A poco più di sei mesi dalla nomina, per il commissario straordinario per la Riparazione e la Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli è già tempo di bilanci.
D’altra parte, sono trascorsi quasi sette anni dalle terribili scosse che hanno lesionato il Piceno e le aree interne di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. Nonostante alcuni risultati degni di nota, resta ancora molto da fare per restituire ai 138 comuni colpiti il loro antico splendore e far tornare a vivere quei territori, soprattutto sul piano sociale ed economico.
Eppure, al di là delle innegabili difficoltà, l’impegno profuso dalla struttura commissariale nelle ultime settimane ha consentito di compiere alcuni passi fondamentali verso un quantomai atteso ritorno alla normalità. A illustrare nel dettaglio le ultime novità e a tirare le somme sulla ricostruzione pubblica e privata è lo stesso Castelli, che in compagnia di governatori e delegati delle regioni coinvolte ha presentato ufficialmente il Rapporto sulla ricostruzione del Centro Italia, aggiornato ai primi quattro mesi dell’anno.
«Essendomi confrontato col tema da sindaco e da assessore regionale, posso affermare che la ricostruzione è una creatura viva, in costante evoluzione in relazione anche a fattori esterni, che possono incidere in maniera negativa – commenta Castelli in conferenza stampa a Roma, nella biblioteca Chigiana di Palazzo Chigi -.
L’aumento dei prezzi in primis, ma anche la concorrenza del Superbonus 110 che ha coinvolto numerose aziende, le sollecitazioni del Pnrr e il carico di lavoro senza precedenti di professionisti tecnici e delle imprese.
Per questa ragione abbiamo scelto di assegnare strategicità alla ricostruzione, semplificando le norme, stabilizzando il personale nei comuni e negli enti coinvolti nel sisma, intervenendo sull’Iva – prima a carico del committente, che ora può beneficiare di un meccanismo di anticipazione – e, grazie all’impegno condiviso con i governatori, regionali, abbiamo varato una norma che fino all’anno scolastico 2028-2029 consentirà all’Ufficio scolastico regionale di mantenere le classi nel cratere anche in deroga al numero minimo di alunni.
Inoltre, con il DL 11/2023 è stata stabilita la proroga del Superbonus 110%, con i meccanismi della cessione dei crediti e dello sconto in fattura, all’interno del cratere sismico».
I NUMERI DELLA RICOSTRUZIONE – Queste le principali mosse della struttura commissariale, che ha reso noti i dati relativi all’attuale andamento del processo di ricostruzione, pubblica e privata.
Per quanto riguarda la prima, l’importo finanziato fino ad oggi è pari a 3,94 miliardi di euro che, tuttavia, dovrà essere aggiornato a causa del già citato aumento dei prezzi e dei costi delle lavorazioni. Il totale dei lavori finanziati è pari a 3.215 e, di questi, 1.445 devono essere ancora avviati, 1.537 sono in corso e 233 sono conclusi. Infine, relativamente agli edifici di culto (sia pubblici che privati) danneggiati, quelli oggetto di programmazione ammontano a 1.261, per un importo complessivo di 764,8 milioni.
A proposito di ricostruzione privata, al 30 aprile 2023 sono quasi 9.000 i cantieri che risultano chiusi. Il totale delle richieste di contributo per la ricostruzione attese, per gli immobili residenziali o produttivi danneggiati dal Sisma 2016, è di 49.361. Di queste, quelle già presentate ammontano a 28.315, mentre si attendono ancora progettazioni per oltre 21.000 richieste di contributo. Le richieste approvate dagli Usr (Uffici speciali per la ricostruzione regionali) sono 16.680, per una concessione complessiva di 6,037 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi liquidati per l’avanzamento dei lavori.
I nuclei familiari che vivono ancora fuori dalle loro case, infine, sono 14.211. Corrispondono a circa 30.000 cittadini.
CAMBIO DI PASSO – «Si tratta ovviamente di una situazione che intendiamo monitorare per individuare al più presto una soluzione – prosegue il commissario -. A questo proposito, abbiamo scelto di dare priorità al ritorno nelle prime case prediligendo i relativi progetti.
