Questa mattina secondo appuntamento con la rubrica di Radio Fm1 “Reuma on Air”. Un’occasione per approfondire tutti gli aspetti legati alla fibromialgia. In studio sono, infatti, intervenute la dottoressa Antonella Farina, reumatologa dell’ospedale Murri di Fermo, e Stella Rosi, presidente dell’associazione Amar Marche. Presente anche la paziente Anna Giaco. L’incontro è stato un excursus sui sintomi, i fattori di rischio ed i percorsi terapeutici.
«La fibromialgia è una sindrome dolorosa cronica caratterizzata da una disfunzione dei circuiti neurologici dell’impulso doloroso – ha spiegato Farina -. Infatti i pazienti affetti da questa malattia raccontano di avere dolori in tutte le parti del corpo. In Italia, si stima che tra 1,5 e 2 milioni di persone ne siano affette, con una prevalenza, tra le donne, di 9 a 1 rispetto agli uomini. La diagnosi non è semplice in quanto non esistono esami specifici per confermarla. Infatti, spesso serve tempo e il percorso per giungere all’identificazione della causa dei disturbi è molto articolato».
Anche i sintomi non sono immediatamente riconducibili alla fibromialgia. «Sono vaghi e generalizzati – ha aggiunto Farina – Si può manifestare con stanchezza, riposo non ristoratore, cefalee e scarsa concentrazione. La valutazione completa del paziente è essenziale per formulare una diagnosi accurata e adottare un approccio terapeutico adeguato. Inoltre, è importante tenere in considerazione i fattori di rischio associati a questa sindrome, tra cui traumi, componenti ambientali, infezioni e fattori genetici ed ormonali. Sulla sua insorgenza influiscono anche il fumo, l’alcool, l’ansia e la depressione».
Per quanto riguarda il percorso terapeutico è fondamentale mantenere un approccio multidisciplinare. «Oltre alle cure farmacologiche, tra cui l’utilizzo di analgesici, antinfiammatori e prodotti che agiscono sulla serotonina, è fondamentale intervenire sullo stile di vita e svolgere regolarmente attività fisica – ha affermato Farina -. Gli esercizi di propriocezione possono contribuire a ridurre la contrazione muscolare e migliorare la qualità di vita del paziente. Inoltre, il supporto psicologico gioca un ruolo cruciale nell’aiutare i pazienti a comprendere e accettare la loro patologia, permettendo loro di affrontare la quotidianità in modo più sereno».
Le terapie sono quasi esclusivamente a carico del paziente in quanto questa sindrome non ha ancora un riconoscimento ufficiale. «Attualmente non tutte le patologie reumatiche godono di un codice di esenzione, e tra queste c’è la fibromialgia – ha fatto sapere Rosi -. È necessario stabilire dei criteri di ammissione precisi e garantire processi più rapidi ed efficienti. L’associazione Amar nazionale sta lavorando per ottenere il riconoscimento ma il percorso è lungo e articolato, inoltre richiede dei fondi pubblici ingenti perché i malati sono tanti. Comunque non è facile stabilire dei parametri precisi. Poco si sta muovendo sul piano regionale. Nelle Marche è stato istituito un centro di fibromialgia ma non è operativo».
Anna Giaco ha concluso condividendo la sua esperienza personale: «I sintomi della fibromialgia sono molto vaghi e all’inizio i pazienti si trovano disorientati. Gli esami danno esito negativo nonostante i dolori diffusi in tutto il corpo. Tra i più comuni c’è la rigidità muscolare al risveglio, perciò è importante l’attività motoria. Una volta diagnosticata la fibromialgia, è importante adattare la propria vita in quanto incide sulle attività quotidiane».
L’intervista integrale è disponibile sul link in alto o clicca qui.
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