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Granchio blu, può intaccare le nostre coste? Fichera: «Habitat non ideale ma in natura non possiamo escludere nulla» L’intervista

MARE - Il dott. Sandro Fichera, medico veterinario igienista ed esperto nelle filiere ittiche: «Il granchio blu vive nei fondali fangosi, vicino ad estuari dei fiumi dove c’è materia organica. Si adattano anche ad acque con bassa salinità e dove le correnti marine sono deboli. È pericoloso per l'uomo? No in quanto non attacca e molto raramente qualche esemplare può avvinarsi a riva».

Sandro Fichera

 

di Alessandro Luzi

Nel nord Italia, in particolare nella Laguna veneta, da qualche mese preoccupa l’arrivo del granchio blu: un crostaceo originario delle coste atlantiche del continente americano e del Mar Rosso. La specie si sta espandendo molto rapidamente sull’Adriatico e sta addirittura risalendo il Po. Per quanto riguarda la nostra regione, qualche esemplare è stato rinvenuto anche a largo di Ancona. Può intaccare anche il nostro litorale? Perché è così pericoloso? Da dove proviene? Come contrastarlo? Ne abbiamo parlato con il dott. Sandro Fichera, medico veterinario igienista ed esperto nelle filiere ittiche.

Perché il granchio blu è così temuto?

«È onnivoro quindi mangia di tutto. In particolare si ciba di ostriche, cozze, vongole, pesci e gamberi. Addirittura ingerisce anche insetti ed alghe. Perciò è una specie molto vorace. Sicuramente può rappresentare un pericolo per gli allevamenti di molluschi e quindi per l’economia ittica».

La distanza dalle coste americane è notevole. Come è arrivato nell’Adriatico?

«Molte specie sono chiamate ‘aliene’ perché non autoctone. È questo il nostro caso. Compaiono per il fenomeno di tropicalizzazione delle acque. Negli ultimi anni sono aumentate le temperature dei mari e anche la loro salinità. Le petroliere e navi da trasporto di liquidi imbarcano delle quantità d’acqua, così anche lo zooplancton e altri esseri viventi. Quando le loro zavorre vengono ripulite, queste specie finiscono in mare e possono contaminare altri ambienti. Nel caso specifico, il granchio blu ha trovato un habitat adeguato alle sue condizioni di vita».

Perché si è diffuso nel mare veneziano? Qual è il suo ambiente ideale?

«Di fatto vive nei fondali fangosi, vicino ad estuari dei fiumi dove c’è materia organica. Si adattano anche ad acque con un basso tasso salinità. Sono molto prolifici e rilasciano tante uova. Nella Laguna non ci sono molte correnti marine e l’acqua è più ferma quindi si crea una situazione ideale. Inoltre, i fondali dove si trovano gli allevamenti di cozze sono poco profondi. È una specie anche molto tenace, ha delle corazze davvero resistenti che possono raggiungere anche i 20 centimetri di larghezza».

Sono stati pescati due esemplari di granchio blu ad Ancona. Possono diffondersi anche qui?

«Nelle nostre zone i fiumi portano poca acqua e ci sono correnti marine più forti quindi non c’è un ambiente ideale. Poi anche i fondali sono più alti rispetto a quelli della Laguna. Un altro fattore determinante è il monte Conero che crea una sorta di barriera naturale. Invece sono stati pescati a Bari. Ciò significa che le correnti sono fondamentali. Però la natura ci insegna che i calcoli possono essere smentiti. Tra qualche anno capiremo le migrazioni e le consuetudini di vita. Quest’ultime variano in base a mari e fondali. Certo è che prolifica dove ci sono gli allevamenti».

(foto fonte Wikipedia)

Intanto in Veneto si stanno studiando dei sistemi per contrastarlo, tra cui favorire l’utilizzo del granchio blu in cucina. Oltre alla pesca ci possono essere altri modi per limitarne la diffusione?

«Nelle coste tunisine addirittura è diventata quasi una risorsa, viene pescato e commercializzato in tutto il mondo. Ha una carne ottima, un sapore molto forte ed esalta i piatti a base di pesce. Per contrastarli si potrebbero introdurre delle specie antagoniste ma visto che il granchio è molto prolifico è difficile limitarne la riproduzione. L’unico modo efficace è incrementarne la cattura. È importante studiare le sue migrazioni ed i movimenti in modo da collocare le nasse efficacemente. Occorre pescarlo con intelligenza. Tuttavia, per evitare l’arrivo di specie aliene nei mari è fondamentale introdurre anche delle linee guida e dei controlli riguardo la pulizia delle zavorre delle navi».

Il granchio blu può arrivare fino a riva ed essere pericoloso per l’uomo?

«No, in quanto si comporta come gli altri granchi. Non attacca l’uomo, piuttosto si difende. Si sposta dove c’è cibo e a riva scarseggia. Per esempio, se prendiamo il caso delle spigole, si avvicinano di notte e soltanto nelle zone dove ci sono le loro prede».

 


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