E’ un Fabrizio Cesetti amareggiato, a tratti anche indispettito con punte di rassegnazione. E la disamina del consigliere regionale dem è implacabile. Era candidato nella compagine guidata dal candidato sindaco Claudio Ferracuti che ha ricevuto una sonante batosta a Montegiorgio, dove si è riconfermato alla guida della città il sindaco uscente Michele Ortenzi.
«Parliamo di una sconfitta annunciata. In cinque anni non è stata fatta opposizione e il centrosinistra che era sui banchi della minoranza ha deciso di non ripresentarsi. Abbiamo comunque deciso di misurarci lo stesso, l’alternativa era di non partecipare alle elezioni. Sapevamo che avremmo avuto dall’altra parte un’amministrazione uscente che, oltretutto, non ha nemmeno lavorato così male mentre, a sinistra, non è emersa una soluzione alternativa. Ci siamo trovati francamente dinanzi a un’oggettiva difficoltà. Io dico la mia: non mi volevo candidare, non avevo tutta questa voglia ma poi il senso civico ha prevalso». Quello di Cesetti è stato un nome di papabile candidato sindaco fino all’ultimo: «Avevo dato la mia disponibilità ma sarebbe stata una candidatura con il simbolo del Pd. E avrei dovuto lasciare il mio ruolo in Regione».
Una sconfitta che pesa anche per il Pd, però, in uno scenario quasi drammatico: «Per noi drammatico non direi. Il Pd potrebbe anche essere, da sinistra, l’unica forza in grado di eleggere un consigliere comunale. Certo, in 15 anni non abbiamo battuto colpo. E non dimentichiamo che Ortenzi è anche presidente della Provincia».
E qui arriva l’altra stilettata: «E’ stato eletto con i voti di personalità annoverate nel centrosinistra. E’ stato votato anche da dei sindaci e consiglieri comunali molto vicini al Pd. Alcuni di questi, da Fermo, erano al pranzo con la Schlein, e ci sono le foto, mentre io “combattevo” a Montegiorgio. Poi capite bene che con questi presupposti interloquire con gli elettori diventa ancor più difficile».
E ora se dovesse entrare in consiglio comunale, Cesetti abdicherebbe o resterebbe sul suo scranno comunale? «Se sarò eletto resterò a fare il mio dovere. Potrei mollare solo per lasciare spazio alla giovane Elvinia Minnoni. Comunque per un’opposizione seria e costruttiva». E poi c’è la percentuale legata all’astensionismo: il 47% degli aventi diritto al voto non è andato alle urne: «Ecco, esatto – conclude il consigliere regionale – quel 47% non ha creduto in noi ma nemmeno in Ortenzi. Io lo avevo detto: avremmo potuto vincere solo se fossimo stati in grado di intercettare quella fetta di indecisi o di scettici. Purtroppo non abbiamo fatto opposizione ed ecco il risultato».
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