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“Affaire porto”, Vesprini: «Se la concessione decade pronto un piano B: gestione in house o spacchettamento»

PORTO SAN GIORGIO - Si accendono i riflettori sul futuro del porto. Non poteva essere diversamente visto che a giorni andrà in esecuzione il provvedimento di decadenza della concessione, in capo alla società Marina srl, per inadempimento nel pagamento dei canoni demaniali per circa 970 mila euro. Due ipotesi sul tavolo in caso di decadenza della concessione: gestione in house con la partecipata comunale o spacchettamento della concessione. Nel frattempo è intervenuto un provvedimento di proroga di 90 giorni a favore del Marina per lo sgombero dell'area.

di Sandro Renzi

Si accendono i riflettori sul futuro del porto. Non poteva essere diversamente visto che a giorni andrà in esecuzione il provvedimento di decadenza della concessione, in capo alla società Marina srl, per inadempimento nel pagamento dei canoni demaniali per circa 970 mila euro. Tanto dovrebbe incassare lo Stato stando agli uffici comunali. Contro il provvedimento la società ha subito presentato un ricorso al Tar di Ancona in discussione il 5 settembre per la sospensiva. Di ieri la presa di posizione della minoranza che ha chiesto di conoscere cosa intenda fare l’Amministrazione Vesprini e se tra le ipotesi in piedi vi sia anche quella di gestire direttamente l’infrastruttura portuale.

Non si sono fatte attendere le reazioni della maggioranza. In conferenza stampa questa mattina il sindaco Valerio Vesprini, l’assessore con delega Fabio Senzacqua e la segretaria del Comune, Maria Stella, hanno spiegato le ragioni dell’ente. Il sindaco è partito dal risultato delle elezioni.  «Il 66% dei voti era per un cambiamento di rotta. Questo è stato il punto di partenza. Non ho mai voluto criticare il lavoro della passata Amministrazione i cui esponenti invece mostrano un certo astio. Poi ho chiesto ai miei assessori di affrontare i problemi e mi pare che in questo anno la situazione amministrativa stia andando verso questa direzione, decidere e fare».

L’affaire porto torna subito alla ribalta però. Vesprini ha ricostruito gli ultimi mesi della vicenda: «In questi mesi ho letto affermazioni non vere, illazioni. Ebbene questo è ciò che è avvenuto. Appena insediato ho ricevuto una telefonata da parte della società Marina che aveva qualche timore rispetto al proseguo dell’iter di approvazione del piano portuale. Ho dato disponibilità e rassicurato che non ci sarebbero stati intoppi per portare le osservazioni in Regione. Quindi piena collaborazione». Il sindaco ha anche ricordato di aver fatto diversi incontri sul tema respingendo al mittente le accuse di voler estromettere la società concessionaria. Capitolo canoni demaniali. «L’ultimo incontro con la società risale a febbraio. Ho chiesto in quella circostanza di attivare la polizza fideiussoria, scaduta nel 2016, a garanzia del pagamento dei canoni, e li ho invitati ad un confronto con l’ufficio demanio che, a sua volta, il 7 marzo ha scritto ad entrambe la parti dicendo che l’ammontare dei canoni è di 970 mila euro e invitando il Comune a dare chiarimenti proprio rispetto alla polizza fideiussoria assente». Adesso la palla passa al contenzioso. «Abbiamo operato in primis per tutelare i cittadini sangiorgesi, noi siamo garanti per il demanio, se il concessionario non paga ne risponde il Comune. Quindi questa nostra posizione va a tutela della comunità» rimarca Vesprini.

Nel frattempo? Il sindaco mette le mani avanti se dovesse arrivare la decadenza della concessione. «Abbiamo chiesto agli uffici di valutare due opzioni, suddividere il tutto in più concessioni oppure verificare se la nostra partecipata è in grado di gestire il porto. Garantire insomma che la struttura continui a funzionare. Si tratta di una gestione provvisoria». Intanto, dopo l’incontro di febbraio, la società Marina ha presentato un polizza fideiussoria. «Ma non risponde ai requisiti richiesti» chiarisce la segretaria, Maria Stella che ha concesso una proroga di 90 giorni alla società per liberare l’area come richiesto nel primo provvedimento. A far paura è anche il rischio di un danno erariale al quale il Comune potrebbe essere esposto.

«Abbiamo deliberato il 18 agosto, in giunta, prima dell’intervento della minoranza, che si valutassero le ipotesi in caso di decadenza della concessione – spiega l’assessore Senzacqua – a conferma che stiamo lavorando per evitare che in questa vicenda ci rimettano i cittadini, contrariamente a quanto afferma l’opposizione. Non possiamo esporre l’ente ad un rischio di danno erariale. La società pensi ai canoni, personalmente non mi sto battendo per cacciarli. Chi dice questo dice il falso. Non sono i cittadini a dover pagare, ma il Marina che deve saldare anche 500 mila euro di imposte comunali». Senzacqua rimanda all’opposizione le accuse e punta l’indice contro la passata Amministrazione che non avrebbe, a suo dire, preso di petto la vicenda.

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