di Sandro Renzi
Tutti assolti gli imputati nel processo ad Ancona per le cosiddette “spese facili” in Consiglio regionale. Dopo una camera di consiglio durata oltre dieci ore la presidente del Tribunale dorico ha pronunciato il verdetto: formule di assoluzione perché il fatto non sussiste e per un caso perché il fatto non costituisce reato. Per altri capi di imputazione è stata dichiarata la prescrizione.
Dei 38 imputati a processo, il sostituto procuratore aveva formulato richiesta di condanna per 31. Si contestava in particolare l’utilizzo di soldi pubblici per spese personali o per attività politica non strettamente attinente a quella dei Gruppi consiliari. Nel mirino della Finanza diversi consiglieri regionali e addetti ai Gruppi in carica tra il 2008 e il 2012. L’ipotesi di reato era peculato o concorso in peculato. Nel calderone dell’inchiesta erano finiti pure quattro rappresentanti del Fermano: Rosalba Ortenzi eletta nella lista DL Margherita l’Ulivo (poi nel 2009 gruppo unico col Pd), Paolo Petrini del Pd, Maura Malaspina dell’Udc e Graziella Ciriaci di FI.
Per tutti si chiude un calvario durato oltre dieci anni. Rosalba Ortenzi affida ad un post su Facebook il commento post sentenza. «Assolta perché il fatto non sussiste. Dopo 11 anni finalmente si chiude questo assurdo processo del cui esito favorevole non ho mai avuto dubbi ma che mi ha addolorato davvero tanto. Chi mi conosce sa chi sono, della mia onestà e una minima ombra sulla correttezza delle mie azioni mi fa star male. Ringrazio il mio avvocato, Francesco De Minicis,la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto e i tanti amici che mai hanno dubitato del mio giusto agire. Ho dormito sempre con il cuore in pace, ma sempre, in questi anni, con un peso insopportabile perché non si vedeva mai la fine di questo ingiusto travaglio».
Soddisfatta ovviamente pure l’ex consigliera Maura Malaspina: «Prima prosciolta dal Gup, ieri assolta con formula piena dal Tribunale di Ancona: per ben due volte giudicata e dichiarata innocente. In questi lunghi 10 anni sono stata sempre serena perché convinta e certa di aver svolto il compito di capogruppo e consigliere con spirito di servizio, buonsenso e assoluta onestà nel pieno rispetto della legge. Ringrazio i giudici che hanno saputo ben vedere e ottimamente giudicare la vicenda, i miei familiari, i miei avvocati Bora e Scaloni, e i numerosissimi amici e colleghi che mi hanno sempre manifestato fiducia e sostegno. Resta l’amarezza per una vicenda che si poteva e si doveva concludere molto prima evitando di azzerare un’intera classe politica che aveva ben operato a livello regionale nell’interesse dei cittadini».
Felice dell’esito del processo anche l’imprenditrice Graziella Ciriaci «Mi sono tolta un grosso peso – ha affermato – la fiducia verso la magistratura e rispetto all’esito del processo non è venuta mai meno. Mai ho avuto dubbi sul mio operato. Le spese fatte servivano per adempiere legittimamente alle funzioni di rappresentanza dei cittadini e del territorio. Territorio che intendo continuare a rappresentare pur in assenza di un ruolo istituzionale». Sono stati comunque anni duri da affrontare. La fine di un incubo che ha coinvolto me e la mia famiglia – ha aggiunto la Ciriaci – un percorso duro da affrontare. All’inizio stentavo addirittura a credere che questo stesse capitando a me. Un grazie anche agli avvocati».
Nessun commento da parte di Paolo Petrini che, contattato al telefono, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
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