Il presidente Meloni ha affidato alla struttura commissariale un compito specifico relativo alla Riparazione, che consiste nel scongiurare il rischio che queste nuove case restino vuote. Abbiamo realizzato un piano che è un esempio di capacità di spesa, con un miliardo e 200 milioni di euro a cui andranno ad aggiungersi altri 200 milioni dal Fondo complementare, somme sbloccate in poco più di sei mesi.
Una volta stimolato, l’Appennino risponde – assicura Castelli – Lo dimostrano le domande per un miliardo e mezzo di euro presentate nell’ambito del Fondo complementare, a fronte di 615 milioni a disposizione delle imprese. Ad oggi abbiamo approvato 1.327 progetti, che attraverso la concessione di 294,8 milioni di euro stimoleranno 400 milioni di investimento».
Tra le azioni adottate dalla struttura commissariale si segnalano inoltre il Servizio di supporto ai Comuni del cratere nella transizione verso il nuovo Codice degli appalti, l’implementazione della piattaforma che consentirà lo sviluppo del Badge elettronico e del Settimanale di cantiere, funzionali a garantire la sicurezza e la legalità nei cantieri, la novellazione del Testo Unico della Ricostruzione Privata per ulteriori semplificazioni procedurali e l’adozione di principi di programmazione per la ricostruzione pubblica.
Ancora in via di definizione, invece, l’aggiornamento del Protocollo d’intesa con Anac, finalizzato alla semplificazione delle procedure e all’adozione di schemi tipo per la contrattualistica pubblica coerenti con il nuovo Codice degli appalti.
Infine, per promuovere il rafforzamento della viabilità nell’Appennino centrale e superare il suo annoso isolamento, nel mese di giugno saranno pubblicate le gare per cantieri stradali con un investimento pari a 1,450 miliardi di euro, di cui 1,250 stanziati dall’attuale Governo nel 2023.
«Stiamo agendo sulle reti, sui sottoservizi e sulla sensoristica per avere dei territori sicuri, al di là di una sismicità comunque elevata – commenta in conclusione Castelli -. La ricostruzione è un ottimo mezzo per riattualizzare l’azione dello Stato verso l’Italia centrale. Un caso costituzionalmente interessante da studiare, con l’obbligo e il piacere di raggiungere risultati importanti».
LA REAZIONE DALLE MARCHE – Presente in conferenza stampa anche il presidente regionale Francesco Acquaroli.
«Ci troviamo in una fase cruciale per ricostruzione, ma possiamo contare su diversi segnali positivi. Combattere ogni anno, come succedeva qualche tempo fa, per garantire continuità scolastica e continuità al personale non era certo un messaggio incoraggiante.
Abbiamo lavorato per superare insieme queste criticità, evidenziando come l’attenzione del Governo non sia solo burocratica ma anche strategica. Conosciamo le difficoltà di accesso a questi luoghi, anche legate allo spopolamento e alla carenza di servizi, ma abbiamo messo in campo risorse finanziarie e professionali per dare risposte certe ai cittadini.
Nonostante le criticità, si iniziano a vedere sempre più cantieri in ambito pubblico e privato. I piani di ricostruzione restano evidentemente delicati, ma anche la presentazione andata in scena ad Arquata qualche giorno fa dà risposte scientifiche molto interessanti e fa del nostro territorio e della ricostruzione un processo di cui essere orgogliosi».
Dello stesso avviso anche Lucia Albano, sottosegretario di Stato al Mef.
«È importante sottolineare l’attenzione che il Governo pone in questa struttura commissariale, e posso dirlo anche da marchigiana – dichiara – In particolare, risulta fondamentale il decreto 11 che ha stabilizzato la proroga del 110 all’interno del cratere con sconto in fattura e credito d’imposta. Dobbiamo portare avanti un percorso di riqualificazione dei territori in chiave ecosostenibile per assicurare servizi strategici e renderli abitati: è questa la grande scommessa del Governo.
Questi territori andranno poi anche connessi sul piano digitale. Non deve passare in secondo piano l’impegno del Governo sul centro Italia e sulla “questione centrale”, che è davvero di enorme importanza per il nostro Paese».
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