«Ospedale e non solo: nel Fermano mancano 300 posti letto di residenzialità». E’ la denuncia, anzi meglio, l’allarme lanciato da Roberto Lanfranco, responsabile delle politiche sanitarie della Cgil e Spi a Fermo, ed anche componente della Rsu Ast Fermo.
«La concomitanza tra la incompiuta legge regionale 19 dell’8 agosto 2022 “Organizzazione servizio sanitario regionale” e la prossima versione definitiva del Pssr 2023 – 2025, sta spingendo spesso il confronto su temi che riguardano l’ospedale, l’emergenza-urgenza, il trattamento delle acuzie e si tralascia un tema come quello degli anziani e della loro assistenza in strutture di lungodegenza che ormai è diventata un lusso che pochi possono permettersi. Esiste un enorme divario tra domanda ed offerta ossia tra la sofferenza delle famiglie e l’aiuto che ricevono. Il servizio pubblico è in grave difficoltà nell’assistenza agli anziani, soprattutto quelli non autosufficienti e quella privata rimane un lusso per pochi visti i costi».
«Gli italiani over 65 sono 14 milioni. Di questi, 4 milioni hanno problemi funzionali cioè non sono autosufficienti.
Nel territorio di Fermo gli ultrasessantacinquenni rappresentano il 25% della popolazione quindi un quarto, una fetta importante ma, a guardare i numeri, c’è una scarsa programmazione dei servizi ad essi destinati in una ottica di lungo periodo. Anche nella recente conferenza dei sindaci la Cgil e lo Spi hanno segnalato una forte carenza di posti letto di residenzialità rispetto alla Dgrm 1105/2017 (la legge che ne definisce gli standard), pari a meno 300 posti letto. Il budget da tempo sottostimato non ha permesso di convenzionare strutture già autorizzate ed accreditate ma soprattutto di non attivare le strutture che stanno facendo un percorso di autorizzazione. La carenza di posti letto di residenzialità nel Fermano ha sempre generato, negli anni, gravi problematiche nel percorso Ospedale-Territorio. Le persone non autosufficienti, affette da malattie croniche o in condizioni di fragilità, che non hanno la possibilità di curarsi a domicilio, devono avere l’opportunità di essere ospitate in strutture residenziali extra ospedaliere che offrano loro tutta l’assistenza di cui hanno bisogno. Questo genera a cascata il fenomeno dei posti letto occupati in ospedale oltre i giorni previsti con un costo sul sistema ospedaliero che assorbe risorse per ricoveri inappropriati. E’ stato lo stesso Ministro della salute che – continua Lanfranco – ha parlato di investimenti volti a potenziare l’assistenza sanitaria territoriale in Italia. Ricoveri impropri che, solo nel 2022, sono stati un milione e 300mila. Basti pensare che nelle Medicine del Fermano il ricovero medio è quasi doppio rispetto agli standard previsti e anche rispetto alla media regionale. Ora è il momento della revisione dei budget e chiediamo che sia fondamentale assegnare il budget alla luce dei reali fabbisogni, ben descritti nella appendice del Piano Socio sanitario non correlato però dalle necessarie azioni correttive per compensare gli squilibri, provocati spesso da territori diversi dal Fermano ed ai quali si chiede di far fronte tutti insieme, in palese contrasto con le previsioni della legge di riforma della sanità che si sta attuando».
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