«Le forze di opposizione (Partito Democratico; M5S; Alleanza Verdi e Sinistra; Azione; Più Europa) hanno lanciato una petizione a sostegno dell’approvazione della proposta di legge N.1275 per introdurre il salario minimo a 9 euro l’ora. La nostra Costituzione, all’articolo 36, dice che chi lavora ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Questo diritto viene costantemente violato: in Italia, infatti, sono più di 3 milioni le persone che pur lavorando sono povere. Per questo le forze di opposizione hanno firmato una proposta unitaria che prevede che nessun lavoratore possa ricevere una retribuzione oraria inferiore a 9 euro l’ora, senza considerare tredicesima, quattordicesima, Tfr, ecc. che devono essere in più». E’ quanto rilanciano M5S Provincia Fermo; Pd Federazione Fermo; Alleanza Verdi e Sinistra Fermo e Fermo in Azione.
«Inoltre, la proposta rafforza la contrattazione collettiva, facendo valere per tutte le lavoratrici e i lavoratori di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto collettivo firmato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative.
In questo modo si combattono i contratti “pirata”, le false imprese, le false cooperative e le estarnalizzazioni che servono proprio a sottopagare i lavoratori. La proposta estende i suoi effetti anche a lavoratrici e lavoratori parasubordinati e a tanti autonomi.
Le forze di opposizione si stanno battendo perché questa proposta di legge sia approvata dal Parlamento. La maggioranza ha provato prima a cancellare la legge e ne ha poi imposto lo stop per almeno 2 mesi. In Italia, negli ultimi decenni, il numero di lavoratori esposti al rischio di povertà è aumentato sensibilmente. La quota di lavoratori poveri tra il 2006 e il 2017 è passata dal 17,7% al 22,2%, vicini al 28% per le donne. Inoltre il rischio di bassa retribuzione è altissimo, del 53,5% per i lavoratori part-time e i lavoratori atipici. Dai dati Eurostat emerge che in Italia l’11,7% dei lavoratori dipendenti riceve un salario inferiore ai minimi contrattuali, dato ben al di sopra del 9,6% di media UE.
Il fenomeno diventa ancora più urgente se si pensa che i lavoratori hanno subìto due forti attacchi al loro potere d’acquisto negli ultimi anni: il primo con la pandemia del Covid-19, che ha portato molti lavoratori a restare a casa in cassa integrazione; e il secondo con l’invasione russa dell’Ucraina, che ha portato a un’alta inflazione di matrice energetica che si è rapidamente estesa ai beni primari. I costi di queste crisi però, i lavoratori italiani le stanno pagando più che negli altri Paesi: alla fine del 2022, infatti, i salari reali in Italia erano calati del 7,5% rispetto al periodo precedente la pandemia, contro una media Ocse del 2,2%. Parte della motivazione per queste forti differenze sta nella contrattazione malata e nell’assenza di un salario minimo legale che caratterizzano il nostro Paese. Nella gran parte dei Paesi economicamente più sviluppati – continuano – si trova un sistema che garantisca il salario minimo. Nell’Unione Europea, 21 Paesi su 27 hanno il salario minimo, che viene aggiornato in base all’aumento dell’inflazione. In Francia, per esempio, l’aumento percentuale del salario minimo nel 2015 ha comportato un aumento per l’11% dei lavoratori. Più di recente, la Germania nel 2022 ha aumentato il salario minimo orario a 12€, un aumento del 25% rispetto all’anno precedente; mentre la Spagna nel 2023 ha aumentato nuovamente il salario minimo mensile a 1080€ (su 14 mensilità, 1260€ se pagato in 12), portandolo ad un aumento del 47% rispetto al 2018 quando il governo Sanchez si è insediato.
La proposta in realtà va a valorizzare la contrattazione collettiva seria, selezionando come valori minimi salariali per ciascun settore quelli individuati dai sindacati più rappresentativi. Secondo i dati del Cnel, al 31 maggio 2023, risultano depositati 975 contratti collettivi nazionali del settore privato, di cui solo il 22% circa è stato siglato dalle associazioni sindacali confederali (cioè da categorie associate a Cgil, Cisl, Uil).
Negli ultimi anni il totale depositato al Cnel è quasi raddoppiato, passando da 551 contratti nel 2012 a 1053 nel 2022; e questa impennata può essere a nostro avviso – si legge nella nota di M5S Provincia FM; PD Federazione FM; Alleanza Verdi e Sinistra FM; Fermo in Azione – imputata quasi esclusivamente ai sindacati non rappresentativi. Questi contratti, con livelli salariali e tutele al ribasso, mettono pressione negativa sui salari anche dei sindacati più rappresentativi, perché sono uno strumento di possibile “minaccia” in sede di contrattazione collettiva da parte delle associazioni datoriali. Detto in parole semplici, se i sindacati chiedono aumenti salariali troppo alti, i datori possono minacciare di ricorrere ai contratti pirata. Ma se c’è una legge che disinnesca questa minaccia, perché il salario minimo è comunque quello individuato dai sindacati più rappresentativi, i salari sono liberi di tornare a crescere. Gli studi empirici sulle economie sviluppate hanno dimostrato che, praticamente in tutti i Paesi che hanno implementato un salario minimo, aumenti ragionevoli del salario minimo portano ad un aumento per i salari più bassi senza che ci sia un effetto negativo sull’occupazione o sul numero di ore lavorate. Persino l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) sottolinea che il salario minimo tende empiricamente ad avere un importante effetto positivo sulla riduzione delle disuguaglianze, e che agisce non solo sui lavoratori direttamente impattati dal nuovo livello salariale ma anche su coloro che sono vicini al minimo, che solitamente vedono anch’essi un aumento a cascata delle loro retribuzioni. Anche la BCE guarda con favore al salario minimo, prevedendo che l’aumento dei minimi salariali in questi anni sarà un fattore chiave per l’aumento dei salari aggregati e della crescita economica dell’Eurozona». Da qui l’invito «a firmare la petizione online sul sito www.salariominimosubito.it oppure di ricercare gli appositi banchetti che saranno allestiti. La risposta al lancio è stata immediatamente positiva con un’impennata di firme fin dalle prime ore. Un primo obiettivo è raccogliere più adesioni possibili entro fine settembre».
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