facebook twitter rss

Querelle contrada San Giovanni, Gramigna e Pignotti rompono il silenzio: «Partita la procedura di sfratto, ci ridiano le chiavi»

SANT'ELPIDIO A MARE - La commissaria della contrada rosso nera intima all'ex direttivo di riconsegnare le chiavi e il patrimonio: «C'è una sentenza e va rispettata. Vediamo se queste persone dimostrano alla cittadinanza che pensano alla Contesa e non strumentalizzano questa situazione»

di Matteo Malaspina

Alessio Pignotti e Alessandra Gramigna. Il primo, sindaco di Sant’Elpidio a Mare, la seconda, commissaria straordinaria della contrada San Giovanni nonché presidente dell’Ente Contesa. Entrambi seduti dalla stessa parte del tavolo, letteralmente e figurativamente, ad interrompere mesi di silenzi sulla querelle che si è scatenata attorno alla questione della contrada rosso nera.

«Fino ad ora sono passate notizie prive di fondamento. Sono stato etichettato come un estraneo che se ne è fregato, che io sono il diavolo e loro l’acqua santa, ma non è così. Ho sempre fatto da garante per cercare soluzioni, partecipato ad incontri su incontri ma non è bastato per evitare di arrivare a questo punto – dice il primo cittadino elpidiense, facendo un breve excursus della situazione affitto/contrada -. A dicembre ho dato mandato di verifica delle posizioni contrattuali per quanto riguarda i locali delle contrade. La Santa Maria mi ha dato risposta, concordando con loro di dilazionare i pagamenti arretrati e la San Giovanni ci ha risposto tre mesi dopo, facendo riferimento ad una fantomatica cessione di credito, senza alcuna proposta di rientro. Al 31 dicembre 2022 il contratto è scaduto e, constatando anche il fatto che la contrada aveva cambiato le serrature, abbiamo richiesto le chiavi dell’immobile in maniera bonaria, facendo in modo che comunque restasse nella possibilità di utilizzo della contrada. Sono seguiti tanti incontri ma, dopo la sentenza del giudice sul commissariamento, non potevamo tenere in conto quel procedimento».

Alessio Pignotti e Alessandra Gramigna

Ma quello che più lamenta Pignotti è la situazione che si è venuta a creare, con gli uffici comunali tirati in mezzo a questa questione: «Va chiarito che sono persone imparziali che nulla hanno a che fare con la Contesa. Comincio a pensare, invece, che questa manovra sia politica e strumentale nei miei confronti».

Risentito anche l’assessore alle manifestazioni storiche e al patrimonio, Paolo Maurizi: «Sono sempre stato a disposizione ma sono stato evitato. Nessuno è venuto a parlare con me, cercando sempre altri interlocutori ma mai il sottoscritto che aveva le deleghe. Tutto quello che ho fatto è stato sempre garantire le manifestazioni storiche».

Conclusa la parte riguardante l’amministrazione comunale che, come spiega il sindaco, poteva limitarsi ad intervenire sulle modifiche dello statuto e sull’immobile, a prendere la parola è la commissaria della San Giovanni e presidente dell’Ente, Alessandra Gramigna che non usa certamente toni distesi. «Le persone adulte, di fronte ad un dispositivo di un giudice, ne prendono atto. Se ci siamo dati delle regole, con questa sentenza si è stabilito che valgono anche per il codice civile. A esprimersi sono stati due giudici diversi e, nonostante all’inizio eravamo contrari al ricorso fatto da queste persone, ora diventa fondamentale perché lo mette nero su bianco. È ora di restituire la contrada San Giovanni alla contrada San Giovanni – dice, leggendo poi il passaggio della sentenza espressa dal Tribunale dove si legge “rigetta l’istanza di sospensione della delibera di commissariamento e fissa le conclusioni per novembre” -. Un passaggio chiaro e inequivocabile. È bene che si sappia che oggi la contrada è rappresentata dal commissario e che c’è una parte minoritaria che non accetta questa cosa. Se non viene rispettato questo, sono intenzionata a fare procedure d’urgenza. Quello che chiedo è che vengano restituiti le chiavi e il patrimonio, perché la contrada è di tutti e non loro. A questo punto vediamo se queste persone dimostrano alla cittadinanza che pensano alla Contesa e non fanno strumentalizzazioni di tipo politico»

Ed ora? La procedura di sfratto è in essere. «E con lo sfratto si perdono il rinnovo e le agevolazioni nel contratto che deve essere fatto ex novo con tariffe maggiorate – continua -. Questa manifestazione non crescerà finché non si capisce che le contrade hanno un ruolo e quel ruolo deve essere rispettato».

Ora la palla passa agli ex membri del direttivo che dovranno decidere se fare un passo indietro o continuare con la loro posizione. Nel frattempo si avvicina Città Medioevo e la Contesa e, una situazione del genere, non fa certamente il bene della comunità e della manifestazione.

Contesa del Secchio, l’Ente commissaria la San Giovanni: «Modifiche allo statuto non autorizzate»

Il giudice respinge la sospensiva: la contrada San Giovanni resta commissariata

Caso San Giovanni, il ”priore” Recchioni: «Se la contrada non può decidere liberamente non ha più ragione d’esistere»


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti