di Sandro Renzi
Tempo di bilanci anche per gli albergatori. C’è sempre la coda di settembre, ancora da quantificare, che non riserverà molto probabilmente particolari soprese ma forse contribuirà a compensare in minima parte il calo di agosto. E’ questa, infatti, l’anomalia dell’estate 2023. La conferma arriva anche dal presidente dell’Ataf (associazione turistica alberghiera del Fermano), Gianluca Vecchi.
Vecchi, la stagione estiva sta per chiudersi. Come è andata per gli albergatori?
«E’ stata una stagione anomala perché abbiamo registrato un inatteso calo di presenze proprio ad agosto, tradizionalmente il mese per noi più importante».
In che percentuale?
«Da un minino del 10 ad un massimo del 30%. Potrò essere più preciso quando avremo in mano i dati reali».
Cosa ha influito di più su questa imprevista riduzione delle presenze agostane?
«Sostanzialmente tre motivi: la crisi economica e quindi l’inflazione, il rialzo dei mutui a tasso variabile ed infine il ritorno delle mete estere. L’effetto Covid non c’è più e tanti italiani hanno scelto di trascorrere le ferie in altri Paesi».
E su giugno e luglio?
«Abbiamo retto, penso che confermeremo i risultati del 2022. Numeri insomma nella media grazie anche al fatto che i prezzi praticati negli alberghi sono di solito più bassi e quindi appetibili per chi può permettersi le ferie in quel periodo. Sono mesi, insomma, che hanno risentito meno delle variabili a cui ho accennato. Mentre ad agosto si finisce per essere catapultati nell’alta stagione».
Qualcosa è cambiato anche per i periodi di permanenza?
«Altroché. In passato potevamo contare su una permanenza media che poteva variare tra i 7 ed i 10 giorni. Oggi invece i tempi si sono dimezzati. Ci sono camere che vengono occupate per 3 o al massimo 5 giorni. Per capirci. Se prima potevamo riempire un albergo, ad esempio, con 100 persone, ora ce ne vorrebbero 150».
Nel caso specifico, forse Porto San Giorgio non è molto attrattiva?
«Al contrario, ha molte potenzialità. Ma ci sono pure tante criticità da risolvere. Per noi albergatori non è semplice programmare. Siamo in balìa di eventi così rapidi e imprevedibili da costringere tutti a dover inventare sempre qualcosa di nuovo per fare accoglienza. Quest’anno abbiamo realizzato il progetto Porto San Giorgio Village al quale hanno preso parte circa 30 tra albergatori, ristoratori e concessionari di spiaggia della zona sud della città. Una sorta di villaggio turistico, con tanto di iniziative spalmate su due mesi, che ha riscosso molte recensioni positive. Ci siamo inventati qualcosa? No, abbiamo semplicemente copiato quello che fanno altri, ma quello che conta è il risultato».
Quindi il turismo a cui mirare è quello fatto da famiglie con bambini?
«Per loro dobbiamo creare servizi e migliorare l’offerta. Sono un target di riferimento per il territorio e per il turismo alberghiero».
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