di redazione CF
Marche, occupazione in calo negli ultimi dodici mesi. Tra giugno 2022 e giugno 2023 si sono persi 5.503 posti di lavoro. La diminuzione degli occupati, secondo Cna e Confartigianato Marche coincide con il drastico calo delle persone disponibili a lavorare (-11.400). Si è ridotto anche il numero dei disoccupati (-5.896), che scendono da 34.955 a 29.059. Aumentano invece i disoccupati senza precedenti esperienze lavorative (+1.923), soprattutto donne (+1.678).
«Il dato che fa più riflettere – commentano i segretari regionali di Cna Marche Moreno Bordoni e di Confartigianato Marche Gilberto Gasparoni – è quello dei lavoratori potenziali, ossia quelli che non cercano attivamente un lavoro ma sono disponibili a lavorare o che cercano lavoro, ma non sono subito disponibili. Passano da 34.603 a 23.647 (-10.596). Si tratta in prevalenza di persone scoraggiate che dichiarano di non aver cercato un impiego perché convinti di non riuscire a trovarlo. Questo perché c’è sempre più distanza tra le qualifiche richieste dalle aziende e i profili professionali dei disoccupati. Quasi la metà di chi cerca lavoro non ha la qualifica richiesta dalle aziende. Ci auguriamo che l’annunciata riforma degli istituti tecnici e degli Its (Istituti tecnici superiori) possa ridurre questo divario, prevedendo anche stage nelle aziende e docenti provenienti dal mondo imprenditoriale»
A pagare sono soprattutto le donne. che registrano una contrazione del 2,3% per le forze di lavoro e del 2,0% per l’occupazione. Il numero delle donne in cerca di occupazione cala ma assai meno che per i maschi (-7,4% contro -26,2%).
«E’ evidente – precisano Gasparoni e Bordoni – il ruolo delle costruzioni. Trainata dai bonus edilizi, l’occupazione del settore è cresciuta nella nostra regione di 2.163 unità (+5,3%) mentre il manifatturiero perde 1.042 posti di lavoro. 3.019 occupati. Anche i servizi registrano una crescita di 3.019 occupati ma commercio, alberghi e ristoranti restano al palo (-61). Crollano i lavoratori in agricoltura (-9.642 pari al 31,7 per cento). A crescere sono gli occupati dipendenti (+22.690) mentre lavoratori autonomi e partite Iva perdono 28.193 posti di lavoro, pagando l’aumento dell’inflazione e dei costi energetici».
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