Riceviamo da Riccardo Treggiari, ex sindaco di Amandola, e pubblichiamo:
«In seguito al sisma del 2016, denuncia la Ciip, si è verificato un crollo dei valori delle portate alle sorgenti dei Sibillini. Come fare fronte al disagio che ne è conseguito? L’idea progettuale che hanno avuto, nel 2019, i tre Ato meridionali delle Marche (Ato 3, 4 e 5), insistenti nei territori delle province di Fermo, Ascoli e Macerata, è indiscutibilmente brillante e corretta. Si tratta di interconnettere le linee dei loro acquedotti in un unico grande anello di diametro costante che, per ogni evenienza, può essere percorso dall’acqua in ambedue i versi, garantendo così all’utenza il soddisfacimento dei bisogni. I tre Ato hanno incaricato la Ciip di gestire la commessa, considerata l’affidabilità della società. Per reintegrare le portate necessarie al fabbisogno idropotabile, hanno pensato di prelevare acqua, mediamente in quantità di 200 litri al secondo per ogni sito, previa potabilizzazione, nei diversi invasi del territorio: Gerosa, Castreccioni, Polverina, Fiastra, Caccamo, Talvacchia. E fin qui, tutto bene. Il problema enorme è nato quando a qualcuno è balzata in mente l’idea di assimilare la potenzialità di cedere acqua che ha un lago con quella, che può avere invece un fiume. A questo punto, esce dal cilindro il prelievo, nella stessa quantità degli invasi, dal fiume Tenna. I 3 milioni di metri cubi di acqua che la Ciip potrà sottrarre al fiume, per 180 giorni ogni anno, è un volume insostenibile per l’ecosistema del fiume stesso perché, poi, è nello stesso arco temporale che coincidono le necessità del gestore di prelevare e del fiume di sopravvivere. Le portate di magra del Tenna che risultano dalle relazioni, (600 che diventano 400 dopo il prelievo, appena sopra al minimo deflusso vitale richiesto dalla Legge) non sono veritiere, parlo per esperienza diretta, perché lungo l’asta fluviale si verificano, spesso, altri prelievi, autorizzati e non, che una volta eseguiti i lavori porteranno il fiume in una situazione disastrosa. Chi più ne risentirà sarà il tratto da Servigliano al mare. L'”omicidio” del Tenna prenderà avvio nell’assoluta indifferenza delle istituzioni che dovrebbero difenderlo e che si stanno rivelando assolutamente…distratte».
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