Polizia, Cesetti (Pd): «Ignorate le richieste per garantire la sicurezza nel Fermano»
IL CONSIGLIERE regionale dem: «Il Governo Meloni ignora le richieste e l'assessore Saltamartini è costretto ad ammettere che nessuna risposta è giunta a oggi sulla necessità di potenziare gli organici»
Sui temi della sicurezza, Fermo chiama ma il Governo Meloni non risponde. Ad ammetterlo è stato oggi in consiglio regionale l’assessore Filippo Saltamartini, che sollecitato da un’apposita interrogazione presentata dal consigliere del Partito Democratico Fabrizio Cesetti sulla necessità di potenziare l’organico in forza alla questura e alla polizia stradale di Fermo, ha riconosciuto che nonostante le sue numerose sollecitazioni, nessuna risposta è giunta a oggi dai ministeri competenti.
«Ringrazio Saltamartini e apprezzo il suo impegno – afferma Cesetti – ma il fatto che il governo nazionale rimanga sordo alle richieste della Regione Marche, dimostra come la filiera istituzionale tanto sbandierata dai partiti del centrodestra marchigiano non esista. Non è più accettabile, infatti, che nonostante l’Assemblea legislativa delle Marche abbia approvato all’unanimità diversi atti da me presentati per sanare le carenze di personale della questura e della stradale di Fermo e istituire un presidio fisso di polizia a Lido Tre Archi, Meloni e Salvini, i quali si riempiono continuamente la bocca con le parole sicurezza e legalità, continuino a ignorare il nostro territorio. Un territorio che, come sanno bene i residenti, soffre più di altri di problematiche legate alla diffusa presenza di bande criminali dedite allo spaccio di droga, furti ed estorsioni. Attività che non di rado si traducono in episodi di violenza, come avvenuto per l’ennesima volta l’altro ieri proprio a Lido Tre Archi, e tolgono pace e serenità a migliaia di famiglie».
«A oggi – continua Cesetti – sono stati assegnati solo sei agenti per questura e stradale: un numero assolutamente insufficiente per le esigenze di sicurezza del territorio fermano. La sicurezza è un diritto che va garantito a tutti i cittadini, un bene comune su cui si fonda la convivenza civile e democratica di ogni comunità, ed è necessario che gli operatori vengano posti nelle condizioni di espletare appieno e al meglio la loro fondamentale e pregevole attività nell’interesse della comunità tutta».