Torna l’appuntamento con la rubrica “Salute e Benessere” in collaborazione con il Centro di Fisioterapia e Medicina Rialab di Montegiorgio, diretto dal dottor Michele Del Bello, fisioterapista specializzato in terapia manuale e riabilitazione della mano e dell’arto superiore. Quest’oggi, a parlare del temuto e ricorrente “colpo della strega”, a RadioFm1, è intervenuto il fisioterapista Ompt, Alessio Luccerini, specializzato in riabilitazione dei disordini muscoloscheletrici.
Ascolta l’intervista:
Si sente spessissimo parlare del “colpo della strega”: cos’è esattamente?
Il “colpo della strega” è la definizione più comune per indicare il Low Back Pain (LBP o lombalgia) di tipo muscoloscheletrico aspecifico acuto. La leggenda narra che la sua etimologia risalga addirittura all’epoca medievale, quando si pensava che le streghe, praticando la magia nera, fossero in grado di immobilizzare gli uomini che si inchinavano mentre facevano il gesto del baciamano.
Il mal di schiena è uno dei disturbi muscoloscheletrici più frequenti nella popolazione adulta, colpisce circa l’80% delle persone almeno una volta nella propria vita, ed il colpo della strega rientra tra le problematiche di mal di schiena acuto. Uno dei fattori di rischio più rilevanti è l’aver già sofferto di mal di schiena in passato e averlo trattato, principalmente, con terapie passive.
Chi viene colpito dal colpo della strega manifesta difficoltà di movimento e riferisce, spesso, una sensazione di “blocco” localizzato nella parte inferiore della colonna con un forte dolore, quasi sempre maggiore da un lato, che può irradiarsi verso gli arti inferiori senza scendere oltre il ginocchio. Il paziente tende, quindi, ad assumere una postura in flessione e leggera inclinazione e rotazione del tronco.
Ci sono delle cause scatenanti?
Non sempre questa condizione è legata a traumi, anzi, solitamente essa si verifica nel corso di attività normali: mentre si raccoglie un oggetto caduto a terra, o si allacciano le scarpe, o si trasportano le buste della spesa…
Come si individua questa patologia?
La diagnosi funzionale di LBP di tipo muscoloscheletrico aspecifico acuto viene effettuata una volta escluse le Red Flags, ovvero tutti quei segni e sintomi che, nella valutazione dell’insieme, definiscono un campanello di allarme che dovrebbe insospettire il fisioterapista su un potenziale pericolo di patologie di competenza medica (per esempio la frattura, un’infezione, un tumore…).
Dopo aver condotto l’anamnesi, il fisioterapista completa la valutazione funzionale tramite l’esame clinico effettuando i propri test (funzionali, attivi e passivi) con lo scopo di quantificare le limitazioni del paziente e il grado del suo dolore. In quest’ottica, assume un ruolo chiave nella valutazione l’esecuzione di test provocativi e test di controllo motorio, al fine di individuare il movimento doloroso per il paziente e capire se e come controlla la propria schiena durante le attività della vita quotidiana.
Quali sono le soluzioni per una guarigione?
L’esercizio terapeutico riveste un ruolo chiave nel trattamento del mal di schiena. Solitamente il piano di trattamento viene suddiviso in 3 fasi: acuta, subacuta e di stabilizzazione. Nella prima fase, l’obiettivo è la riduzione del dolore, tramite tecniche di terapia manuale ed esercizi controllati a basso carico che coinvolgono anche distretti adiacenti (come la colonna toracica e gli arti inferiori). Successivamente, nella seconda fase, viene sempre più stimolata la colonna lombare con movimenti funzionali simili a quelli utilizzati nelle attività di vita quotidiana, oltre a rinforzare i muscoli della parete addominale e gli arti inferiori. Nell’ultima parte del trattamento, il paziente viene sottoposto ad esercizi mirati al ritorno all’attività lavorativa, ed eventualmente sportiva, seguito dai chinesiologi della nostra Medical Fitness.
Alessio Luccerini, Fisioterapista OMPT (specializzato in riabilitazione dei disordini muscoloscheletrici) visita al Centro Fisioterapico Rialab di Montegiorgio in via Faleriense est 33. Per info: www.rialab.it
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