Prendere l’acqua alla fonte perché è più pulita? Quella all’interno dell’autoclave condominiale è sporca? Il filtro del rubinetto garantisce sempre l’utilizzo di acqua salubre? In quella confezionata c’è meno calcare? Sono tutti i luoghi comuni sfatati durante l’intervista di questa mattina, ai microfoni di Radio Fm1, di Jessica Tidei a Emidio Pipponzi, chimico e socio Cialab Srl, e Agostino Poli, anch’esso chimico socio e fondatore dell’azienda oltre 30 anni fa.
«Ci occupiamo di analisi chimiche e microbiologiche – ha esordito Emidio Pipponzi -. La nostra sede principale è ad Ascoli Piceno. Inoltre, abbiamo i vari studi di consulenza distribuiti a Fermo, Servigliano e San Benedetto del Tronto. Abbiamo due poli di formazione, ad Ascoli nella sede principale e a Montegiorgio presso il Centro Medico San Paolo. Ci occupiamo di sicurezza negli ambienti di lavoro, pratiche ambientali e Haccp oltre alla formazione in materia di sicurezza sul lavoro, alimenti e ambiente. Il nostro laboratorio di microbiologia, tra le altre cose, effettua analisi specifiche necessarie per verificare la potabilità dell’acqua, che ha lo scopo di garantire il controllo analitico, verificando la sua qualità. Svolgiamo perizie anche nei condomini e nelle abitazioni private».
Una pratica ancora molto diffusa che riguarda l’acqua è l’imbottigliamento alla fonte in quanto si ritiene che sia più pulita rispetto a quella del rubinetto di casa. Ma è davvero così? «In realtà è la stessa e la qualità è ottima – ha spiegato Agostino Poli -. Può essere più fresca perché le condutture passano in profondità ma se vogliamo bere l’acqua a temperature più basse basta metterla in frigorifero. Alla fonte arriva direttamente fredda perché le condutture non vengono riscaldate dal terreno in superficie».
Altro luogo comune: l’acqua dell’autoclave è sporca. «Non è così – ha affermato il fondatore di Cialab – È praticamente quella che arriva grazie alla Ciip. Se rimane ferma non è un problema. Possono proliferare i batteri soltanto se effettivamente è sporca la cisterna stessa. Allora basta controllarla periodicamente e verificare se il fondo ha lo stesso colore delle pareti. Qualora dovesse essere rossastro è necessario intervenire con una pulizia accurata. Ciò dipende però dalle condutture. Alcune sono vecchie quindi può accadere che l’acqua trasporti dei detriti. Però grazie alle riqualificazioni in atto, questo fenomeno si verifica sempre più raramente».
Il falso mito dell’autoclave sporca è strettamente connesso all’installazione dei filtri nei rubinetti. «È sicuramente uno strumento molto utile – ha continuato Agostino Poli – è costituito, ad esempio, da un letto di sabbia e uno da carboni attivi. Rispettivamente filtrano l’acqua da sostanze solide e da quelle organiche. Dopo un certo periodo va cambiato perché lì la terra si ferma e può avvenire una proliferazione batterica. È importante quindi aprire il filtro per vedere se è sporco e poi effettuare delle analisi microbiologiche utili a mantenere inalterata la qualità dell’acqua».
Quante volte abbiamo sentito l’affermazione “nell’acqua della nostra zona c’è molto calcare”… «In realtà la sua presenza è bassa – ha precisato Agostino Poli – È normale che si formi lo strato bianco nei nostri strumenti domestici (lavatrice, ferro da stiro, ecc). È semplicemente un processo chimico che non ha nulla a che vedere con il tasso di calcare. L’acqua che acquistiamo è diversa da quella del rubinetto, pertanto può avere una salinità maggiore o minore. Per questo è importante leggere le etichette del prodotto». L’appuntamento è terminato proprio con una brevissima “lezione” degli esperti Emidio Pipponzi e Agostino Poli su come interpretarle correttamente.
Per prenotare consulenze e analisi è possibile inviare un modulo a info@cialab.it.
Per altre informazioni consultare www.cialab.it.
SPAZIO PROMO-REDAZIONALE
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati