di Maria Nerina Galiè
Sta facendo discutere il prelievo idrico dal fiume Tenna. Dai vertici della Ciip, una domanda, una certezza, una precisazione.
La domanda: «Vogliamo che dai rubinetti continui ad uscire l’acqua?».
La certezza: «I lavori previsti ed autorizzati, e che riguarderanno la captazione di acqua dal Tenna (ma non solo e solo in minima parte, come si spiegherà in seguito, ndr), sono stato appaltati ed inizieranno a settembre, massimo ad ottobre.
Le opere sono state finanziate con i fondi Pnrr, pertanto devono terminare tassativamente entro dicembre 2025».
La precisazione: «I costi di gestione per l’intero impianto, che di fatto è un impianto di soccorso, sono altissimi e quindi sarà in funzione solo in casi di stretta necessità. Il prelievo dal Tenna, in particolare, è una sorta di supporto all’impianto principale. Lavorerà quindi molto poco».
La notizia può far saltare sulla seggiola associazioni pronte alla protesta e rendere vani gli sforzi dell’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari, di voler dimostrare quanto il progetto sia dannoso.
«Ma la situazione è questa – ribattono dalla Cicli Integrati, prima di spiegare le opere che si andranno a realizzare tra Comunanza e Montefortino e che sono una parte della più ampia “Interconnessione dei Sibillini” – ed il progetto, che ha richiesto anni di studi, non comporterà nessun disastro ambientale.
E’ una strada concreta e attuabile per far fronte alla grave crisi idrica che stiamo registrando da anni, con una perdita media pari al 70% della portata delle sorgenti.
Anzi, è un’opportunità grazie al finanziamento ottenuto».
La storia parte dal 2018-2019, quando i devastanti effetti del terremoto hanno rovinato alcune sorgenti, dell’Ascolano in particolare, e la siccità ha fatto il resto.
Come possibile soluzione al problema, la Ciip ha messo insieme Ato 5 (Piceno), Ato 4 (Fermano) e Ato 3 (Maceratese) e presentato al Ministero delle Infrastrutture l’idea di «condividere l’acqua», realizzando quella che poi sarebbe stata chiamata l’Interconnessione dei Sibillini.
Il Ministero ha accolto favorevolmente all’iniziativa, concedendo 6 milioni di euro per la progettazione preliminare e definitiva, affidata alla Ciip. Il Responsabile Unico del procedimento l’ingegner Carlo Ianni.
Stima del costo totale del progetto: 450 milioni di euro. Opera che si completerà, un po’ alla volta, appena ci saranno le risorse, come spiegano dalla Cicli integrati che intanto, però, ha captato 40 milioni di euro dai fondi Pnrr.
«Occasione per partite con un primo stralcio del piano – sono sempre i vertici della società che gestisce l’acqua per Piceno e Fermano a parlare – dal costo di 60 milioni di euro e che poterà beneficio all’entroterra Fermano in particolare. Ovviamente 20 milioni sono a carico della Ciip».
I LAVORI – I lavori prevedono la realizzazione di un potabilizzatore, vicino al Lago di Gerosa con tanto di autorizzazione del Consorzio di Bonifica Marche (25 milioni di euro).
Una condotta che porta l’acqua dal potabilizzatore ad un “partitore” della Ciip, che si trova a Croce di Casale di Comunanza (15 milioni).
Una condotta che porta l’acqua verso il Tennacola ed in particolare la zona di Montelparo (9 milioni).
Due i punti di captazione, una condotta ad uso agricolo del Lago di Gerosa (il finanziamento rientra nel costo del potabilizzatore) e una condotta che prende l’acqua dal fiume Tenna (11 milioni).
La Ciip è stata autorizzate al prelievo di 200 litri al secondo.
«La condotta verso il potabilizzatore dal fiume Tenna – sottolineano dalla Ciip – è una sorta di “impianto di soccorso dell’impianto di soccorso”. In soldoni, i prelievi saranno ridotti al minimo.
Inoltre, tre anni di studio ci hanno confermato che in estate, quindi in tempi di “magra”, il Tenna registra una media di 800 litri al secondo. Togliere 100 litri al secondo per 5 giorni, in caso di necessità, è ininfluente per la sopravvivenza del corso d’acqua»
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