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Criminalità nelle Marche, report della Dia: l’ombra della ‘ndrangheta sul tessuto economico. Sodalizi stranieri sullo spaccio

REPORT - Pubblicato il rapporto semestrale della Dia. I dati si riferiscono al secondo semestre del 2022. Si conferma la presenza di propaggini mafiose, soprattutto di matrice 'ndranghetista, interessate ad infiltrarsi ne tessuto produttivo marchigiano per riciclare denaro sporco. Nel mirino anche la gestione dei finanziamenti post sisma 2016 e del Pnrr che fanno gola alla criminalità organizzata. Occhi puntati da parte degli investigatori anche su porto di Ancona.

La Dia (foto dal sito www.direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it)

di Sandro Renzi

Anche nelle Marche le mafie tradizionali continuano ad  “investire” risorse e personale nel tentativo di poter mettere le mani in particolare sulla gestione dei finanziamenti pubblici erogati per la ricostruzione post sisma del 2016 e successivamente anche su quelli del Pnrr oltre ai Fondi Strutturali della Programmazione 2021-2027. E’ quanto emerge nel rapporto semestrale della Dia (direzione investigativa antimafia) pubblicato ieri. Occhi puntati allora su quelli che la Dia stessa definisce «propaggini di matrice ‘ndranghetista» interessate secondo gli investigatori prevalentemente all’infiltrazione nel tessuto economico-imprenditoriale della regione, caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese attive in vari settori, quali quello agroalimentare a quelli manifatturiero e turistico.

E’ questa circostanza, ovvero la sua vocazione fortemente imprenditoriale, che esporrebbe le Marche ed il suo sistema produttivo agli interessi della criminalità organizzata «soprattutto in funzione del riciclaggio e del reinvestimento dei capitali illecitamente acquisiti», come emerge nel report. Resta alta dunque l’attenzione delle forze dell’ordine per scongiurare eventuali infiltrazioni mafiose nel territorio. Dall’analisi degli esiti delle attività di polizia poste in essere nel secondo semestre del 2022 non si rilevano elementi che facciano presupporre un radicamento di organizzazioni criminali nel territorio marchigiano, ma piuttosto la presenza di propaggini riconducibili alle mafie tradizionali. Nel giugno 2022, ad esempio, la Polizia di Stato, coordinata dalla Procura Generale presso la Corte d’appello di Perugia, ha dato esecuzione al provvedimento restrittivo a carico di un latitante di origine catanese, ritenuto al vertice di un’organizzazione criminale, che aveva trovato rifugio in Germania, dove veniva localizzato per essere poi estradato in Italia. Il provvedimento scaturisce dall’operazione “On Fridays” condotta dal 2014 al 2015 che aveva portato alla luce un sodalizio di circa 25 persone, perlopiù di origini siciliane, responsabili a vario titolo di far parte di un’organizzazione dedita a rapine in uffici postali e banche, prevalentemente nella zona dell’Anconetano. Oltre alle mafie tradizionali sono presenti gruppi criminali stranieri, in particolare albanesi, nigeriani e romeni, dediti allo spaccio degli stupefacenti. In questo caso le forze di polizia operano per intercettare i canali di approvvigionamento della droga, proveniente prevalentemente, da altre regioni e dall’estero.

PROVINCIA DI ANCONA

«Pregresse attività d’indagine, con particolare riferimento all’inchiesta “Terry” del 2019  -si legge ancora della Relazione semestrale della Dia- che aveva documentato il coinvolgimento della ‘ndrina Grande Aracri, responsabile di estorsioni ed usura aggravate dal metodo mafioso, e “Open Fiber” del 2020, che aveva confermato interessi dell’ndrangheta nel territorio, hanno appurato l’operatività di soggetti legati a cosche calabresi, in particolare alla ‘ndrina Grande Acri di Cutro (KR), nonché alla ‘ndrina Alvaro di Sinopoli (RC) che hanno confermato gli interessi della ‘ndrangheta soprattutto nel settore del riciclaggio e del reimpiego dei proventi illeciti nell’economia legale». Infiltrazioni mafiose, dunque, che puntano anche alle attività del porto anconetano «snodo privilegiato per il traffico di stupefacenti» secondo la Dia. Mirate attività investigative hanno consentito, infatti, di accertate l’operatività di organizzazioni criminali straniere, soprattutto nigeriane (si pensi ad esempio all’operazione “Body Packer” dello scorso luglio 2021 che ha permesso di ricostruire l’organigramma di un sodalizio criminale nigeriano dedito allo spaccio di cocaina ed eroina nelle città di Ancona, Macerata e Pesaro), ma anche pakistane e afghane. Si rammenta allora l’operazione “Last Chance” del giugno 2021 seguita dalla procura dorica che ha disarticolato un sodalizio attivo nel traffico internazionale di stupefacenti provenienti dal Pakistan. Gli indagati, tutti pakistani e afghani, servendosi della complicità di numerosi corrieri avevano introdotto ingenti quantitativi di droga destinati sia al mercato delle province di Ancona e Macerata, che a quelli laziale, umbro, sardo e campano. La Dia annovera un’altra operazione della Polizia dell’estate 2022 quando sono stati tratti in arresto due soggetti trovati in possesso di circa 2 kg di eroina. Nel settembre 2022, i Carabinieri hanno invece arrestato un albanese per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. «L’attività di contrasto viene eseguita anche sotto il profilo patrimoniale. Al riguardo la Dia, il 7 dicembre 2022, in provincia di Ancona e a Bucarest (Romania), ha sequestrato 3 unità residenziali, un’autovettura e una società di servizi con sede in Romania, per un valore complessivo di 1 milione di euro, riconducibili ad un imprenditore marchigiano gravato da numerosi precedenti giudiziari». Il porto di Ancona è anche un potenziale crocevia utilizzato dalla criminalità per il transito delle sigarette di contrabbando, di merci contraffatte e di rifiuti speciali. Si pensi ai sequestri di Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) effettuati nell’approdo nel 2019 pronti per essere destinati a paesi africani. Il commercio illegale di questi materiali, soprattutto verso aree geografiche in via di sviluppo, è un fenomeno diffuso e molto remunerativo. Si tratta, infatti, di rifiuti speciali il cui trasporto e smaltimento è particolarmente oneroso, se effettuato secondo le disposizioni vigenti a tutela dell’ambiente e della salute.

RESTANTI PROVINCE MARCHIGIANE

«Sebbene nel semestre in esame non vi siano stati episodi di rilievo, nel corso degli anni le investigazioni hanno consentito di appurare come lo spaccio di droga costituisca la principale attività illecita perpetrata sia da sodalizi stranieri, sia dalla criminalità presente nel territorio marchigiano» si legge ancora del rapporto della Dia. Nell’ambito dell’operazione “Cento Fiori”, nel novembre scorso, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 19 nigeriani, ritenuti responsabili di spaccio di stupefacenti all’interno di un parco pubblico nel centro di Pesaro.
Sempre in questo ambito, gli agenti della Polizia hanno tratto in arresto ad Ascoli Piceno un soggetto trovato in possesso di 14 kg di hashish e, a Macerata, un marocchino, anch’egli trovato con 1 kg dello stesso stupefacente.

 


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