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Porto, l’affondo del Pd: «Incertezza e indecisione dell’amministrazione. Subito un bando pubblico ad evidenza europea»

PORTO SAN GIORGIO - Questa mattina a Caffè Mirò la conferenza stampa dei Dem: «L’amministrazione ha parlato di piano B che per noi sta per ‘Barzelletta’. Chiediamo trasparenza. Il futuro della città passa per il porto»

Da dx Nicola Loira, Roberta Bonanno e Claudio Brignocchi

 

di Alessandro Luzi

Continua la saga dell’affaire porto. Stavolta a prendere la parola è il Partito Democratico sangiorgese, che non è rimasto certo convinto dei piani dell’amministrazione comunale sulla gestione della struttura. «Non siamo entrati nel merito della questione in quanto il Comune ha pensato che fossero esauriti i margini di discussione con la società Marina – ha esordito così Roberta Bonanno, vicesegretaria Pd, durante la conferenza stampa di questa mattina al Caffè Mirò -. Probabilmente c’è un grave danno alla contabilità pubblica visto che l’amministrazione ha rinunciato ai canoni per rimpinguare le casse pubbliche. Comunque a noi interessa il futuro del porto. Nell’immediato chiediamo un’azione trasparente per individuare un nuovo soggetto in grado di dirigerlo. È fondamentale attuare il nuovo piano portuale che finalmente, dopo 40 anni, la città ha in mano. Proseguire senza una gestione sarebbe un danno per Porto San Giorgio e tutta la provincia».

Non ci è andato per il sottile l’ex sindaco Claudio Brignocchi: «L’amministrazione ha parlato di piano B che per noi sta per ‘Barzelletta’. Avevamo chiesto dei chiarimenti ma sono arrivati in una conferenza stampa che riteniamo insufficiente e inadeguata. È chiaro che ci sono incertezza e indecisione. La scadenza della concessione del 25 agosto è passata e intanto non è stato fatto nulla per organizzare la fase successiva. Si è provveduto soltanto ad allungarla di altri tre mesi. Almeno è stata chiesta la fideiussione? Altrimenti stiamo mettendo la testa dentro la bocca dell’orso». Ma in cosa consiste il famoso piano B? Di fatto il primo cittadino, Valerio Vesprini, aveva parlato di gestione in house o di un ipotetico spacchettamento della concessione. Idea che non è piaciuta affatto al Pd. «È una prospettiva pericolosa e perdente – ha rimarcato Brignocchi -. Riteniamo che dobbiamo andare verso una predisposizione di un bando per attivare una gara d’appalto pubblica ad evidenza europea. Servirà per affidare l’area a un gruppo forte e con idee chiare. Dobbiamo invitare a Porto San Giorgio investitori importanti. Oggi, dopo 40 anni, abbiamo un Piano Regolatore del porto. È uno strumento fondamentale per dare indicazioni ai gestori. La strada dello spacchettamento secondo noi è ridicola in quanto se un diamante viene diviso perde di valore. E poi come è possibile che più concessionari investano su una struttura pubblica? Non possiamo esimerci da aprire una gara d’appalto ad evidenza pubblica. Siamo disponibili a collaborare per inserire delle clausole da soddisfare. Intanto a novembre, quando scadrà la proroga, si può proporre un’aggiudicazione provvisoria. Il Comune può chiedere ai dipendenti di aprire una cooperativa fino a quando non subentrerà una nuova società. Per noi è fondamentale garantire i livelli occupazionali». Ecco allora che secondo i Dem nel bando ipotetico deve comparire una clausola sociale per evitare agli impiegati attuali di perdere il posto di lavoro a causa del braccio di ferro tra l’amministrazione e la Marina. «Il futuro concessionario che si aggiudicherà la gara deve assicurare la permanenza ai lavoratori attuali. L’occupazione deve essere assicurata» ha concluso l’ex sindaco.

La richiesta alla giunta Vesprini da parte dell’ex primo cittadino, Nicola Loira, è di giocare a carte scoperte: «Il momento è delicato e cruciale per la storia della città perciò vanno compiuti dei passi ponderati. Inoltre, è importante intraprendere dei percorsi trasparenti. Non vogliamo che tutte le procedure passino in silenzio. Nessuno può pensare di prescindere da bandi di evidenza pubblica. Al centro dell’azione politica deve esserci il Prg portuale. Questo strumento serve alla struttura per funzionare in quanto permette di riqualificare la zona ed esprimere il suo potenziale economico, turistico e occupazionale. È inutile pensare di fare mercatini e concertini e nascondere la polvere sotto il tappeto. Lo sviluppo di Porto San Giorgio passa per il porto. Lo spacchettamento non va bene perché la zona è stata concepita con caratteristiche differenti rispetto ad altre realtà. Noi siamo a disposizione per ragionare insieme sui criteri sui quali deve essere impostato il nuovo bando per individuare il concessionario».

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