria, Cna di Fermo, Confartigianato di Fermo, Coldiretti Ascoli-Fermo, Collegio dei Geometri, Consulenti del Lavoro, Ordine dei Commercialisti e Ordine degli Ingegneri di Fermo.
«Tale documento serve per affrontare una serie di criticità relative ai Pcto – ha esordito la dirigente dell’Ipsia, Annamaria Bernardini -. Dopo i drammatici episodi dello scorso anno si era diffusa un’opinione pubblica negativa a riguardo. Il nostro impegno consiste nel restituire a tale progetto il suo effettivo valore. Anche le famiglie richiedono questo tipo di esperienze per incrementare la formazione degli studenti. L’accordo è volto anche a risolvere alcuni cavilli burocratici. Abbiamo sollecitato le associazioni di categoria per creare una rete e lavorare in sinergia con l’obiettivo di raggiungere questi risultati». «Era una nostra esigenza portare avanti i Pcto – ha affermato la dirigente dell’Itt Montani, Stefania Scatasta -. Abbiamo cercato di non perdere questa occasione. Era necessario continuare ad affrontare alcuni nodi cruciali. Questi ultimi impedivano la corretta organizzazione della formazione dei ragazzi. Per ottenere questi scopi è fondamentale dialogare con il mondo professionale del Fermano. Dobbiamo anche tenere presente che le scuole non sono un ufficio di collocamento ma formano gli studenti». «Sono numerosissimi gli alunni coinvolti nel Pcto – ha sottolineato la dirigente del Carlo Urbani, Laura D’Ignazi -. L’organizzazione dei percorsi è molto articolata. È un campo in cui c’è molta attenzione anche dal Ministero dell’Istruzione. Dal prossimo anno verrà introdotta una figura dedicata proprio all’orientamento, per cui siamo in linea con gli interessi ministeriali».
Dietro al patto c’è anche il supporto dell’ex docente Ipsia, Massimo Rossi. E’ stato lui ad illustrare l’iter che ha portato all’accordo: «Quello della formazione specifica obbligatoria degli stagisti sui rischi per la sicurezza è stato il primo nodo affrontato. Sono classificati in base al livello di rischio, stabilito dalle aziende. Ciò renderebbe lo stage irrealizzabile, vista la breve durata. La soluzione condivisa nel protocollo è quella già tracciata nel 2018 dall’Ispia O. Ricci, in condivisione con l’ex Area Vasta 4, ovvero è la scuola a dover effettuare la formazione, lasciando alle aziende la responsabilità di una ulteriore formazione, opportunamente documentata, sui rischi specifici in ingresso degli stagisti». La criticità più temuta, sia dal mondo scolastico che dalle imprese, riguardava la sorveglianza sanitaria: «Gran parte delle aziende non prevede espressamente nel proprio Dvr le specifiche mansioni da assegnare allo stagista – ha spiegato Rossi -. Dunque l’intesa sottoscritta comporta l’impegno da parte delle associazioni di categoria a promuovere e supportare l’integrazione dei Dvr delle singole imprese con la previsione della figura del tirocinante e la definizione delle specifiche mansioni da assegnargli. Ciò ha lo scopo di circoscrivere le situazioni in cui è necessaria la sorveglianza sanitaria». Il territorio è caratterizzato da micro e piccole imprese. Perciò, non avendo lavoratori dipendenti, non sono soggette all’obbligo normativo di un sistema di gestione della sicurezza. Dunque, come ospitare tirocinanti? «Per consentire loro tale opportunità, nel documento abbiamo stabilito che sono le associazione di categoria ad assumersi l’impegno di supportarle nella predisposizione dei Dvr e di ogni altra previsione delle disposizioni normative in materia di sicurezza – ha fatto sapere Rossi – anche applicando condizioni agevolate in termini di costi e condizioni».
Presenti all’incontro anche le associazioni di categoria del Fermano. «Faremo la nostra parte – ha affermato Lorenzo Totò, presidente Confartigianato Imprese Fermo -. È uno stimolo per i ragazzi, per le famiglie e per le imprese in quanto hanno bisogno del ricambio generazionale. Gli studenti, una volta tornati a scuola dopo l’esperienza dello stage, possono testimoniare che il lavoro nelle aziende è cambiato». «Il nostro territorio è costituito da piccole e micro imprese e in questo momento sono impaurite – gli ha fatto eco Emiliano Tomassini, presidente Cna di Fermo – non hanno la certezza del percorso burocratico e temono ripercussioni pecuniarie, e non solo. La nostra intenzione è diffondere i benefici dei Pcto e renderci disponibili per agevolare tutte le procedure relative alla sicurezza sul lavoro».
«Una volta le aziende agricole erano a conduzione familiare, oggi invece si sono ampliate e le modalità di lavoro sono cambiate – ha spiegato Armando Marconi, presidente Coldiretti Ascoli-Fermo -. Gli stagisti sono importanti per toccare con mano questo mondo». «Questo è un salto culturale fondamentale – ha rimarcato Giuseppe Tosi, direttore Confindustria -. Perché non chiedere dei contributi per la regolamentazione di queste aziende? Sono dei percorsi virtuosi e vanno incentivati. I miei complimenti alle scuole». Alice Andrenacci dell’Ordine degli Ingegneri di Fermo ha posto l’accento sulla sicurezza: «Attiviamo dei corsi ad hoc e a scuola è un aspetto importantissimo. Stiamo cercando di regolamentare anche gli studi professionali». «Abbiamo sempre creduto nell’alternanza – è convinto Renato Torquati, tesoriere dei Consulenti del Lavoro -. Già avevamo condotto un progetto con l’Istituto Mattei di Amandola. Il rapporto con le scuole è sempre prolifico». «E’ necessario che i giovani frequentino i nostri studi – ha detto Andrea De Santis, consigliere dell’Ordine dei Commercialisti -. Negli ultimi anni l’informatica è sempre più incisiva nella nostra professione quindi un tirocinante può solo essere una risorsa in quanto padroneggia già questi mezzi». «L’alternanza incentiva il ricambio generazionale – la chiosa di Marco Catini, vicepresidente del Collegio dei Geometri -. Dobbiamo riuscire ad attrarre gli studenti del Fermano».
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