di Elia Frollà
Se è vero, ed è vero, che le fondamenta di una società che funziona risiedono nella formazione dei suoi giovani, poiché dalle nostre scuole usciranno i cittadini e i lavoratori di domani, allora i problemi del mondo dell’istruzione dovrebbero essere, e non sempre lo sono, assolutamente prioritari.
Questo è, in parole povere, il focus dell’incontro, tenutosi questa mattina in Provincia di Fermo, che ha visto la partecipazione di Valeria Alessandrini, consigliera del Ministro dell’Istruzione Valditara. L’obiettivo era realizzare una riunione in cui fosse possibile presentare all’attenzione della stessa Alessandrini, che svolge una funzione di raccordo tra Comuni, istituzioni scolastiche e Ministero per i territori del centro Italia, le problematiche del Fermano. Ed ecco anche perché nella sala consiliare della Provincia, oltre al presidente Michele Ortenzi e al consigliere regionale Andrea Putzu, erano presenti assessori, presidi e dirigenti, in rappresentanza degli istituti scolastici del territorio.
La consigliera, infatti, nonostante abbia già ricevuto un documento contenente le problematiche condivise, ha deciso e, anzi, richiesto un confronto diretto proprio per conoscere i casi particolari. «Non posso risolvere i problemi con la bacchetta magica – ha affermato – Ci sono cose di cui posso occuparmi e altre che non rientrano nelle mie facoltà. Quello che posso fare è ascoltare, capire e riportare le vostre segnalazioni, per questo scelgo di lasciare il mio numero di telefono e la mia mail ai presenti».
I problemi sul piatto sono stati molteplici, poiché, come spiegato in apertura dalla consigliera provinciale Pisana Liberati, «la situazione della provincia di Fermo è particolare. Siamo un territorio frammentato, pieno di piccoli Comuni con scuole vuote a causa dello spopolamento delle zone interne e a causa della bassa natalità».
A causa di questi trend negativi, quello che si verifica, nel campo dell’istruzione nella nostra provincia, è una penuria di studenti, che costringono alcuni Isc a chiudere, altri a ricorrere ai “pluriclasse”. Altrove, invece, si assiste ad un continuo via vai di dirigenti scolastici che impediscono lo sviluppo di una visione a medio-lungo termine, come segnalato dal presidente della Provincia, Michele Ortenzi nelle vesti anche di sindaco di Montegiorgio e, come sottolineato dal sindaco di Petritoli, Luca Pezzani, è importante che la riorganizzazione degli istituti debba essere fatta con ragionevolezza evitando che sia inglobato un territorio troppo vasto.
Per rispondere positivamente alla questione dello spopolamento dei territori interni, infatti, la scuola rimane essenziale, proprio perché permette la sopravvivenza dei piccoli borghi e fa sì che le famiglie, potendo contare su questi servizi essenziali, evitino di spostarsi altrove.
E ancora, altri punti da tenere a mente, e su cui lavorare, sono la necessità di snellire la burocrazia e semplificare l’aspetto amministrativo, offrendo anche una formazione continua per i docenti, come segnalato dalla dirigente dell’Itet di Fermo. Il problema legato agli spazi scolastici e ai laboratori, invece, è stato evidenziato dai rappresentanti del Liceo Scientifico Temistocle Calzecchi Onesti e dell’Ipsia Ostilio Ricci.
A ciò si aggiunge, infine, anche l’accoglienza degli studenti ucraini, come segnalato dalla dirigente dell’Isc di Altidona, territorio in cui la loro presenza è particolarmente spiccata in virtù di due centri di accoglienza particolarmente grandi, e di studenti di origine cinese per quanto riguarda l’Istituto Professionale di Fermo. In questi casi la presenza di docenti e di personale competente e in grado di farsi comprendere è centrale. Su questo groviglio di questioni ci si è lasciati, con la speranza e il desiderio condiviso di rivedersi con soluzioni e risposte fattive, in modo da far seguire un po’ di concretezza a quanto discusso.
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