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Liberazione di Fermo e del Fermano: ecco la stele che ricorda il piccolo Giovanni Protasi

NEL 79° anniversario, a Caldarette la cerimonia commemorativa del bambino di appena 6 anni morto nel 1944. Gli alunni dell’Isc Betti gli hanno dedicato una ninna nanna. La preghiera alla Madonna del Pianto letta dal sindaco Calcinaro a nome di tutta la città
Un giorno di memoria per Fermo. In particolare il 20 giugno, come ogni anno, viene ricordato il tributo di sangue seguito all’eccidio nazifascista di Caldarette d’Ete che avvenne in quel giorno del 1944. Una cerimonia toccante e partecipata, ieri pomeriggio, promossa dal Comune di Fermo, dall’Anpi, dalla Provincia e dall’Isml, in occasione del 79° anniversario della Liberazione di Fermo e del Fermano, che ieri appunto ha vissuto un momento ancor più emozionante nel quartiere fermano con l’intitolazione di una stele alla memoria del piccolo Giovanni Protasi di sei anni, la vittima più piccola dell’eccidio del 1944.
Prima la messa nella Chiesa della Madonna del Pianto, presieduta dall’Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio e concelebrata da Don Luigi Traini, alla presenza delle autorità civili, militari, religiose e delle associazioni della città. Nel corso dell’omelia il Pastore della Chiesa Fermana ha sottolineato l’importanza della collaborazione e dell’unità per contrastare le difficoltà come ricordato dai principi costituzionali e poi ha ricordato come San Giovanni Paolo II, ai tempi in cui era Papa, nel corso di un incontro con dei pellegrini fermani abbia proprio parlato loro della bellezza della devozione alla Madonna del Pianto cui Fermo ha dedicato questo santuario.
Nel corso della celebrazione, a nome dell’intera Città, il Sindaco Paolo Calcinaro ha letto la preghiera alla Madonna del Pianto per rinnovare, come ogni anno, il voto fatto per la salvezza della Città di Fermo dai lutti di guerra. Presenti anche i consiglieri comunali Luigi rocchi e Nicola Pascucci.
A seguire, nel piazzale antistante la chiesa dell’Immacolata Concezione di Caldarette Ete il secondo momento con la cerimonia commemorativa, nel corso della quale, si sono succeduti gli interventi del Presidente dell’Anpi provinciale Paolo Scipioni che ha sottolineato come i quattro caduti a Caldarette rappresentino in qualche modo qualcuno di famiglia per tutti noi, Santini un nonno, i fratelli Fortuna dei padri ed il piccolo Protasi un fratello, del Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che ha ricordato come «questa cerimonia ogni anno fa memoria della storia, di quanto accaduto a Caldarette, un fatto storico che le giovani generazioni devono conoscere e che quest’anno vede una stele dedicata al piccolo Giovanni Protasi, un atto dovuto che fa crescere la Città, nel ricordo, nella memoria, nei valori di libertà ed opposizione alle oppressioni, di ieri quanto di oggi», del vicario del Prefetto di Fermo Alessandra De Notaristefani Di Vastogirardi che ha voluto complimentarsi e ringraziare per la stele che ricorda un bambino strappato alla vita da una morte atroce e del Presidente della Provincia di Fermo Michele Ortenzi che ha sottolineato come momenti come questi siano importanti per fare memoria e trasmettere il messaggio che tali atrocità non debbano più accadere.
Quindi gli alunni dell’Isc Betti, alla presenza della Dirigente Scolastica Anna Maria Isidori, hanno cantato con dolcezza e coinvolgimento la canzone “Ninna Nanna per Giovannino”, scritta appositamente da Paolo Scipioni
Don Pietro Orazi ha poi benedetto le corone d’alloro che sono state deposte per omaggiare, alla presenza dei familiari e dei parenti, le vittime dell’eccidio compiuto a Caldarette il 19 giugno 1944. Prima è stata scoperta dal Sindaco, dall’Anpi e dal fratello del piccolo Giovanni Protasi, la stele in memoria del bambino morto a soli sei anni per una scheggia di cannonata allo stomaco e privato delle cure necessarie. Quindi è stato deposto un mazzo di rose bianche.
Corone d’alloro sui cippi in memoria di Giuseppe e Luigi Fortuna, che furono scambiati erroneamente per partigiani, crivellati di colpi dai tedeschi per rappresaglia, di Serafino Santini, che venne arso vivo per aver tentato di riappropriarsi delle bestie confiscate dai tedeschi. Al termine il Sindaco Calcinaro ha voluto ringraziare tutti per la sentita partecipazione.

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