«Il re è nudo: oggi l’assessore Brandoni, per conto del presidente Acquaroli e dell’intera giunta regionale, è venuto a dirci in consiglio regionale che la Zona Economica Speciale per le Marche non serve più. E lo fa dopo che negli ultimi tre anni sono state approvate all’unanimità ben due risoluzioni, tra cui quella del 9 dicembre 2020 che impegnava proprio il presidente Acquaroli ad attivarsi in tal senso nei confronti del governo nazionale, e nonostante le rassicurazioni offerte dall’ex assessore Castelli prima della sua elezione in Senato. Elezioni verosimilmente conquistata anche grazie alle promesse fatte al tessuto economico marchigiano sull’istituzione della Zes».
A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, a margine della discussione in Assemblea sulla decisione del consiglio dei ministri di escludere le Marche dalla Zes unica che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024. Nell’interrogazione presentata da Cesetti si chiedeva alla giunta regionale quali iniziative immediate si intendessero assumere nei confronti del governo e del Parlamento per far modificare il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta dello scorso 7 settembre, al fine di inserire le Marche tra le regioni beneficiarie nella nuova Zes unica.
«L’esclusione delle Marche – spiega Cesetti – certifica l’indifferenza del governo per le vere necessità de territori. Invece si tratta di uno strumento indispensabile, soprattutto dopo gli eventi sismici e le altre calamità che ci hanno colpito negli ultimi anni, perché prevede semplificazioni amministrative, finanziamenti infrastrutturali e misure di agevolazione fiscale a sostegno delle imprese. Perdere questa opportunità vanificherebbe qualsiasi strategia di rilancio dei nostri distretti, gravemente colpiti anche dalla crisi industriale, da quella pandemica, da quella economica e da quella energetica, nonché dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino. Ciò che la giunta regionale e l’intero centrodestra drammaticamente non comprendono è che, se il decreto del governo non sarà modificato, molte aziende sceglieranno di investire e insediare i propri stabilimenti produttivi nel vicino Abruzzo, regione a cui sono stati riconosciuti i benefici previsti dalla Zes, con grave discriminazione ai danni dei lavoratori e delle imprese marchigiane. Insomma, è evidente che la tanto sbandierata filiera istituzionale sbandierata dal centrodestra si sta trasformando in un autentico boomerang per la nostra regione».
«Per quanto ci riguarda – conclude Cesetti – considerato che il decreto del governo andrà in discussione in Parlamento per la sua conversione in legge, continueremo a dare battaglia a ogni livello per far sì che le Marche ottengano dal governo nazionale ciò che spetta loro di diritto: la piena inclusione nella Zes unica. In ogni caso, il risultato finale di questa partita misurerà il reale peso politico della giunta regionale, sempre prodiga quando si tratta di promettere, ma poi molto deludente quando è ora di tradurle in fatti concreti».
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