facebook twitter rss

L’INTERVISTA In pensione l’odontoiatra Eugenio Tosco, responsabile dell’Odontostomatologia del Murri

FERMO - Il dott. Tosco, oltre ad aver ricoperto il ruolo di direttore dell’UOC di Odontostomatologia all’ospedale Murri, è titolare di cattedra all’Università Politecnica delle Marche, corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria

Eugenio Tosco

di Nunzia Eleuteri

In pensione il medico odontoiatra Eugenio Tosco, responsabile dell’unità operativa di Odontostomatologia dell’ospedale Murri.

Un professionista attento e conosciuto in Italia e all’estero, chiamato spesso a presiedere convegni, elargire consulenze. 

Il prof. Eugenio Tosco, medico specialista in Odontostomatologia e professore universitario dal 1992, non si è limitato a svolgere diligentemente il suo lavoro ma lo ha fatto con estrema passione soprattutto rivolgendo un’attenzione particolare ai giovani. Ha, infatti, sempre tessuto rapporti con la facoltà di Medicina offrendo agli studenti di Medicina e Odontoiatria di Ancona anche l’opportunità di frequentare l’ospedale di Fermo e guardare la tecnica sul campo. 

Il Ministero della Sanità, nel 2000 lo ha indicato come “medico sentinella per le lesioni precancerose del cavo orale, l’unico nelle Marche”, come ci racconta lui stesso, oltre i preposti all’ospedale regionale di Torrette.

 

Professor Tosco, cosa le rimane di questi 32 anni di servizio nella U.O. Odontostomatologia dell’Ospedale di Fermo?

«Indiscusso il patrimonio umano con cui sono venuto in contatto, la crescita professionale in tutti questi anni di lavoro e l’orgoglio di aver avuto la possibilità di dare visibilità alla mia città, Fermo.  Poi però anche tanta amarezza: l’unità operativa ospedaliera esistente dal 1987 a Fermo era l’unica da Ancona a Teramo, per tutte le Marche del Sud. Macerata non ne aveva, mentre Ascoli prevedeva all’interno della Uoc Otorinolaringoiatria una unità operativa semplice di Patologia Cervico-Facciale. Dal 2000, dopo il pensionamento del primario dott. Marmani ultimo rappresentante della più prestigiosa scuola di Maxillo Facciale, quella di Bologna, l’unico medico responsabile della Uoc sono stato io. Ma il 31 luglio scorso è arrivato il momento del mio collocamento a riposo». 

Significa che l’Unità operativa di Odontostomatologia dell’Ospedale Murri di Fermo non esiste più?

«È qui che inizia l’amarezza perché, nonostante l’enorme potenzialità di crescita dell’Unità Operativa Ospedaliera (garantita dalla riconosciuta professionalità delle prestazioni erogate), per la mancanza di progettazione e scarsa volontà politica locale con forti ingiustificate ingerenze, nulla si è fatto per gli utenti. L’Uoc Odontostomatologia fu addirittura declassata nel 2015 a Uosd dopo la sentenza del giudice del lavoro che condannava l’allora Usl di Fermo a corrispondere l’indennità primariale al solo operatore della Uoc. Ho sempre chiesto (e a volte ottenuto) l’affiancamento di giovani colleghi per preparare comunque la continuità alla U.o. fermana, ma sono sempre state nomine a breve termine, quindi quasi inutili. Grazie alla disponibilità dell’allora direttore Carelli, l’ospedale Murri è stato il primo nelle Marche ad avere una Cone Beam e cioè il più raffinato e tecnologico strumento diagnostico per le patologie del distretto stomatognatico. Non posso dire altrettanto bene dei direttori a lui succeduti e nulla ha potuto l’unico direttore locale che ha trovato già in essere tutte le strategie dettate dalla politica. A prescindere dalla tipologia delle prestazioni erogate su pazienti con fragilità cliniche e non, l’Odontostomatologia dell’ospedale di Fermo raccoglieva utenze dalle zone limitrofe, erogando prestazioni che risultavano essere le più numerose della regione, per operatore, e con mobilità attiva notevole. Inoltre, sono stati attivati protocolli di terapia comune con Oncologia, Gastroenterologia, Diabetologia ed Oculistica con monitoraggio dei pazienti. Credo di potermi ritenere soddisfatto di quanto fatto in questi anni di dedizione al lavoro ma il rammarico per quello che si sarebbe potuto mantenere o potenziare non lo posso nascondere. Quello che posso testimoniare è che di certo non è dipeso da me».

 

Indiscusso nel territorio il valore sociale di una struttura ospedaliera che si occupa dei pazienti, con polipatologie, che non potrebbero altrimenti essere trattati. Cosa sarà ora di questa unità operativa? Per la città di Fermo e per l’intera comunità provinciale e territorio limitrofo, la chiusura rappresenterebbe una grave perdita soprattutto in un momento in cui la sanità fermana è nell’occhio ciclone. 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti