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Fusione Fermo-P.S.Giorgio, Marangoni: «Analisi partita dai bilanci, vantaggi con risorse per investimenti»

PORTO SAN GIORGIO - L'ex assessore, rispondendo a Gianluigi Rocchetti, elenca i vantaggi derivanti dalla fusione dei due Comuni. Marangoni è stato relatore, insieme al giornalista Luciano Sgambetterra, dell'incontro ad hoc alla sala Imperatori mercoledì pomeriggio

Luigi Marangoni (alla sua dx Luciano Sgambetterra)

«Lette le dichiarazioni apparse su organi di stampa on line appare opportuno fare alcune precisazioni. In effetti la partecipazione all’incontro tenutosi mercoledì non è stata oceanica ma ai presenti è parso un segno dei tempi; chi ha i capelli bianchi ricorda piazze e locali gremiti, ma oggi le riempiono a malapena i cantanti. Purtroppo lo spostamento della data fissato inizialmente ed il forfait del relatore ufficiale, impossibilitato per motivi personali, non hanno certamente aiutato. Nel merito, l’incontro è apparso estremamente positivo poiché ha offerto spunti di riflessione originali e anzi, secondo opinione diffusa, costituisce sicuramente un buon punto di partenza per un percorso che deve continuare». A parlare è Luigi Marangoni, ex assessore della giunta Brignocchi e relatore, insieme al giornalista Luciano Sgambetterra, dell’incontro tenutosi mercoledì alla sala Imperatori sul progetto di unificazione dei comuni di Porto San Giorgio e Fermo. Un incontro su cui è intervenuto, con una nota al vetriolo, anche il sangiorgese Gianluigi Rocchetti. E proprio a lui sembra voler rispondere Marangoni.

«In verità, ancora una volta, non sono emerse opinioni né argomentate né di pancia contrarie all’unificazione; punti di vista diversi che sarebbero comunque apprezzabili in quanto indurrebbero ad una riflessione e certamente ad un affinamento e miglioramento del progetto. Sull’invito a leggersi i bilanci dei due enti (arrivato, appunto, da Rocchetti) posso tranquillizzare i dubbiosi che proprio da lì si è partiti; anche per la specifica professione di revisore dei conti di Comuni e enti pubblici, sono in grado di assicurare che, sulla base di quanto riscontrato in altre fusioni, l’economia sulla spesa corrente va dal 3 al 6% della somma dei due bilanci comunali. Il conto è presto fatto, il nuovo ente potrebbe spostare risorse per non meno di 1,5 milioni di euro annui dalla spesa corrente agli investimenti (asili, impianti sportivi, viabilità, verde, ecc), risorse che hanno carattere permanente e che sommate a quelle assegnate dal Ministero dell’Interno ai Comuni che pervengono a fusione, e i parametri evidenziati da Porto San Giorgio e Fermo consentono una previsione  di 2 milioni di euro annui per 15 anni, portano la maggiore disponibilità annua per investimenti ad almeno 3,5 milioni euro, somma in grado di incidere in maniera significativa sul benessere dei cittadini della nuova città. Queste sono le cifre che tuttavia vale la pena di far approfondire attraverso l’adesione dei due Comuni al “Progetto Italiae”,  strumento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per ottenere, gratuitamente, servizi di supporto specialistico e di affiancamento per progetti della Pubblica Amministrazione. Proprio quello di stimolo e approfondimento – conclude Marangoni – è la missione del costituendo comitato al quale possono ben aderire anche gli scettici e i contrari, consentendo, con l’opinione motivata contraria, un affinamento del progetto. Le improbabili criticità non risiedono dunque nella parte finanziaria, né sicuramente in quella operativa dei vari servizi forniti separatamente dai due enti che, affetti come sono da nanismo, non riescono a smaltirne convenientemente i costi fissi. A disposizione per ogni confronto che non verta sulla cosiddetta “Sangiorgesità”, a meno che qualcuno non si prenda la briga di definirla e nell’eventualità di dimostrare perché non potrebbe sopravvivere alla fusione,invito i cittadini a seguire le prossime iniziative».

 

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