Sabato 20 si è tenuta la conferenza ”Il medico Giovanni Tiracorda – Dal castello di Alteta alla Corte Pontificia”, organizzata da Italia Nostra – sezione del fermano e tenuta dal Gen. Anselmo Donnari.
La conferenza, patrocinata dal comune di Fermo e dalla Provincia e con il contributo della Fondazione Carifermo, ha visto la presentazione del lavoro di studio e di ricerca sulla figura dell’illustre medico Giovanni Tiracorda (1617-1692), nativo di Alteta, il quale ebbe una grande carriera professionale a Roma, ove fu medico di ben 5 Papi e per oltre un trentennio fu primario dell’Arcispedale di Santo Spirito in Sassia.
Più volte, nel corso dell’incontro, sono stati citati altri dottori dell’arte medica, esercitanti a Roma al tempo del Tiracorda. Tra essi spiccano le figure di Romolo Spezioli, nato a Fermo nel 1642, che fu protomedico della Regina Cristina di Svezia ed archiatra papale, e di Giovanni Maria Lancisi, nato a Roma nel 1654, archiatra pontificio e fondatore dell’omonima Accademia, discepolo dello stesso Tiracorda.
La sezione fermana dell’associazione ha organizzato sabato scorso una conferenza per ricordare l’illustre medico montegiorgese. Da qui nasce la proposta di intitolare a Giovanni Tiracorda un’area del nuovo nosocomio di Campiglione o una strada di accesso alla struttura
«In occasione della realizzazione del nuovo polo ospedaliero di Campiglione, che con ogni probabilità continuerà a portare il nome del noto clinico fermano Augusto Murri – dicono i membri di Italia Nostra -, sarebbe segno di riconoscimento e merito intitolare alla figura di Giovanni Tiracorda un padiglione, una sala, un atrio del nuovo ospedale o parte della nuova viabilità stradale attualmente in corso di realizzazione per l’accesso alla nuova struttura sanitaria.
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