di Matteo Malaspina
Un confronto ”all’americana” quello andato in scena ieri sera tra i tre candidati alla poltrona di primo cittadino di Porto Sant’Elpidio. Di fronte a circa 450 cittadini in un teatro delle Api gremito, gli aspiranti sindaci hanno avuto modo di parlare dei loro obiettivi, dei loro sogni e delle loro idee per il futuro, incalzati dalle domande dei giornalisti Pierpaolo Pierleoni (che ha moderato l’incontro), Sonia Amaolo, Marisa Colibazzi, Roberta Ripa, Maikol Di Stefano e Raffaele Vitali. Regole semplici ma ferree: due minuti di tempo per ogni risposta, tre interventi di replica e, alla fine, l’appello al voto in un minuto.
Dalle battute scherzose dietro le quinte, alle stoccate sul palco del teatro delle Api. Il duello ha visto Paolo Petrini, Gian Vittorio Battilà e Massimiliano Ciarpella “scornarsi” con toni educati e mai sopra le righe sui temi scottanti della campagna elettorale. Scintille sulle sicurezza tra Petrini e Battilà, mentre sulla Zes è Ciarpella che è entrato in collisione con Battilà.
Tanti spot elettorali, come da copione, ma con i candidati bravi anche ad improvvisare e a rispondere in maniera personale alle domande dei giornalisti. Per questo che è stato l’ultimo confronto pubblico prima delle elezioni del 14 e 15 maggio, tutti erano consci che anche convincere qualche indeciso sarebbe stato importantissimo nell’ottica di una sfida che si giocherà all’ultimo voto. Lo sapevano bene anche i supporters che non hanno esitato a far sentire il loro calore con applausi e incitamenti.
Primo tema sul tavolo su cui i candidati si sono dovuti confrontare è stato quello legato all’economia e al lavoro. Ciarpella ha elencato una serie di interventi: «Un tavolo di concertazione con le categorie produttive per discutere delle criticità e intervenire, una scuola di formazione specializzata per formare la manodopera del futuro e favorire nuove start up incentivandole con bandi. Così come va implementato e supportato il settore calzaturiero. Porto Sant’Elpidio deve diventare attrattiva per le grandi marche e per fare ciò dobbiamo migliorare le infrastrutture». La palla è passato poi a Battilà che ha rilanciato la Zes («Richiederemo alla regione 100 ettari») e ha proposto l’azzeramento dell’Imu e della Tari per l’imprenditorialità femminile, over 50 e under 35. «Inoltre proponiamo un assessorato per le politiche comunitarie e il ritorno alle fondazioni partecipate. Il calzaturiero va incentivato e bisogna educare ad un tipo di imprenditorialità diversa da quella che era fino a qualche anno fa». Petrini ha lanciato l’idea di ‘«superare le barriere per aprire nuove attività» con sostegni diretti per permettere ai giovani di aprire un’impresa attraverso dei bandi. «Il calzaturiero va rilanciato culturalmente attraverso attività innovative come convegni e laboratori. Dobbiamo rendere intrigante questo mestiere e non alimentare una guerra selvaggia tra grandi e piccole aziende».
Altra tematica è stata il turismo che per una città come Porto Sant’Elpidio rappresenta l’ossigeno. Ha aperto Petrini che ha proposto «una fascia verde su tutto il litorale portoelpidiense con pista ciclabile e strutture sportive pubbliche. Un’amministrazione deve fare assistenza, accoglienza e informazione ma non promozione. Servono troppi soldi e questo compete alla Regione. Sarebbero risorse sprecate». Completamente all’antitesi l’idea di Ciarpella che punta ad una «filiera istituzionale di promozione» con un possibile rientro in Marca Fermana. «Bisogna attrarre turisti e valorizzare il litorale. Vanno implementati anche il turismo del business e l’accessibilità per dare l’opportunità a famiglie che vivono situazioni di disabilità di vivere al meglio la città». Disabilità che sta a cuore anche a Battilà, così come una spiaggia a misura di cani e la riqualificazione di ville storiche, siti archeologici e strutture sportive. «La nostra idea è, in primis, ascoltare i villaggi turistici. Punteremo all’acquisizione della bandiera lilla e su percorsi enogastronomici, così come su una convenzione con porti e aeroporti e la valorizzazione dell’Atim».
Tutti d’accordo che le quote rosa verranno rispettate nella formazione della giunta, ma non sulle deleghe che i candidati hanno intenzione di tenere e sulla scelta della squadra. Ciarpella vuole tenere le politiche comunitarie, sostenendo che il ruolo del sindaco è quello di «coordinare la squadra di assessori». Battilà, che ha detto di scegliere le persone da mettere in giunta tra i suoi candidati decidendo in base alle competenze e non ai voti, ha l’idea di tenere le politiche comunitarie, l’ambiente, la sostenibilità e i lavori pubblici. Completamente diverso lo scenario per Petrini che ha detto di «guardare anche fuori dalla coalizione per la giunta, coinvolgendo le figure migliori» e ha aggiunto di tenere per sé la questione ex Fim.
Ex Fim, appunto, che ha diviso i tre candidati, con Ciarpella che si è rimesso alle decisioni degli organi preposti e non si è sbilanciato sul futuro della cattedrale, Battilà che è d’accordo nel tenere la struttura e Petrini che è per salvare parte dell’edificio.
E se c’è un futuro tutto da scrivere, il passato è già stato scritto da Nazareno Franchellucci e dai suoi due mandati. «Un’amministrazione che ha fatto tante opere pubbliche e ha costruito la città – ha commentato Petrini -. Ora bisogna spostare l’attenzione e investire sulle persone. Insistere sulla comunità per renderla più coesa e competitiva». Ciarpella gioca la carta della discontinuità, puntando il dito su «una mancata programmazione sulla manutenzione. Si poteva fare meglio sul decoro pubblico, poca attenzione alla sicurezza», ammettendo però che le politiche sociali hanno funzionato. «Mancato ascolto delle associazioni di volontariato, poca trasparenza e pianificazione, per non parlare del decoro e della sicurezza – dice Battilà -. Di buono prendo solo i 20 milioni arrivati dal Pnrr».
Prima dell’appello finale, i tre candidati si sono svestiti degli abiti da civici e sono stati incalzati sulla loro posizione politica. Destra o sinistra? Petrini si dice più vicino alla sinistra, Ciarpella alla destra, Battilà tentenna ma si dichiara “un civico di destra”.
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