di Alessandro Luzi
Sotto il manto dell’aria settembrina è nascosto anche un briciolo di malinconia. Le città si svuotano, gli eventi in programma diminuiscono sensibilmente, qualche cena per salutare gli amici che abitano altrove con l’augurio di rivedersi a Natale. Anche le spiagge diventano meno affollate, all’ingresso degli chalet compaiono i lettini accatastati e qualche foglia gialla si addormenta sui marciapiedi. Questo senso agrodolce di spleen baudeleiriano è acuito da qualche serranda abbassata; qualche altra invece sta per essere tirata giù. È quanto sta accadendo a piazza del Popolo a Fermo.
La prima attività a spegnere le luci è stata la Pizzeria Romana. «È con un misto di emozione e gratitudine che comunichiamo a tutti i nostri clienti la conclusione di questa attività. Giovedì 27 aprile 2023 sarà il nostro ultimo giorno di apertura. Vi ringraziamo tutti per averci scelto per tutti questi anni! Un saluto affettuoso da tutto lo staff!» Con questo post comparso sul profilo Facebook del locale il 20 aprile, i titolari si congedavano dalla piazza fermana. Tanti i clienti dispiaciuti che hanno commentato l’amara notizia. Invece qualche giorno fa è arrivata al capolinea anche l’avventura dell’Antica Pizzeria, ‘vicina di casa’ del Palazzo dei Priori. Un addio dal sapore amaro, come risulta da un post apparso sul profilo Facebook della titolare. Dalle sue parole è chiaro che la situazione in quella zona, in quel locale, non era tra le più serene. Tuttavia la lista di saracinesche abbassate non finisce qui. Anche l’Artasylum a strettissimo giro saluterà il centro cittadino. E ci auguriamo di non dover aggiornare questa lista.
È evidente che qualche problema c’è. Innanzitutto oggi il commercio sta subendo un profondo mutamento. Le grandi catene ed i centri commerciali prima, l’e-commerce poi, hanno messo in crisi le piccole attività ed i ‘negozietti’ sotto casa. Allora serve reinvetarsi qualcosa. Ma non è semplice. Soprattutto per alcuni settori. Nel caso specifico del centro storico fermano però forse serve un discorso diverso. Infatti a chiudere sono locali di food and beverage. È strano in quanto in altre realtà, soprattutto lungo la costa, è una categoria sulla cresta dell’onda. Ma anche a nel capoluogo di provincia ci sono delle attività di punta molto frequentate dai giovani, in particolare durante le rigide serate invernali. La concorrenza sicuramente rientra tra i rischi d’impresa e chi la subisce di più è costretto a spegnere le luci. Una dinamica tanto crudele quanto realistica. Però in piazza del Popolo non può essere l’unica causa, ci deve essere di più.
Spesso le foto degli amministratori fermani ritraggono l’intera area gremita di gente. Sono tanti gli eventi programmati nel centro storico e ad ogni appuntamento sembra il luogo pulsante della città. Ma è davvero così? Se ci trovassimo a passeggiare sotto il loggiato in un normale giorno infrasettimanale, verso la metà del pomeriggio, sicuramente non incroceremmo molti sguardi e ancora più raramente capiterebbe di salutare qualche conoscente. A volte sembra di immergersi in un mesto dipinto di Edward Hopper. Basterebbe soltanto sostituire gli scorci delle metropoli statunitensi con gli stretti vicoli medievali di Fermo. L’atmosfera sembra la stessa. Insomma, finito l’evento tutti a casa. Una dinamica ancora più grave se si pensa che la città ha l’Università e le scuole di ogni ordine e grado. Basta andare nel centro di Macerata o di Ascoli Piceno e la situazione riguardo le presenze è ben diversa. Intanto l’amministrazione sta ragionando sullo sviluppo di Campiglione. Potrebbe svuotare ulteriormente la piazza, già in difficoltà? Oppure diventerà a vocazione serale/notturna (per ora è così solo nel weekend) e Campiglione sarà destinata alle attività mattutine e pomeridiane? L’importante è remare verso una direzione precisa.
Poi c’è il tema legato al costo degli affitti. È troppo alto? Se così fosse, anche qui il Comune può intervenire con delle misure ad hoc. Era un problema di cui si è discusso molto anche a Porto San Giorgio e qualche locale sfitto nel centro cittadino ancora c’è. Quali sono le misure più efficaci per favorire gli investimenti in città? È un argomento su cui la politica dovrebbe riflettere e soprattutto agire. Per esempio a Porto Sant’Elpidio la riqualificazione del viale è stata un successo ed ha rilanciato il centro. Invece cosa si può fare a Fermo?
Affitti onerosi e aumento del costo di bollette e materie prime è un mix che può diventare letale. Le chiusure possono essere la conseguenza del tanto temuto effetto ‘caro vita’? Anche queste dinamiche pesano sulle attività e chi riusciva a galleggiare a stento, probabilmente è stato travolto dalla tempesta. I locali di food and beverage sono stati i più colpiti dalla pandemia e dall’aumento dei costi di materie prime ed energia. Dall’altro lato, molte famiglie qualche soldo in più tendono a risparmiarlo. Ecco allora che nel bilancio le spese superano di gran lunga le entrate, pertanto si è costretti cessare l’attività. Allora gli amministratori locali possono aprire un ombrello per riparare la comunità dal temporale, ma quando piove forte è inevitabile che un po’ ci si bagna. Certo è che ad ogni serranda abbassata i paesi diventano un po’ più poveri e un po’ meno interessanti.
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