L’inizio dell’anno scolastico è vicino e Fermo, riconosciuta “Città di studi” soprattutto per il glorioso Istituto Tecnico Montani, è alle prese con i soliti nodi logistici e di trasporto pubblico. Problemi che riguardano gli studenti, che arrivano a Fermo dalle città della provincia ma anche da fuori, che spesso si alzano presto al mattino e tornano a casa tardi nel pomeriggio-sera in un percorso che tra andata e ritorno può superare i 100 km.
«Mi capita di passare, a piedi o in auto, nella zona di San Francesco-piazza Dante, dove nelle ore di punta stazionano decine di studenti seduti per terra e sul marciapiede, in attesa che transiti il bus che li riporta a casa – dice il professor Elvezio Serena -. Con il caldo, il freddo o la pioggia non è piacevole stare seduti a terra, o rimanere in piedi con i pesanti zaini».
Una situazione che, secondo serena, può essere facilmente risolvibile installando una pensilina o una panchina «di aiuto anche per le categorie più fragili (anziani e diversamente abili, gestanti, mamme con passeggini o bambini piccoli, ecc.) che nell’arco della giornata aspettano i bus, provenienti da piazza del Popolo e dal Terminal “Mario Dondero”. La fermata di San Francesco è importante perché svolge anche la funzione di interconnessione tra le linee urbane, la stazione ferroviaria di Porto S. Giorgio-Fermo e le linee extraurbane».
Altra ipotesa che il professore paventa è quella di prendere in affitto un locale e creare una piccola sala d’attesa, possibilmente con un bagno. Le informazioni sull’arrivo dei bus dovrebbero essere replicate all’interno.
«Spostiamoci ora al Polo scolastico, dove migliaia di studenti ripartono quotidianamente in bus per le loro destinazioni. Qui esistono due sole pensiline, ma nessuna panchina – denuncia Serena -. Anche se l’attesa non è eccessiva, in quanto interessa i ragazzi appena usciti da scuola, disporre di qualche panchina è sempre utile per un minimo di comodità, e teniamo presente che ci possono essere anche qui lavoratori che tornano a casa da località lontane anche oltre 50 km».
Dunque, installazione di panchine e qualche pensilina in più è il consiglio del professor Serena. «Fermo deve migliorare molto l’accoglienza, sia verso gli studenti, che rappresentano un enorme valore per la città nei suoi aspetti culturali, scientifici ed economici, sia verso i lavoratori che la raggiungono con i mezzi pubblici, ma anche verso residenti e turisti – conclude -. Insomma, basta a creare ulteriori disagi ai giovani studenti e ad altri utenti che, per scelta o perché costretti, utilizzano l’autobus e danno un importante contributo al miglioramento dell’ambiente».
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