Frenata superbonus nelle Marche. Ad aprile e a maggio di quest’anno sono scesi drasticamente i nuovi cantieri e gli investimenti per i lavori di risparmio energetico.
In particolare ad aprile sono stati ammessi 135 nuovi progetti per 41 milioni di euro investimenti mentre a maggio i lavori approvati sono stati 202 per 86 milioni di euro di investimenti.
Alla fine di maggio il numero di edifici marchigiani coinvolti nei lavori di efficientamento energetico grazie al superbonus erano 10.544 per 2,1 miliardi di investimenti.
I condomini erano 2.324 per 1,2 miliardi di investimenti, gli edifici unifamiliari 5.193 per 596 milioni di euro. Le unità immobiliari indipendenti erano 3.027 per 282 milioni di euro investiti.
Una curiosità. Il superbonus era previsto anche per i castelli. Nelle Marche non ne ha usufruito nessuno.
L’investimento medio dei condomini marchigiani è stato di 522.000 euro mentre per gli edifici unifamiliari sono stati investiti in media 115.000 euro e per le unità immobiliari indipendenti l’investimento medio è stato di 93.000 euro.
«Il superbonus in questi due anni ha rappresentato un grande volano per il settore edile – commenta Marco Rossi presidente Cna Costruzioni Marche –ma questa spinta è destinata ad esaurirsi.
Infatti se quest’anno la detrazione è del 90 per cento, dal 2024 per i condomini scenderà al 70 per cento e nel 2025 arriverà al 65 per cento e non sarà più lo sconto più vantaggioso per i contribuenti.
Per le villette tra sei mesi il superbonus non esisterà proprio più.
Insomma siamo all’ultima volata per condomini e villette. Poi torneremo ai bonus ordinari per ristrutturazioni, caldaie e mobili.
La frenata degli ultimi mesi è dovuta al divieto di cessione del credito che ha ridotto di molto la possibilità di avviare i nuovi lavori.
Il tutto va poi inquadrato in un contesto di prezzi molto elevati per realizzare le opere. Spesso il costo di ristrutturazione supera abbondantemente il costo di acquisto dell’appartamento con il risultato che diventa insostenibile avviare delle opere di ristrutturazione in mancanza della possibilità di cessione del credito e dei tassi di interesse crescenti.
Anche qualora ci fosse capienza fiscale, diventa proibitivo poi per coloro che sono incapienti. Come se non bastasse dal 31 dicembre nella nostra regione, non sarà più possibile usufruire della Legge sul Piano Casa, che consente l’ampliamento degli edifici esistenti fino al 25 per cento della cubatura».
Cna Costruzioni Marche chiede al Governo un riordino dei bonus edilizi e la reintroduzione dello sconto in fattura, mentre dalla Regione si aspetta una norma transitoria per gestire il passaggio tra il Piano Casa e la nuova Legge urbanistica, onde evitare di bloccare il settore.
Intanto le cessioni di credito per il superbonus non ripartono.
In Italia sono ancora in attesa 30 miliardi di crediti mentre nelle Marche i crediti bloccati sfiorano il miliardo di euro.
«Purtroppo – sostiene Rossi – Poste non ha ancora riaperto il suo canale per l’acquisto di bonus fiscali e anche la piattaforma di Enel X deve decollare.
Inoltre il Governo ha bocciato la proposta delle associazioni e dell’Abi, delle compensazioni dei crediti con l’F24 che avrebbe consentito tempi rapidi per svuotare lo stock di crediti d’imposta in pancia alle imprese e alle banche».
Solo nelle Marche, ricorda Cna Costruzioni Marche, il superbonus ha consentito investimenti per 2,1 miliardi di euro con un contributo al Pil regionale dell’1,4 per cento. Anche gli altri incentivi hanno registrato una significativa crescita, grazie a sconti in fattura, detrazioni e cessioni del credito.
Oltre la metà delle 600.000 abitazioni marchigiane ha più di 50 anni e quelle che hanno bisogno di interventi di ristrutturazione sono oltre 150.000.
Nelle Marche le imprese edili in attività alla fine di maggio erano 18.749 con 36.442 occupati e un aumento dei ricavi nel 2022 del 14,4 per cento ma con la fine degli incentivi il settore potrebbe smettere di crescere.
«Nei prossimi anni – conclude Rossi – si dovrà intervenire sulla riqualificazione energetica, sull’efficientamento del patrimonio immobiliare e sulla riqualificazione urbana. Gli incentivi andranno rimodulati in funzione di questi obiettivi. Altrimenti l’edilizia si ferma. E se si ferma l’edilizia, si ferma l’economia».
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