Nonostante la forte presa di posizione dei consiglieri di opposizione, che hanno lasciato l’aula, e le oltre 9 ore di discussione tra ieri e oggi, porta la data del 9 agosto l’approvazione del nuovo Piano Socio Sanitario della Regione, da parte del Consiglio regionale. Si tratta del documento che guiderà le scelte della sanità delle Marche per il prossimo triennio.
«Dopo la riorganizzazione degli enti sanitari e la creazione delle Ast – ha affermato il presidente della Regione Francesco Acquaroli – il piano sociosanitario 23-25 completa il quadro normativo per la riforma della sanità marchigiana.
Questo atto consolida la nostra visione strategica di una sanità diffusa e distribuita su tutto il territorio, basata su tre priorità fondamentali e integrate tra loro: la prevenzione, l’assistenza territoriale e l’assistenza ospedaliera, senza dimenticare il ruolo centrale della digitalizzazione dei servizi.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla stesura e all’approvazione di questi importantissimi provvedimenti e tutti gli operatori socio-sanitari che ogni giorno si dedicano con sacrificio e impegno all’assistenza e alla cura della salute dei cittadini.
Non dobbiamo dimenticare che fino alla primavera del 2022 la nostra quotidianità era ancora fortemente condizionata dalla pandemia e così lo erano anche le nostre strutture sanitarie.
Ora l’attuazione operativa vedrà protagonisti i direttori del Dipartimento, dell’Ars e delle aziende sanitarie (Ast, Torrette e Inrca) anche con i rispettivi atti aziendali, che renderanno operativa questa riforma».
«Il Piano – spiega l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – è un elemento imprescindibile di una regione al plurale come le Marche e parte da una fotografia della domanda dei servizi sanitari, realizzata dallo studio dei fabbisogni che abbiamo commissionato alle Università: sulla base di questo le Aziende dovranno riorganizzare le loro attività.
Se prima il Cup era regionale, ora sarà provinciale, con l’obiettivo principale di abbattere le liste di attesa.
Ogni Ast dovrà valutare il proprio fabbisogno e ridefinire la committenza sulla base della domanda sanitaria dei cittadini.
Si prendono inoltre in considerazione le strategie per ridurre la mobilità passiva.
Abbiamo verificato quali sono le specializzazioni per cui i marchigiani si recano fuori regione e su quelle le Ast dovranno, ad esempio, rafforzare la propria offerta.
Questo piano sanitario rappresenta dunque il punto di partenza per individuare le soluzioni utili e più adatte per il sistema sanitario regionale».
Il documento tratta aspetti fondamentali come il rafforzamento della prevenzione sul territorio, l’assistenza territoriale e il suo potenziamento nelle aree disagiate, l’ampliamento dei servizi di prossimità e domiciliari, le reti cliniche.
«La pandemia ha rafforzato la visione di una sanità policentrica – continua la nota della Regione – e la riqualificazione della rete ospedaliera passa attraverso l’integrazione con il territorio, il potenziamento della strumentazione tecnologica avanzata, l’integrazione ed lo sviluppo dei sistemi informativi, strumenti di gestione del sovraffollamento nei pronto soccorso, la realizzazione di nuovi ospedali a Pesaro, Macerata e San Benedetto, la riqualificazione di molte strutture sanitarie sul territorio e il rafforzamento dell’offerta territoriale, come ad esempio la telemedicina.
La Regione inoltre ha investito molto nella formazione: negli ultimi tre anni con fondi regionali sono state finanziate annualmente più di 100 borse di studio per Medici di Medicina Generale, che sono carenti per una sbagliata programmazione passata, salite quest’anno addirittura a 155».
«Il piano sanitario – conclude il vicepresidente Saltamartini – è senza dubbio l’atto più importante della giunta Acquaroli per dare avvio alla riforma della sanità marchigiana, insieme alla riorganizzazione delle aziende sanitarie approvata lo scorso agosto.
Le 5 Aziende Sanitarie Territoriali, di cui recentemente sono stati nominati i vertici, affiancano l’Aou delle Marche e Inrca, per la costruzione di una nuova strategia che sappia far lavorare in sinergia ospedali e territorio. A questi si affiancheranno gli investimenti previsti dal Pnrr».
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