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«Progetto dannoso e sbagliato, la città deve sapere» Le critiche, punto per punto, del comitato sul lungomare Gramsci

PORTO SAN GIORGIO - Il comitato di associazioni per il lungomare Gramsci parla, nella sua nota, di un «progetto sbagliato e dannoso, che dovrebbe essere invece largamente condiviso, perché cambierà il volto della città per decenni»

«Sul nuovo lungomare i cittadini debbono sapere. Sentiamo il dovere di denunciare, ancora una volta, come è usato il denaro pubblico e la miopia politica che porta l’amministrazione comunale ad ostinarsi su un progetto sbagliato e dannoso, che dovrebbe essere invece largamente condiviso, perché cambierà il volto della città per decenni». Inizia così, senza troppi fronzoli, il comunicato stampa del comitato di associazioni per il lungomare Gramsci di Porto San Giorgio, che torna alla carica contro il progetto esecutivo approvato recentemente e di cui stigmatizzano «le contraddizioni delle soluzioni scelte». A firmarlo sono il Comitato per la Mobilità Dolce, il Comitato per la salvaguardia di viale Cavallotti e del verde di Porto San Giorgio, Fiab Costa Macerata-Fermo, Italia Nostra Fermo, Legambiente Fermo e Società Operaia “G. Garibaldi” Porto San Giorgio.

E via con l’elenco di quegli aspetti che, per il comitato, proprio non vanno: «Nella perizia botanica, che esamina le tamerici, tutte, tranne 6, hanno un vigore biologico buono o discreto. Quindi quegli alberi possono benissimo restare lì. L’espianto, tra l’altro, è contrario al regolamento comunale del verde, oltre che a ogni logica. Spostarle è assurdo, per gli alti costi, i tempi lunghi e la certezza di fallimento del trapianto. Le piante danneggiate in modo irreparabile vanno semplicemente sostituite da altre tamerici, che sono tra le specie consigliate nella perizia. Eppure nel progetto definitivo si afferma che sono tutte da abbattere perché “a fine vita”. Con quale logica è stato redatto il progetto? La carreggiata stradale a senso unico viene ridotta a 3,5 metri (rispetto ai 4,35 attuali) in presenza di parcheggi “a pettine”. Questo, oltre a costituire un’evidente situazione di pericolo, è contro la legge (DM 6792 del 2001), che richiede invece 6 metri. Un lungo tratto del marciapiede ovest non è a norma (DM 6792 del 2001), essendo di soli 1,2 metri quando sono richiesti 1,5. Non sono previste fermate dei mezzi pubblici, che debbono stare fuori dalla carreggiata (DM 6792 del 2001); Non sono previste aree ombreggiate dove i pedoni possono sostare, non sono indicati parcheggi adeguati per le bici che invaderanno il lungomare con la nuova ciclovia adriatica e il ponte sull’Ete».

E ancora: «Il tracciato dopo lo stabilimento Duilio verso il porto non è in continuità con quanto previsto nella progettazione urbanistica dell’area portuale, che è stata totalmente ignorata, si prevede di spendere 4 milioni per 700 metri, un costo altissimo rispetto a progetti di città limitrofe molto migliori, come Grottammare. E poi da oltre un anno le nostre associazioni di cittadini propongono, inascoltate, soluzioni che tutelano il verde e gli spazi ciclopedonali e che consentirebbero di aumentare il tratto di lungomare da qualificare con le somme disponibili. Tutto questo per creare una fila di parcheggi inutili, brutti e pericolosi, facilmente reperibili a 200 metri. Che città vogliamo lasciare ai nostri figli?»

 


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