«La scuola deve coltivare le qualità. Gli errori aiutano a progredire» Daniela Lucangeli a Radio Fm1 (Videointervista)

FERMO - In occasione dell'incontro di oggi, giovedì 4 maggio, al Teatro dell'Aquila, Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello Sviluppo a Unipd, è stata ospite di Alessandro Luzi a Radio Fm1: «La valutazione non deve giudicare ma aiutare a compiere il passo successivo. Il mal di scuola è generato dall'eccessiva mole di informazioni. La mente non è un contenitore di nozioni ma un elaboratore di emozioni e conoscenze».
Daniela Lucangeli a Radio Fm1

Daniela Lucangeli

«Il mio concetto di scuola si associa al tempo dedicato alla crescita migliore dei nostri figli. In questo periodo di apprendimento gli studenti riescono a coltivare le qualità più importanti grazie all’aiuto di insegnanti e genitori». Così ha esordito ieri pomeriggio a Radio Fm1 Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Padova ed esperta di Psicologia dell’Apprendimento. Un focus a 360 gradi dedicato alla mondo dell’istruzione, al rapporto con gli insegnanti, alla gestione del percorso di crescita, all’apprendimento attraverso gli errori, fino alle considerazioni sulle recenti dichiarazioni del campione Nba Giannīs Antetokounmpo. «Durante gli anni scolastici, chi si occupa di noi ha il compito di aiutarci ad attraversare tutti i guadi che incontriamo. Oggi il ‘mal di scuola’ è diffuso tra ragazzi, genitori e insegnanti. Ciò dipende da una visione limitata dell’apprendimento. Attualmente c’è un modello di educazione basato sul semplice trasferimento di informazioni. Invece dobbiamo tenere presente che la mente umana non è un mero contenitore di informazioni ma un elaboratore di conoscenze ed emozioni. Prima il ruolo della scuola era diverso, oggi invece le nozioni sono talmente tante che il rischio è che si generi nei ragazzi un ingozzamento cognitivo. Questo è il motivo principale del ‘mal di scuola’, da cui deriva l’ansia».

Quindi, data la situazione, emerge la necessità di avviare un cambiamento sulle modalità di insegnamento e dell’intero percorso di crescita degli studenti. Dunque, quali sono i primi passi per attuarlo? «Innanzitutto va modificato il senso della valutazione – ha spiegato – questa non serve a giudicare ma ad aiutare a compiere il passo successivo. È utile al riconoscimento dell’errore. Quest’ultimo infatti non è una colpa o un segno di inadeguatezza ma sinonimo di richiesta di aiuto laddove necessario. L’apprendimento dovrebbe generare emozioni positive come curiosità, interesse, entusiasmo e fiducia nel proprio magister. Ciò infonde voglia di scuola. Invece l’attuale visione di valutazione crea ansia, rabbia e depressione». Intanto in un Istituto a Mestre, in via sperimentale, si è deciso di sostituire la valutazione numerica con le diciture “risultati raggiunti” o “preparazione da migliorare”. Lucangeli è stata chiara sull’argomento: «A fare la differenza è il sentimento derivato dal messaggio del voto. Un alunno può non sentirsi giudicato da un quattro, viceversa ciò può accadere con altre tipologie di valutazioni. È fondamentale percepire il fine dell’insegnante, a quel punto il giudizio diventa meno importante. Perciò va modificato l’atteggiamento nell’educare. Del resto il voto è un’etichetta e non il contenuto del processo di apprendimento. Il suo obiettivo non consiste nell’assegnare colpe e meriti ma aiutare gli studenti».

Il merito è un valore da coltivare ma allo stesso tempo può generare ansia. Come risolvere questo conflitto? «Il fattore di merito è legato ad un processo morale interiore. Vanno nutrite le qualità migliori, senza leggere gli aspetti immorali. Su questo tema occorre un cambiamento culturale, basato sulla ricerca scientifica, incentrato sul funzionamento della nostra psiche. Dobbiamo fornire agli insegnanti gli elementi per capire la nostra mente, pertanto è necessaria una formazione su questi temi».

Ecco allora uno degli obiettivi dell’incontro di oggi, giovedì 4 maggio, al Teatro dell’Aquila. «Racconterò ai ragazzi di quanti errori ho commesso nonostante il mio ruolo all’interno del panorama scientifico e quanto sono stati importanti per la mia formazione. Sbagliare porta ad un apprendimento profondo ed è un’occasione di crescita, se corretti da un buon magister. Poi, nel pomeriggio, attraverso i termini della ricerca scientifica, spiegherò questi concetti». In una recente intervista, rilasciata dopo l’eliminazione dei Milwaukee Bucks (favoritissimi al titolo Nba) anche Giannīs Antetokounmpo, aveva sottolineato come gli errori (e nel suo caso le sconfitte) siano soltanto una faccia diversa del successo: «Non è possibile procedere senza sbagliare – ha concluso Lucangeli – L’errore è insito nel movimento verso qualcosa di nuovo e porta a un cambiamento. Di fatto consente di rimetterci in gioco».

A.L.

 


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