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Porto turistico, la società ricorre al Tar contro il decreto sindacale. Marconi: «Impossibile confrontarsi con l’Amministrazione»

PORTO SAN GIORGIO - L'amministratore della Marinedi, Renato Marconi, annuncia ricorso al Tar contro il decreto sindacale che sancisce la decadenza della concessione demaniale. Ma si spinge oltre e valuta anche altre azioni per accertare responsabilità e comportamenti che, a suo giudizio, possono aver creato nocumento all'attività della società che gestisce l'approdo turistico.
Porto turistico

Porto turistico Porto san Giorgio

di Sandro Renzi 

All’indomani del provvedimento sindacale con cui il Comune di Porto San Giorgio ha decretato la decadenza della concessione demaniale in carico al Marinedi Spa, gestore dell’approdo turistico, non si fanno attendere le reazioni della società guidata dall’ing. Renato Marconi. Il provvedimento, annunciato lo scorso mese di marzo dall’Amministrazione comunale, ha ora trovato un suo primo compimento col decreto di ieri a firma del segretario generale dell’ente, Maria Stella, motivato sostanzialmente dalla mancata presentazione della polizza fideiussoria, secondo le modalità previste dal Servizio Demanio Marittimo, e  dall’omessa corresponsione del canone demaniale in misura superiore a due annualità nel periodo 2007-2002. Ad oggi, stando alla lunga ed articolata relazione che consta di ben 18 pagine, lo Stato, per il quale il Comune incassa il canone, vanterebbe crediti per 970.516 euro dal Marina.

«Atto che respingiamo in toto e contro il quale faremo subito ricorso al Tar chiedendo la sospensione dell’efficacia del provvedimento stesso» annuncia Marconi «che peraltro contestiamo poiché fuori da ogni logica». L’amministratore ripercorre gli ultimi tre anni di interlocuzioni con la passata Amministrazione Loira. «Nel mese di giugno 2020 -ricorda- abbiamo chiesto la riprogrammazione della concessione in scadenza al prossimo 2032. E questo dopo aver valutato che negli ultimi 42 anni si sono solo accumulati ritardi che hanno rinviato l’approvazione dei piani urbanistici compromettendo, quindi, anche le nostre possibilità di investimento. In sostanza non abbiamo potuto fare quello che avremmo voluto per migliorare l’approdo, mancando una pianificazione approvata dagli organi competenti». Tre anni fa fu aperto un tavolo tecnico con l’Amministrazione guidata dal sindaco Loira e pare si fossero raggiunti anche alcuni risultati. Poi il cambio alla guida della città e il confronto, stando a quanto riferisce Marconi, si è interrotto. «Non abbiamo potuto riprendere il dialogo sulla riprogrammazione della concessione e tanto meno sulla rimodulazione dei canoni in forza di alcune sentenze e norme nel frattempo intervenute a favore della Marinedi. Va da sé che oltre a ricorre al Tar dovremo avviare ogni azione utile ritenendo possano esservi stati comportamenti omissivi rispetto a quelle che erano le nostre fondate richieste. Siamo di fronte ad un atteggiamento che non saprei come qualificare» prosegue l’amministratore della Marinedi per il quale non ci sono state risposte alle loro sollecitazioni. «Abbiamo chiesto di rivedere la programmazione della concessione, in sostanza di prolungarla, per poter rendere valido l’investimento che ci appresteremmo a fare, e questa è una possibilità concessa dal diritto marittimo. Poi abbiamo anche chiesto di rivedere l’importo dei canoni potendo contare su sentenze e norme nazionali che avevano apportato significative novità e che proverebbero che la società non è a debito ma in sostanziale pareggio tra il pagato ed il dovuto negli anni addietro. Ad oggi, però, nulla di fatto, salvo ricevere questo decreto anche a fronte della produzione di una valida ed idonea fideiussione. Riteniamo che vi possano essere comportamenti e responsabilità anche personali per i ritardi e le omissioni subite da valutare». Su un quadro già compromesso, Marconi torna pura sulla questione del dragaggio e della movimentazione della sabbia. «Non ha senso farlo dopo l’estate. basta una mareggiata e torna tutto da capo. Da ingegnere marittimo posso aggiungere che lo spostamento della sabbia ha senso se fatto in un bacino chiuso. All’ingresso del porto il rischio di questa operazione è far rientrare sabbia all’interno del porto stesso con disagi non solo per i diportisti ma anche per la marineria sangiorgese».

Porto turistico: arrivato il decreto che annuncia la decadenza della concessione


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