Stoccafisso alla fermana: una storia da riscoprire e una risorsa per il territorio

L'ACCADEMIA dello Stoccafisso alla Fermana ne ha parlato in un evento la scorsa settimana a Porto San Giorgio. L'associazione del presidente Saturnino Di Rusci si è impegnata a far conoscere questo piatto, introducendolo in diverse aree del territorio nazionale e presentando un libro ''Lo Stoccafisso: dalle Lofoten a Fermo''

Il 30 maggio 2023 alle ore 19.00, presso la sala convegni dell’Hotel Timone a Porto San Giorgio, si è riunita l’assemblea dei soci dell’Accademia dello Stoccafisso alla Fermana per approvare il nuovo statuto e i bilanci consuntivo 2022 e preventivo 2023. A seguire c’è stata la presentazione del libro “Lo Stoccafisso: dalle Lofoten a Fermo” .

Ha introdotto i lavori il presidente Saturnino Di Ruscio, che ha illustrato le motivazioni che hanno condotto alla realizzazione di questa iniziativa editoriale. In particolare, vi era la necessità di dare un contenuto storico e identitario al nostro piatto della tradizione: lo stoccafisso con le patate alla Fermana.

La seconda motivazione, di grande attualità, è rappresentata dal legame tra le tradizioni gastronomiche e le produzioni tipiche di un territorio e il marketing territoriale. In altre parole, i prodotti e le specialità enogastronomiche sono potenti strumenti di marketing territoriale in grado di promuovere una destinazione, oltre ad essere un elemento chiave attorno cui costruire l’offerta turistica.

Dall’indagine pubblicata sul rapporto sul turismo enogastronomico italiano emerge, in questo senso, un quadro eterogeneo, con regioni che possono sfruttare questa riconoscibilità attraverso le proprie tipicità per accrescere l’attrattività come meta enogastronomica; altre, al contrario, necessitano di una azione volta ad accrescere la conoscenza nel grande pubblico di ciò che possono e sanno offrire. Forte è il dominio dell’Emilia Romagna con il tortellino e la piadina, seguita dalla Campania con la pizza e mozzarella di bufala, la Sicilia con il cannolo e gli arancini. In coda abbiamo le Marche con le olive ascolane, a seguire la Basilicata con il peperone crusco. Chiude la classifica il Molise con caciocavallo, pasta e vino.

C’è ancora molto da fare, quindi, e l’accademia, pur nella limitatezza di mezzi e di uomini, si è impegnata introducendo questo piatto in diverse aree del territorio nazionale, quasi come ambasciatore del territorio (come nel caso di Venezia). E’ evidente che in quest’ottica la pubblicazione del libro assume una valenza strategica per la provincia fermana.

Dopo i saluti del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro e dell’assessore sangiorgese Giampiero Marcattili, l’editore Andrea Livi ha illustrato a grandi linee l’evoluzione dell’iniziativa editoriale dando la parola al dott. Riccardo Renzi della biblioteca civica Romolo Spezioli, che ha esposto il tema dello stoccafisso, partendo dalla sua prima attestazione nel mondo greco, presso l’esploratore e geografo Pitea di Massalia (attuale Marsiglia), per poi fare una rapida carrellata sul tema sino al naufragio del Querini e allo scambio epistolare tra Raimondo dei Raimondi e Ludovico il Moro. Si è poi passati ad illustrare la comparsa della parola “stoccafisso” nei documenti dell’archivio di stato di Fermo e si è visto come questo compaia già a partire dal lontano 1736. Renzi ha infine concluso il suo intervento parlando del capitolo, scritto assieme allo chef Edoardo Mistretta, sulle ricette di stoccafisso nel territorio fermano, da quella di Smerillo a quella di Monterubbiano, passando per le tradizioni di Montegiorgio, Montefalcone Appennino e Porto San Giorgio, per giungere alla grande tradizione fermana che va da Nasò (Giuseppe Spagnoli) a Guido Gennaro, cuoco-alfiere dell’Accademia e custode della tradizione.

Nel corso della serata, interessante anche l’intervento della dr.ssa Fabiola Zurlini dello Studio Firmano, che si è avventurata attraverso la produzione editoriale dell’arcivescovo, letterato ed umanista svedese Olao Magno – Olof Mansson, in un viaggio nel Grande Nord europeo nel Cinquecento. Infine Vincenzina Moriconi ha trattato gli aspetti nutrizionali e i benefici dello stoccafisso, evidenziando la presenza di proteine nobili, sali minerali ecc., elementi che apportano benefici contro le malattie cardiovascolari e altre patologie.

Il momento conviviale è stato caratterizzato dalla presenza dell’assessore della regione Marche Andrea Antonini che ha annunciato l’imminente approvazione di una legge regionale che andrà a valorizzare i piatti della nostra tradizione in un’ottica di marketing turistico territoriale. Hanno portato i saluti anche il presidente dell’accademia dello stoccafisso all’anconitana Pericle Truja, il dott. Serri Angelo anima delle tipicità marchigiane, il sindaco di Petritoli Luca Pezzani, neo presidente del Stl Marca Fermana. Ha trovato il modo di portare i propri saluti anche il direttore della Cna Andrea Caranfa, Cna che ha patrocinato l’iniziativa e con la quale sono stati avviati proficui contatti per progetti di valorizzazione dei prodotti del territorio. Tra i presenti la dott.ssa Nunzia Eleuteri, amministratrice di Cronache Fermane, Cronache Picene e Radio FM1, il neo consigliere comunale elpidiense Enzo Farina, Walter Moriconi di Visit Italy che ha portato le Marche nella piazza più importante al mondo, “Times Square”, Francesco Gismondi Associazione Amici di Ansbach e, a sorpresa, la presenza della famiglia del campione olimpico di salto in alto “Gimbo” Tamberi. Il presidente Di Ruscio, infine, ha ringraziato la Fondazione Carifermo e la Camera di Commercio delle Marche per il sostegno rivolto alla realizzazione del libro e alla attività promozionale dell’associazione.

La successiva cena si è svolta nel ristorante Minonda con un menù legato alla tradizione, una tradizione nel quale lo stoccafisso si è incontrato con i frutti del mare adriatico. Impareggiabile il piatto preparato dallo chef dell’accademia Guido Gennaro unitamente allo staff di cucina del Minonda.


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