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Dati Confartigianato: Fermo quinta provincia italiana per l’export delle Mpi. Male il lavoro indipendente

ANALISI - Per quanto riguarda i lavoratori indipendenti, il Fermano registra un -28,3 %. L'occupazione migliora ma non raggiunge ancora i livelli pre-Covid. Cresce l'export con una variazione rispetto all'anno precedente di un +37,6%. Il presidente Confartigianato interprovinciale Mengoni: «Il Dl lavoro ci fa imboccare la strada giusta»

L’occupazione sta recuperando i livelli pre-Covid nel territorio. Se l’Ascolano cresce e il Maceratese “tiene testa”, il Fermano non ha ancora assorbito completamente le perdite, specialmente per quel che riguarda il lavoro indipendente. Ma la riapertura dei mercati internazionali dà una scossa.  Sono queste le considerazioni in merito alle analisi condotte da Confartigianato Imprese, con l’associazione di categoria che sottolinea come il recente Dl lavoro stia andando verso la direzione giusta. 

Per quanto riguarda gli occupati e il tasso di occupazione (15-64 anni), si osservano infatti riprese rispetto al livello del 2019 più marcate, e superiori alla media nazionale di +1,1 punti, anche nelle Marche (+1,9 punti, quarta regione in Italia, a parimerito con Friuli-Venezia Giulia), con un totale di 639mila occupati nel 2022.

Analizzando le province di riferimento, il rapporto tra occupanti e popolazione nel 2022 è del 65,3% a Macerata (era 65,5 nel 2019), 65,1% ad Ascoli Piceno (era 61,5 nel 2019) e 65,4% a Fermo (67,5 nel 2019). Tutti e tre i territori sono sopra la media nazionale del 60,1. Nel complesso (dati 2022): nella provincia di Macerata si registrano 128mila occupati (73mila maschi e 54mila femmine); ad Ascoli Piceno, 86mila (49 maschi 38 femmine); a Fermo, 71mila (40 maschi e 31 femmine). 

Quanto alla differenza tra la quota di occupati sulla popolazione del 2022 rispetto a quella del 2019, si evidenzia a Macerata un rapporto di -0,2, Ascoli Piceno sale di 3,6 punti mentre Fermo segna un -2,1.  

Per quanto riguarda i lavoratori indipendenti, il trend 2022-2019 è migliore della media nazionale ad Ascoli Piceno (-1,1%) e a Macerata (-2,8), mentre è sotto la media a Fermo (-28,3). In Italia il valore è al -5,3%.

«Se possiamo parlare di un tendenziale recupero dell’occupazione, i dati ci confermano che per le nostre imprese è sempre molto elevata la difficoltà di reperimento personale – le parole del presidente territoriale Confartigianato interprovinciale Enzo Mengoni -. Nelle Marche, il 45,7% del totale delle entrate sono infatti difficili da trovare, sopra la media nazionale del 45,2. Questo aspetto costituisce un freno consistente alla ripresa dei livelli occupazionali, tenendo anche in considerazione il fatto che l’export sta trainando le imprese»,

Il Fermano registra buone performance sotto il profilo dell’export delle Mpi (micro e piccole imprese), con una variazione 2021/22 del +37,6% (quinta provincia in Italia), seguito dal +21,9 di Ascoli Piceno e dal +21,7 di Macerata. 

Enzo Mengoni, presidente interprovinciale Confartigianato

«È chiaro quindi che possiamo mettere ancora di più le imprese nella condizione di poter recuperare terreno – continua Mengoni –, partendo già dalla buona base di ripresa che stiamo registrando, con i nostri territori che dimostrano una concreta resilienza. Su tale aspetto, l’associazione giudica importanti i passi che si stanno facendo con il recente Dl lavoro, tenendo conto delle informazioni che ci sono arrivate ad oggi. Partendo dal superamento del reddito di cittadinanza, sostituito da più utili interventi assistenziali dedicati ai soggetti non occupabili e percorsi di inserimento lavorativo, da affiancare ad incentivi per chi assume personale occupabile. Bene, poi, l’ulteriore riduzione del costo del lavoro con il taglio contributivo a favore dei lavoratori, con l’augurio che questa misura diventi strutturale grazie alla ricerca di risorse in tale direzione, atte a ridurre anche la quota a carico dei datori di lavoro».

Quanto al contratto di apprendistato professionale, con disposizioni che lo ampliano oltre i 29 anni per i soli settori del turismo e termale, Mengoni pone dei dubbi: «L’apprendistato è una forma di contratto che permette ai giovani di acquisire qualifiche professionali, gratificando le aziende che puntano alla formazione. Va quindi mantenuto il suo assetto e la sua vocazione formativa. Non deve diventare uno strumento di incentivo all’assunzione e basta, per di più limitato ad un esiguo numero di settori».

Infine, è positivo il giudizio sulle misure finalizzate a semplificare la gestione dei rapporti di lavoro, riconducendo alla contrattazione collettiva la definizione delle causali che giustificano i contratti a termine, sulla norma che elimina gli inutili appesantimenti burocratici al momento delle assunzioni previsti dal Decreto trasparenza e sul rifinanziamento del Fondo nuove competenze.


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