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Captazione idrica dal Tenna, il Coordinamento: «La protesta si allarga». Si valuta il ricorso in sede europea

FIUME - Il Coordinamento di Difesa del Fiume Tenna non accenna ad una tregua, forte della buona riuscita dell’incontro di sabato 10 giugno a Servigliano dove sono state illustrate le problematiche legate al progetto e a cui hanno partecipato sindaci e associazioni. «Captazione ritenuta più dannosa che utile, considerando l’alternativa più che valida del lago di Gerosa. Abbiamo comunicato alla Regione Marche di aver accettato l’invito al confronto presso la sede regionale»

di redazione CF

«Non si ferma la protesta sulla captazione idropotabile sul fiume Tenna che acquisisce sempre più consensi nella cittadinanza e nelle attività produttive della vallata con eco che ormai ha coinvolgimenti regionali e, in alcuni casi, di rilIevo nazionale».

Il Coordinamento di Difesa del Fiume Tenna non accenna ad una tregua, forte della buona riuscita dell’incontro di sabato 10 giugno a Servigliano dove sono state illustrate le problematiche legate al progetto e a cui hanno partecipato sindaci e associazioni. «Un incontro dal quale si è levato un dissenso comune verso questa captazione ritenuta più dannosa che utile, considerando l’alternativa più che valida del lago di Gerosa. Nonostante ci siano tutti i presupposti per poter prelevare dal lago, infatti – incalzano dal coordinamento –  il progetto prevede anche una presa d’acqua sul fiume Tenna con un prelievo di 200 litri al secondo il cui quantitativo, il deflusso minimo vitale, e l’abbassamento della qualità delle acque sono ritenuti pericolose condizioni per la sopravvivenza del fiume stesso».

A tuonare contro quest’opera progettuale ci sono le associazioni che hanno formato questo coordinamento che fanno sapere di aver contattato nuovamente il Ciip (che ha già  illustrato la sua posizione al riguardo in un’intervista a Cronache Fermane) proponendo un ulteriore incontro «senza ottenere ancora alcuna risposta».

«Abbiamo comunicato alla Regione Marche di aver accettato l’invito al confronto presso la sede regionale per poter discutere con gli uffici autorizzativi e mostrare loro le anomalie ambientali e procedurali di cui ci siamo resi conto, con l’obbiettivo di dimostrare che non si può prelevare acqua da un fiume che, quando serve, non ne ha!».

Nel frattempo, l’informazione corre veloce tra il coordinamento e la cittadinanza fino ad arrivare ad essere «materia discussa anche da un famoso canale tv di pesca mentre risultano anche interessamenti verso le redazioni di reti, programmi e canali tv nazionali». E mentre il Coordinamento si dice sempre «pronto al dialogo», la propria parte legale inizia a scaldare i motori per un eventuale ricorso, anche in sede europea.

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