di Elia Frollà
Nella stagione delle partenze e dei rientri, dei viaggi al mare e in montagna, senza dimenticare comunque, e ci mancherebbe altro, che c’è anche chi continua a guidare e viaggiare per lavoro, il caro prezzi dei carburanti rimane un tema bollente su cui riflettere. Un argomento che, d’altra parte, da tempo anima le discussioni politiche. Molte sono infatti state le aspettative dopo le reiterate promesse di azione fatte dal governo, sfociate nell’obbligo di esporre cartelli con il prezzo medio della benzina negli impianti. E mentre la politica continua nella sua disfida a suon di “accise”, quei prezzi sono lievitati.
È una questione scottante per tutti dunque, da chi, proprio in questo periodo dell’anno, sceglie di andare in vacanza a chi, invece, lavora nel settore dei trasporti, fino al comune cittadino che, acquistando i prodotti di cui necessita, vede addebitati esagerati costi di trasporto.
Di questo groviglio di questioni si è parlato con Emiliano Tomassini, presidente della Cna Fermo e presidente della Cna Fita autotrasporti territoriale.
«È un fenomeno problematico – spiega lo stesso Tomassini – perché incide pesantemente sia per chi sceglie di trascorrere le ferie altrove sia per tutte quelle aziende di autotrasporti che già da tempo stanno arrancando. Che ci sia un aumento dei prezzi nel periodo estivo, a causa di ingiuste speculazioni, è qualcosa a cui da tempo siamo abituati, già prima del Covid era così».
La situazione però si aggrava se si considera che già prima dell’estate i prezzi dei carburanti erano altissimi. «Veniamo da un periodo difficile in cui il settore del trasporto già stava arrancando. La speranza è che a settembre questo fenomeno fisiologico, e puramente speculativo, si affievolisca. Il disastro è che questo aumento, di pochi centesimi, su mesi interi pesa centinaia e centinaia, se non migliaia, di euro. E non si può chiedere al cliente di farsene interamente carico, occorre ammortizzare e sperare che scenda».
Tomassini entra nello specifico dell’annoso problema: «Alla speculazione sulla benzina se ne aggiunge un’altra sui prodotti finiti. L’aumento eccessivo del prezzo di questi viene, troppo spesso, addebitato a prezzi di trasporto che non sono reali. Anche se è aumentato il prezzo dei carburanti, e questo incide moltissimo, ricordiamocelo, non lo fa nel modo in cui il prezzo gonfiato del prodotto finale lascia intendere. Sono i clienti finali a rimetterci in questo modo».
«Lo Stato dovrebbe intervenire. L’idea dell’obbligo di esporre il prezzo medio della benzina è una possibilità ma dipende dalla base su cui esso viene costruito. Se si prende in considerazione quello dei vari distributori, rischia di essere una misura inutile. Il taglio delle accise potrebbe essere una soluzione, a patto che, diversamente dall’ultima volta, venga mantenuto un benefit per chi lavora nei trasporti, considerando gli altissimi sgravi fiscali di altri settori».
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