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Ciarpella riconfermato assistant coach della Giova Scafati. Il lungo percorso dalla Sutor alla A1 (Ascolta l’intervista)

FERMO - Marco Ciarpella, assistant coach alla Giova Scafati, a Radio Fm1 ha raccontato il suo percorso professionale tra il tifo per la Sutor e la passione per il basket: «Ho conosciuto Attilio Caja che mi ha portato con lui a Scafati. Dopo le sue dimissioni è arrivato Pino Sacripanti e mi ha riconfermato anche per la prossima stagione»

di Alessandro Luzi

Una bandiera gialloblù in mano, la soglia dell’ingresso della curva A del PalaSavelli, gli striscioni dei Rangers 1976, dei Dirty Dozen, i circa 4mila cuori stracolmi di una passione incrollabile per la Sutor Montegranaro. E poi i cori, le sciarpe al collo, le vivaci coreografie ed il frastuono del palazzetto. In piedi, in quello spicchio di curva dietro al canestro, a sostenere la propria squadra in quelle domeniche di grande basket c’era anche Marco Ciarpella, oggi assistant coach della Giova Scafati.

Ascolta l’intervista a Radio Fm1:

«Sono nato tifoso della Sutor durante gli anni della serie A1 e mi sono appassionato a questo mondo – ha raccontato ieri a Radio Fm1 -. Ho avuto la fortuna di conoscere il coach Stefano Pillastrini. Ha visto in me un interesse particolare a questo sport ed ha voluto che mi avvicinassi al suo staff tecnico. Nei primi anni ho fatto tanta gavetta offrendo un supporto video e cartaceo. Purtroppo nel 2014 la Sutor è retrocessa e per motivi economici è costretta a ripartire dal campionato di promozione. A quel punto il presidente Tiziano Basso mi ha conferito l’incarico di capo allenatore. Avevo 20 anni e non è stato semplice». Poi da lì è partito un percorso straordinario, sia dal punto di vista sportivo che professionale. In sette anni è riuscito a riportare la squadra fino alla serie B vincendo quattro campionati.  «Da allenatore e tifoso della Sutor è stata un’emozione fortissima. Negli anni abbiamo costruito squadre con tanti ragazzi del territorio legati dal senso di appartenenza a questa società. Questo è stato anche uno dei motivi per cui siamo risaliti così velocemente. Certo, gestire il gruppo non è stato semplice in quanto ero alle prime armi. Comunque già avevo avuto la possibilità di fare esperienza da assistente nei gruppi giovanili delle squadre di Montegranaro. Lì ho avuto modo di formarmi. Poi anche i giocatori più esperti mi hanno aiutato tanto».

Dopo la serie successi e una scalata che sembrava impossibile, nel 2021 arriva la retrocessione in C Gold. L’esperienza a Montegranaro è ai titoli di coda e quel ragazzo di curva, con la sciarpa gialloblù al collo, approda a Fabriano. «Dieci anni fa non pensavo che questo sarebbe diventato il mio lavoro. Le cose per fortuna sono andate nel verso giusto. Quando siamo retrocessi avevo un altro anno di contratto con la Sutor ma ho preferito lasciare l’ambiente per compiere altre esperienze formative. Sono stato chiamato dalla Janus Basket Fabriano come vice allenatore. Poi ho girato molto in Italia e in Europa tra Bayern Monaco, Alba Berlin, Milano, Bologna». Proprio mentre era con lo zaino in spalla, le carte si combinano nel modo giusto e si spalancano le porte della serie A1. «Stavo partecipando alle sessioni di allenamento dell’Olimpia Milano e ho avuto l’occasione di conoscere il coach Attilio Caja. Anche lui in quel momento era senza squadra e a distanza di qualche settimana è subentrato alla Giova Scafati. Ha deciso di cambiare parte dello staff e mi ha portato con lui. Mi ha assegnato il ruolo di secondo assistente e poi promosso a vice allenatore. Dopo le sue dimissioni è arrivato Pino Sacripanti e mi ha riconfermato anche per la prossima stagione».

È stato un campionato difficile. Scafati con un passo in avanti poteva accedere ai playoff e con uno indietro rischiava di finire nel baratro della retrocessione. In un finale thriller con Brescia ha conquistato la salvezza. «Questa è una realtà contraddistinta da una grande passione per il basket. Il presidente sostiene la squadra da vicino. La prossima stagione vogliamo consolidarci in serie A e raggiungere una salvezza tranquilla». Accanto ci sono gli obiettivi di Ciarpella: «Cerco di apprendere il più possibile da questi ambienti. Ho avuto l’occasione di arrivare fino a qui e lavorare con allenatori di altissimo livello. In questi anni voglio aggiornarmi e formarmi, poi vediamo cosa accadrà in futuro». Intanto continua a sedere nella panchina della Giova Scafati, di nuovo lì, di nuovo in serie A1 da dove tutto era partito.


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