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‘Queen at the opera’ a Fermo chiude in bellezza: «It’s a kind of magic!» (Tutte le foto)

Lo show-rock sinfonico con i grandi successi della band inglese incanta l’arena di Villa Vitali grazie a strumentisti di altissimo livello, scenografie suggestive, cambi di costumi e di atmosfera per interpretare più di 30 canzoni in quasi tre ore. Questa l’ultima tappa del tour 2023, in cui non sono mancati colpi di scena e momenti esilaranti

 

 

 

 

di Silvia Remoli (foto Simone Corazza)

«Semplicemente fenomenali», «Indimenticabile», ed anche «E’ stato qualcosa di magico!» il commento unanime del folto pubblico di ieri sera  a Fermo, traducendo involontariamente proprio uno dei successi dei Queen ascoltato a Villa Vitali (‘A kind of Magic’ per l’appunto è il nome sia dell’album del 1986 che del singolo in esso contenuto).

Ad eseguire queste ed altre hits della nota band londinese è stato il gruppo di ‘Queen at the opera’ , una realtà artistica che vede combinarsi classico e moderno, in composizione mista tra orchestra sinfonica (completa di archi e ottoni) e strumenti elettrici tipici del rock, voci liriche e cantanti pop.

QUASI SUBITO IL COLPO DI SCENA 

Si dice che ‘quando si vede la fine ormai è fatta’, ma anche ‘mai dire gatto se non lo si ha nel sacco’ : quindi, ecco che, come in uno scherzo del destino, è arrivato un piccolo intoppo proprio nella tappa finale del tour 2023 dei ‘Queen at the opera’. Per fortuna esiste anche un altro detto che è ‘tutto è bene ciò che finisce bene’: infatti l’inghippo, che ha gettato nel panico gli artisti e lasciato perplesso il pubblico, è stato risolto poco dopo. 

Ma cosa è accaduto esattamente? Dopo qualche minuto dall’inizio dello spettacolo la chitarra elettrica ha smesso repentinamente di suonare. Per fortuna, grazia all’intervento tempestivo dei tecnici, se ne è ripristinato il regolare funzionamento in  una manciata di minuti. Insomma è anche questo il bello della diretta, o meglio , del live, e, continuando a citare motti,  ‘tutto è bene quel che finisce bene’, ma, soprattutto, come cantava Freddy Mercury: ‘The show must go on’!

IL COINVOLGIMENTO DEL PUBBLICO

Che le canzoni dei Queen invitino il pubblico a cantare, dimenarsi e battere le mani a tempo di rock , era cosa da aspettarsi (si pensi all’intro di  ‘We Will rock you’ e al doppio schiocco in levare di ‘Radio ga ga’), ma il suo partecipare attivamente al concerto è stato anche merito dei musicisti che sono spesso scesi dal palco, anche imbracciando i loro strumenti, affiancandosi ai presenti, piacevolmente resi protagonisti. Simpatico il siparietto di sfottò campanilisti citando la città di Ancona, con la quale gli artisti hanno cercato di provocare, mettendo Fermo in competizione col capoluogo regionale, ma ovviamente in chiave meramente ironica.

IL CAST e il RICONOSCIMENTO DA PARTE DEI QUEEN

Non potendo elencare uno ad uno tutti gli elementi, vanno però menzionati i maggiori protagonisti dello show, che io definirei un vero e proprio cast, in quanto non si sono limitati a cantare pedissequamente i pezzi dei Queen, ma soprattutto li hanno rivisitati, reinterpretati, e fatti rivivere con grande suggestione, specie coi cambi di abito e con le scenografie suggestive proiettate dal mega led-wall. Manuel Moscaritolo alla batteria, Marco Pistone al basso, Andrea Inglese alla chitarra, Riccardo Di Paola alle tastiere, Piero Gallo il direttore d’orchestra e Alessio Gizi al primo violino.

Le voci: Giada Sabellico (soprano lirico), Luana Fraccalvieri, Alessandro Marchi, Valentina Ferrari, tutti capitanati dal grande Luca Marconi.

Il  loro originale lavoro  è stato premiato con l’ufficiale riconoscimento da parte dei Queen (quelli veri!) come ‘il più grande omaggio mai portato in scena’.

LA SCALETTA 

Più di trenta brani eseguiti in oltre due ore e mezza di show, durante le quali si sono susseguiti tutti i più grandi successi della band nata nei primi anni ’70. 

Non potevano quindi mancare ‘We are the champions’, ‘Bohemian rhapsody’, ‘We will rock you’, ‘The show must go on’, ‘Radio ga ga’, ‘A kind of magic’, ‘Under pressure’,‘Friends will be friends’, ‘Another one bites the dust’ e la splendida ‘Somebody to love’  (una delle mie preferite in verità, coverizzata da tantissimi altri cantanti, tra cui lo scomparso George Michael con una versione da brividi), che ha  chiuso la serata riaccompagnando la gente a casa con un ricordo indelebile. 

 


 


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